Mi svegliai sentendo una musica familiare provenire dal piano inferiore; Emma dormiva abbracciata a me, ma io volevo andare a vedere cosa stava succedendo di sotto. Spostandole il braccio con estrema delicatezza, scesi dal letto facendo meno rumore possibile e raggiunsi le scale gattonando. Da seduta arrivai fino a metà rampa, portando in avanti la testa per spiare dalla ringhiera che dava sul soggiorno. La mamma stava ascoltando Marco Mengoni, mentre spolverava la libreria e i mobili tutt'intorno. Restai a guardarla senza fare rumore, rendendomi conto che non si sarebbe accorta di me se non mi fossi fatta avanti io. Quindi, scesi fino all'entrata e sempre gattonando, mi andai a sedere sul tappeto, in mezzo alla stanza. "Ma Giuly...cosa ci fai qui?" mi domandò mettendo le mani sui fianchi. "Ho sentito la musica." dissi con il ciuccio ancora in bocca. "Vieni." mi disse allungando una mano verso di me. Mi strinse forte, mettendo le mani intorno alla mia vita, così che potessi poggiare la testa sulla sua spalla. Non era un vero e proprio ballo, stavamo ferme in mezzo alla stanza strette l'una all'altra, dondolandoci appena; eppure tutto ciò aveva una sorta di effetto benefico. Mi sentivo al sicuro, amata e protetta, niente poteva farmi del male. "Finisco di sistemare quei libri e poi vado a svegliare Emma." mi disse non appena la musica finì. Mi andai a sedere sul divano per giocare con un peluche, aspettando che mi raggiungesse assieme ad Emma con qualcosa di buono da mangiare. Rebe non aveva preparato nulla di particolare come merenda, solamente un bel succo di frutta fresco. "Andiamo un po' in giardino." ci disse mentre portava con sé i colori a tempera e delle tele bianche. Ci lasciò libere di correre nel prato, così che potesse sistemare la postazione della pittura al meglio. Una volta disposte le tele a terra e sporcate da chiazze di colore, la mamma ricoprì il tutto con della pellicola trasparente, attirando non poco la nostra attenzione. Avremo creato i nostri quadretti senza sporcarci, muovendo solamente le mani su quella superfice liscia. Rebecca si mise a sedere sulla panchina di legno, poco distante da noi, con il suo cavalletto e i suoi colori, per dipingere e rilassarsi. Fu un pomeriggio tranquillo, proprio come desiderava Rebecca; stesa su di una coperta osservai le nuvole e le loro forme strane, che cambiavano velocemente e continuamente. La mamma ci diede anche una piccola bacinella d'acqua, così che potessimo giocare e rinfrescarci allo stesso tempo. Non appena il sole iniziò a tramontare, tornammo in casa per lavarci e cenare. Beka ci fece il bagno insieme, vestendoci poi come due gemelline: aveva scelto un body lilla con del pizzo tutt'intorno e nella parte posteriore, proprio dove si trovava il pannolino, con un fiocchetto in tinta. Ad Emma fece una coda bassa, mentre i miei capelli vennero legati in due codine laterali; Rebecca sembrava contenta di come ci aveva conciate, ma non del tutto soddisfatta. Ecco perché ci infilò anche un paio di calze bianche rifinite da pizzo e due ciucci violetti con i glitter. "Io ho tanta fame mamma!" iniziai a dire una volta pronte, sentendo lo stomaco brontolare. "Adesso ci pensa la Mamy a voi." disse prendendoci per mano. Ci fece sedere sulle nostre sedie, mettendoci il bavaglino per sgranocchiare dei grissini di mais. Nel frattempo, la guardavo tagliuzzare, in una ciotola bianca, del petto di pollo già bollito in precedenza. Prese i nostri piatti con gli animali della fattoria e vi versò dentro un po' di carne condita con sale e olio, assieme alle patate lesse. Non amavo particolarmente quel contorno, ma stare all'aria aperta mi metteva sempre una gran fame, così che mangiai tutto senza lamentarmi. Restammo a tavola mentre Rebe ripuliva la cucina, aiutandola con due stracci di microfibra ad asciugare il ripiano dove avevamo mangiato. Dopo cena passammo la serata a giocare ad uno, mettendo in palio qualche caramella e cioccolatino, che però la mamma non ci lasciò finire. Avevo il sospetto che una volta a letto le avrebbe finite tutte lei visto quanto le amava. "Ora bimbe andiamo a letto che è tardi. Prima però ci cambiamo il pannolino, perché qualcuno secondo me ha fatto la cacca." disse Rebe tastandoci i pannolini con una mano. Mi resi conto solo in quel momento di aver riempito il pannolino, il tutto senza rendermene perché troppo concentrata sul gioco. Fortunatamente la mamma mi cambiò dopo Emma, che era già stata mandata in camera sua a dormire; Beka mi lavò per bene e mi diede un po' di cremina idratante, massaggiandola bene. Questo mi mise alquanto in imbarazzo, ma mi resi conto che in fondo era solo Rebecca e che di lei mi potevo fidare. Dopo avermi abbottonato il body la Mamy mi accompagnò in camera, rimboccandomi le coperte e dandomi un bacio sulla fronte. "Buonanotte Giulia." sussurrò Rebecca mentre si alzava dal letto. "No...resta qui con me." dissi facendo gli occhi dolci. "Finché ti addormenti?" mi domandò mettendosi di nuovo a sedere accanto a me. "Si..." dissi piano io, poggiando il viso alla sua gamba.
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I want to be your baby
RandomGiulia e Rebecca sono due ragazze ventunenni, conosciutesi per caso quando si sono trasferite a Firenze per frequentare la facoltà di lettere. Hanno affittato due camere nello stesso appartamento e nonostante all'inizio non potessero compatirsi, ora...