Spenta la macchina, una volta raggiunto il giardino di casa, mi ritrovai due piccole Baby addormentate, perse nel mondo dei sogni. Per portarle in casa e sistemarle dovevo per forza svegliarle, a peso morto non sarei riuscita a fare molto, quindi la soluzione era una sola. Decisi di provare prima con Emma, che di certo non avrebbe fatto storie. "Emma, tesoro..." dissi piano "...svegliati, siamo arrivate a casa." Emma aprì gli occhi e si rese conto di essere ancora in auto, legata al seggiolino. La presi in braccio e la portai fino in soggiorno, chiudendo prima l'auto con un finestrino abbassato per lasciare che l'aria circolasse. Portai Emma al piano di sopra e la spogliai, lasciandola completamente nuda per farle una doccia veloce. Quando fu ben asciutta le misi il pannolino doppio per la notte ed un body fucsia pieno di cuori rosa e bianchi. Le spazzolai i capelli e le diedi un biberon di latte, da bere nel letto mentre andavo a prendere Rebecca. Non so se fosse una fortuna o meno il fatto che ancora dormisse; in ogni caso non potevo lasciarla in auto. "Stellina...svegliati." dissi scuotendole una gamba. Rebe iniziò a strizzare gli occhi e a fare una smorfia di disgusto, segno evidente che non sarebbe stato facile portarla dentro. "Beka mi devi aiutare, non riesco a fare tutto da sola." dissi allungando le mani verso di lei per slegarla. Aveva aperto appena gli occhi, giusto per vedere dove si trovava. A quel punto, si avvicinò a me con le braccia aperte, così che potessi prenderla in braccio e portarla in casa. La sua testa si poggiò alla mia spalla e le braccia strinsero appena il mio collo. Sentivo che non era del tutto cosciente, ma era sempre meglio di niente. La portai in stanza per spogliarla e farle una doccia calda, così che il sudore e la terra venissero lavati via. La asciugai per bene nel suo accappatoio azzurro con le paperelle e la stesi di nuovo sul letto per rivestirla, con il pannolino ed il body bianco con i cuori rossi e rosa. Rispetto ad Emma fu una vera e propria impresa, perché Rebe non voleva proprio saperne di collaborare. Con le mani pulite le pettinai i capelli, raccogliendoli in una coda bassa e morbida. Invece del latte, le diedi un biberon con il the caldo e rimasi accanto a lei finché non lo ebbe finito tutto. Se l'avessi lasciata sola si sarebbe addormentata di nuovo in un attimo. Spensi la luce poco dopo, controllando che anche Emma dormisse nel sua stanzetta. Dopo tutta quella fatica avevo proprio bisogno di risposare anche io.
La mattina dopo mi svegliai sentendo il pianto disperato di Rebecca, che mi agitò a dir poco. Corsi in camera sua e la trovai seduta nel letto con i piedi sotto il sedere e il lenzuolo stretto tra le mani. "Cosa succede Rebe?" le chiesi sedendomi accanto a lei. Non appena mi vide si buttò tra le mie braccia, singhiozzando con dei lacrimoni sulle guance. "Ho fatto...ho fatto un brutto sogno..." disse a fatica. "Stellina è tutto ok. Ci sono io qui con te." la rassicurai accarezzandole la schiena. "Vuoi che resti qui con te?" le chiesi, nonostante fosse evidente che non aveva la minima intenzione di riaddormentarsi. Visto che erano comunque le 8, pensai di portarla in cucina per fare colazione, Emma l'avrei svegliata dopo. Scesi in cucina per scaldare il latte e preparare delle fette biscottate con burro e marmellata, mentre Rebe se ne stava seduta in silenzio ad osservarmi. "Non vuoi dirmi cosa hai sognato?" le chiesi visto che non sembrava ancora tranquilla. "Eravamo in macchina e ad un certo punto siamo uscite di strada, ma tu ed Emma non rispondevate. Avevate tutto il sangue in faccia ed io non riuscivo a muovermi..." disse nascondendo il viso dietro le mani. "No no no stellina, non piangere ora. Siamo tutte qui insieme, non devi avere paura, lo sai che la Mamy è una vera lumaca in auto." le sussurrai cercando di farla sorridere. In effetti tra le tre ero la più imbranata in macchina, quella che andava piano e arrivava sempre prima per paura del traffico. Rebe sorrise appena ed io la abbracciai per rassicurarla. Prima di darle da mangiare andai a prendere Emma, portandola in cucina per fare colazione assieme a noi. Le bimbe poterono bere il loro latte nei biberon, sgranocchiando le fette biscottate e sporcandosi tutte le mani. Le portai in bagno per lavare il viso e le mani, sistemandole per l'uscita che avevo in programma. Vestii prima Rebecca, infilandole un abito corto sui toni del giallo, con qualche inserto lilla, rifinito da pizzo e fiocchi sulle maniche a palloncino. Sopra il pannolino, decorato dagli animali della fattoria, misi un paio di mutandine uguali al vestito. Ad Emma misi lo stesso abito ma di color lilla. Le mie bimbe erano proprio belle. Quando anche io mi fui sistemata, presi le bimbe e le caricai su due tricicli blu, con tanto di manubrio per poterle controllare e parasole. Le legai strette e poi partimmo verso il centro del paese. Il primo giorno che eravamo arrivate avevo notato un negozietto di miele che organizzava anche laboratori sensoriali per i bambini. Pensavo che le bimbe si sarebbero divertite a vedere le api al lavoro e a creare una loro candela. Emma scelse un orsetto, mentre Rebe decise di colare la cera in uno stampino a forma di rosa; mi sembravano molto contente e la merenda con pane e miele caricò le Baby al massimo. Dopo quel momento didattico e ludico, presi le bimbe e le portai in un altro negozietto, pieno di souvenir e non solo. C'erano articoli di tutti i tipi, compresi peluche e giocattoli; visto quanto erano state brave, concessi ad entrambe di scegliere un regalo di fine vacanza. Emma prese un peluche a forma di coniglietto, mentre Rebe girovagò a lungo, scrutando ogni singolo centimetro del negozio. "Vorrei questo." disse indicando un arco con le frecce. "Va bene." le dissi pagando i regali e una calamita da attaccare al frigorifero di casa nostra.
STAI LEGGENDO
I want to be your baby
RandomGiulia e Rebecca sono due ragazze ventunenni, conosciutesi per caso quando si sono trasferite a Firenze per frequentare la facoltà di lettere. Hanno affittato due camere nello stesso appartamento e nonostante all'inizio non potessero compatirsi, ora...