Arrivate in spiaggia Rebe stese i nostri teli sulla sabbia, mentre lei si sistemò sul lettino. Il mio asciugamano aveva stampata sopra la Sirenetta, mentre quello di Emma aveva Biancaneve assieme ai sette nani. Giocai per tutta la mattina con il secchiello e la sabbia, costruendo un enorme castello, circondato da un fossato che avrei poi riempito di acqua, al contrario di Emma che si mise a fare formine e piste tortuose per biglie. "Emma mi aiuti a raccogliere delle conchiglie?" le chiesi con il secchiello in mano e gli occhi da cucciola. "Mamy possiamo?" Rebecca ci guardò un attimo in silenzio e poi disse "Non allontanatevi troppo però, rimanete sulla riva qui di fronte, così posso vedervi." Raccolsi tutte le conchiglie che vidi, grandi, piccole, bianche e colorate, piatte e affusolate, sistemandole poi sui bordi del castello come più mi piacevano. Emma mi aiutò anche a raccogliere l'acqua per il fossato, portandola avanti e indietro con il suo secchiello; dopo quella gran fatica Rebecca ci guardò soddisfatte, tanto da farci una foto perché orgogliosa delle sue Baby, che per una volta erano riuscite a collaborare senza stuzzicarsi. "Ora se volete possiamo anche fare il bagno, ma non ci allontaneremo troppo dalla riva." disse Rebe prima di aggiungere "Giulia vieni qui, dobbiamo mettere questo." Mi mostrò un salvagente a mutandina tutto rosa con la coda da sirenetta; era fin troppo anche per me. "E all'Emma non metti nulla?" (So che non si mette l'articolo davanti ai nomi propri, ma i bimbi a volte lo dicono). Rebecca mi guardò come se le avessi rubato la mossa successiva poiché, qualche istante dopo, tirò fuori dalla borsa due braccioli colorati che riprendevano le squame della coda di sirena. Davvero non capivo perché tra le due quella più ridicola ero sempre io. Ad ogni modo Rebe rimase a guardaci mentre sguazzavamo, con l'acqua che le arrivava fino alle ginocchia, pronta a sgridarci nel caso in cui l'avessimo schizzata. Per pranzo la Mamy aveva preparato del cous cous con melanzane, zucchine, peperoni e pomodorini, che mangiai scartando ovviamente questi ultimi. "Giuliaaaa..." Rebecca mi aveva beccata, quindi l'unica soluzione era mangiare tutto e stare zitta per evitare una punizione. Dopo pranzo ci accompagnò sulle giostrine della spiaggia, osservandoci mentre sorseggiava il suo drink, seduta al bar dello stabilimento. Ritornate all'ombrellone mi addormentai subito, senza nemmeno bisogno delle coccole, tutto il contrario di Emma, che come Rebecca, doveva sempre essere rassicurata prima di dormire. Mi risvegliai quando le voci dei bambini si fecero di nuovo più insistenti, segno evidente che era ormai ora di fare il bagno, dato che erano quasi le 16. "Mamy possiamo andare a fare il bagno adesso?" chiesi a Rebecca, mentre leggeva un libro, indicandole il mare. Per fortuna, i miei occhi da cerbiatta la convinsero al primo tentativo e così, con il mio salvagente rosa, tornai a sguazzare nell'acqua fresca. Rebe ci concesse una granita: al limone per me e alla menta per Emma. Ripresi a giocare con la sabbia costruendo una grande tartaruga, fino a quando Rebe non mi obbligò a sciacquarmi sotto le docce per tornare a casa. Rientrate la Mamy ci fece la doccia insieme, insaponando per bene i capelli, raccogliendoli in un unico grande ciuffo campato per aria, proprio come gli indiani. Mentre ci asciugava io mi persi a giocare con un sonaglio che avevo trovato in camera, senza rendermi conto di quello che mi accadeva intorno. Mi ritrovai così ci ho un pannolino pulito ed un body rosa con dei pesciolini fucsia. Per cena Beka cucinò i bastoncini di pesce con i fagiolini e ovviamente sentì la necessità di imboccarmi, visto che ancora non aveva avuto la possibilità di farlo. Dopo cena la Mamy ci lasciò libere di fare ciò che volevamo, così io ed Emma scegliemmo di colorare un libro, anche per non disturbarla durante le faccende. Non appena la cucina fu sistemata, fu proprio Rebe a proporci di uscire. "Chi vuole lo zucchero filato?" Non me lo feci ripetere due volte. "Prima però dobbiamo sistemarci per benino." Beka ci portò in camera sua e mi fece stendere sul letto, per farmi indossare un altro pannolino con delle sirenette e delle stelle marine, più ingombrante e vistoso del primo, con sopra un abitino da marinaretta rosa e bianco. Poi Rebe fece indossare ad Emma un pannolino a mutandina con disegni vari come unicorni, caramelle e arcobaleni e un abito identico al mio ma azzurro. Mi domandai perché Emma avesse sempre qualche privilegio? Perché l'unica a sembrare una papera dovevo essere sempre io? "Mamy...perché non metti anche a me quelle mutandine?" le chiesi timidamente tentando di persuaderla, mentre finiva di vestire l'altra Baby. "Tesoro, la Mamy è dispiaciuta per quello che è successo ieri. Emma voleva tanto fare il bagno ma non poteva, quindi, visto che sta facendo la bravissima voglio darle un premio." La mia espressione era di puro disappunto, ma non dissi altro. Una volta sistemate per bene, con i nostri capelli sciolti, tenuti indietro solo da un cerchietto dello stesso colore degli abiti, uscimmo di casa. Una passeggiata nel centro tra i negozi e poi il nostro tanto amato zucchero filato. Era abbastanza imbarazzate camminare con quell'affare tra le gambe, senza considerare quanto scomodo fosse. Dopo un giro sulla giostra dei cavalli, Rebe ci comunicò che era ormai ora di tornare a casa, vista la tarda ora. Rientrammo nel nostro appartamento ed io mi addormentai ancora vestita, non appena mi stesi sul letto. Non mi resi nemmeno conto del cambio pannolino e della maglia con i cavallucci marini che Rebe mi mise per dormire. Ero così stanca che non sarei riuscita a resistere cinque minuti di più.
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I want to be your baby
RandomGiulia e Rebecca sono due ragazze ventunenni, conosciutesi per caso quando si sono trasferite a Firenze per frequentare la facoltà di lettere. Hanno affittato due camere nello stesso appartamento e nonostante all'inizio non potessero compatirsi, ora...