La mattina seguente mi svegliai presto per finire le valige e caricare tutto in auto. Erano circa le 7 quando finii tutto quanto e visto che per tornare in città servivano almeno 2 ore di viaggio, non svegliai le bimbe, limitandomi solamente a portarle in auto così come stavano. Non fu semplice, ma dato che dormivano ancora beatamente sarebbe stato meglio per tutti così. Chiusi per bene la casa e salii in auto, diretta verso l'appartamento mio e di Rebe, che mi mancava terribilmente. Nonostante tutto, la città ed il suo traffico, assieme alle grida della gente nelle stradine affollate, erano diventati una sorta di abitudine alla quale probabilmente non avrei mai rinunciato. Svegliai Emma e Rebe solo quando ebbi parcheggiato l'auto nel nostro garage. Si resero subito conto di non essere più in montagna e vidi comparire sul volto di Rebecca una piccola smorfia di tristezza.
Passò qualche giorno ed Emma partì per il suo periodo all'estero, anticipando di un paio di settimane la partenza, così da godersi le meraviglie della Spagna prima dell'inizio delle lezioni. Io e Rebecca andammo a salutarla all'aeroporto; decisi di prendermi una pausa con Emma e lei fu d'accordo con me. Non avrebbe avuto senso visto che saremo state separate per mesi; se era destino, al ritorno ci saremo ritrovate. In ogni caso io e la mia Baby e anche Mamy saremo rimaste sole per molto tempo e la cosa mi faceva piacere. Avevo bisogno di ritrovare il mio rapporto con lei.
Quella mattina mi ero svegliata prima del solito, con un languorino allo stomaco, dovuto forse alla scarsa porzione di pasta mangiata la sera precedente. Andai nella stanza di Rebe, che ancora dormiva serenamente ranicchiata nel suo letto, immobile e silenziosa. La sua sveglia suonò pochi istanti dopo il mio arrivo, nemmeno farlo apposta e lei iniziò, così, a rigirarsi dalla parte opposta, facendo qualche versetto simpatico dopo averla rinviata. "Bekaaaaa..." dissi piano. "Buongiorno." sussurrò lei, coprendosi il volto con il lenzuolo verde, nella vana speranza di tornare a dormire. "Ci alziamo?" chiesi restando sulla porta. "Ho bisogno di altri cinque minuti." disse senza muoversi. "Vuoi un po' di coccoline?" Mi piaceva viziarla. "Si..." disse lei facendomi spazio, così che potessi mettermi accanto a lei. Forse non avrei dovuto lasciarla dormire ancora, ma era così carina; ad interrompere quel momento di tranquillità ci pensò la sveglia. Così, a malincuore, fummo costrette a svegliarci, o meglio ad alzarci. Rebe decise di preparare lei la colazione, mettendosi subito a montare il latte per il cappuccino, mentre io cercavo nella dispensa qualche biscotto da sgranocchiare. "Cosa vogliamo fare oggi?" mi chiese mentre si ripuliva la bocca sporcatasi con la schiuma del cappuccino. "Non saprei." dissi io pensando a qualcosa di diverso dal solito. "Facciamo una passeggiata in centro?" Sarebbe stata un'attività diversa, non uscivamo spesso insieme; di solito era lei che si dedicava alle passeggiate, io spesso restavo a casa, ma questa volta non mi sarei tirata indietro. Tra una stradina e l'altra parlammo un po' di quello che stava accadendo nelle nostre vite, del più e del meno, di tutto e di niente. La passeggiata si concluse con una bella bowl di poké, visto che erano giorni che chiedevo a Rebe di mangiarlo. Restammo in centro ancora per qualche ora, rientrando solo verso le 15. "Giochiamo con la Wii?" chiesi a Beka mentre si sistemava i capelli in uno chignon alto. "Dai, però non te la prendere se perdi." disse lei ridendo. "Ma io non perdo mai, sono fortissima." risposi convinta...le ultime parole famose. Su una ventina di corse a "Mario Kart" credo di averne vinte due, con il costante pensiero della penitenza. Rebecca aveva avuto la brillante idea di infliggere una punizione alla perdente. Io sapevo bene cosa le avrei fatto se avesse perso e non mi sarebbe dispiaciuto se anche lei mi avesse tratta da Baby, ma la sua punizione era più fisica. Che si trattasse di piegamenti o squat, non li avrei certo fatti; speravo solo che cambiando gioco e facendo gli occhi dolci avrei scampato una simile penitenza. Per fortuna "Indovina chi" risollevò la situazione; eravamo entrambe bravissime, ma per mia fortuna vinsi la sfida finale che stabiliva la perdente. Rebecca accettò, forse senza troppo dispiacere, il proprio destino. "Cosa devo fare?" mi chiese. "Facciamo i codini e mettiamo il ciuccio?" dissi guardandola con gli occhi dolci. Rebe andò verso camera sua per prendere la spazzola ed io la seguii tutta contenta. Mi sedetti nell'angolino del suo letto, mentre lei si pettinava i capelli in due codini, proprio davanti allo specchio. Quando ebbe fatto, si venne a sedere di fronte a me, mettendosi il ciuccio arancione, dopo averlo fissato per qualche secondo. Si lasciò cadere all'indietro, con la testa sul cuscino ed io rimasi a guardarla per qualche istante. "Sei nel mood Baby?" le chiesi accarezzandole una gamba. Annuì senza dire niente ed io capii di dovermi attivare. Le sfilai prima i pantaloncini e poi la maglietta bourdeau, lasciandola un intimo. Presi tutto il necessario per sistemarla al meglio: un pannolino con Minnie e Topolino, assieme ad un body colore ottanio, decorato da delle stelline gialle. Le tolsi prima gli slip che indossava, così che potessi allacciare il pannolino dopo una spolverata di borotalco; il reggiseno lo levai e glielo lasciai in mano, affinché ci giocasse, mentre abbottonavo i tanto odiati body. Era pronta per essere la mia bimba.sleepingfighter aspetto con ansia i tuoi commenti ❤️
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I want to be your baby
RandomGiulia e Rebecca sono due ragazze ventunenni, conosciutesi per caso quando si sono trasferite a Firenze per frequentare la facoltà di lettere. Hanno affittato due camere nello stesso appartamento e nonostante all'inizio non potessero compatirsi, ora...