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Mi fece scendere dalle sue gambe con i suoi soliti modi delicati, prendendomi poi per mano fino a condurmi in bagno. A dirla tutta non avevo molta voglia di farmi cambiare, ero ancora un po' terrorizzata all'idea, anche se già era capitato in precedenza che mi vedesse e sistemasse. Era un passaggio che ancora mi metteva in imbarazzo e che avrei evitato, ma in fondo era Rebecca e di lei mi potevo fidare. Mi fece stendere sul cassettone ormai adibito a fasciatoio e mi guardò per un secondo negli occhi. "Giulia lo sai che non devi avere paura del cambio, vero? Tu l'hai fatto con me più di una volta e in condizioni peggiori." mi disse accarezzandomi una coscia. "Cantiamo una canzoncina?" mi chiese sorridendo. "Il fungo..." le dissi piano con gli occhi luccicanti. "E fungo sia." Rebecca iniziò a cantare prima il ritornello e poi le strofe una ad una, mimando i gesti e con enfasi sempre maggiore. Io nel frattempo rimasi quasi incantata, talmente tanto da non accorgermi di quello che stava facendo. Mi cambiò velocemente mettendomi un po' di borotalco e un pannolino con gli animali della savana. Una volta finita la canzone mi fece sedere ed io mi guardai le gambe quasi incredula. "Abbiamo finito tata." mi disse dandomi un bacetto sulla fronte. "Andiamo a letto, che ne dici?" Allungai le braccia verso di lei, stringendo e aprendo le mani per farle capire che desideravo essere presa in braccio. Mi guardò un attimo stupita, ma non esitò un secondo a prendermi in braccio e portarmi accanto a sé senza aprire bocca, mettendomi le mani proprio sotto le cosce. Una volta a letto mi fece scendere per farmi stendere, ma appena la vidi sedersi con le gambe sul materasso, ne approfittai per mettermi di nuovo sopra di lei con le gambe aperte a penzoloni e le braccia intorno alla sua schiena. Poggiai la testa proprio sulla sua spalla sinistra e mi misi a giocare con una ciocca dei suoi capelli. "Ciuccio." le dissi staccandomi un secondo per guardarla. Prese la catenella che era rimasta poco distante da noi sul letto e me la agganciò di nuovo alla maglietta, mettendomi in bocca la tettarella. Mi cullò un po' disegnandomi degli immaginari cerchi sulla schiena; rimasi lì a prendermi tutto il suo affetto, come se fosse la mia unica ragione di vita, finché non mi addormentai di nuovo, questa volta assieme a lei. Quando riaprii gli occhi era ora di merenda e il mio stomaco si stava già facendo sentire. Rebecca dormiva ancora quindi mi misi a svegliarla, convinta che dovessi a tutti i costi riuscirci. "Mamy..." provai a dire una prima volta senza successo. "Mamy." dissi un po' più forte piacchiandole sulla pancia. "Mamyyyyy!" arrivai a gridarle non troppo forte, riuscendo finalmente a smuoverla. "Mmmh, altri cinque minuti Giulia." mi disse lei sfregandosi gli occhi. "Ho fame mamma." le dissi piano senza avere risposta. "Mamma ho bisogno di te...ti prego." le sussurrai all'orecchio sinistro, dandole un bacio sulla guancia e mettendo la testa sull'incavo della sua spalla. "Solo perché sei una bimba brava e usi le paroline magiche." mi rispose alzandosi con me in braccio. Mi fece sedere in cucina, ma rendendosi subito conto che non c'era molto con cui fare merenda mi propose qualcosa di nuovo. "Se uscissimo bimba? Andiamo a prenderci un bel gelato e facciamo..." tentò di dirmi prima che la interrompessi. "Una passeggiata?" Sbarrò gli occhi come se avesse visto un fantasma. "Ti ho sentita prima che uscissi dalla mia stanza." dissi abbassando lo sguardo imbarazzata. "Non ti va vero? Hai ragione, forse è presto..." Mi faceva tenerezza e mi dispiaceva non accontentarla. "Va bene mamy, quello che vuoi tu." le dissi sorridendo. "Davvero? Sei sicura di volerlo fare?" Avevo un po' paura, ma non volevo deluderla. "Shi." Mi diede un enorme bacio sulla guancia stringendomi il viso tra le mani. "Andiamo a cambiarci allora." mi sussurrò mentre correvo in bagno. Mi sedetti sul tappeto centrale aspettando che mi raggiungesse, con le gambe incrociate e la mani sulle ginocchia. "Ora tesoro dobbiamo chiarire alcune cosine prima di uscire." mi disse mettendosi alla mia stessa altezza. "Non ti metterò il pannolino, perché so che sei una bimba brava e voglio fidarmi di te." Questa era di certo una delle notizie più belle di sempre. "Questa volta lo evitiamo, ma se dovesse essercene bisogno la mamma ne ha sempre uno di scorta in borsa." Deglutii a fatica, rabbrividendo al solo pensiero che potesse mettermelo per andare in giro nel mondo esterno. "Saremo in mezzo a tante persone, quindi cercherò di evitare di metterti troppo in imbarazzo, ma tu dovrai essere ubbidiente e non farmi arrabbiare." disse tenendomi una mano. "Va bene Mamy, te lo prometto." Ero felice e questo mi permise di godermi ogni attimo, anche il cambio pannolino che seguì. Mi fece indossare la mia biancheria colorata sui toni del blu e poi mi portò a mano in camera mia, per farmi scegliere cosa mettere. "Ora dobbiamo decidere l'outfit e visto che tu non hai un vero e proprio stile, per questa volta la mamma ti aiuterà ad abbinare i vestiti." mi disse aprendo l'armadio. Mi sedetti sul letto per poterla osservare meglio mentre frugava tra i miei cassetti e scaffali. "Guarda che bella questa camicetta a fiori, se la abbiniamo a dei jeans chiari siamo a posto." Guardò poi anche nel compartimento delle scarpe, che ovviamente erano tutto tranne che sobrie. "Giulia ma un paio di scarpe serie senza fiocchi, borchie o colori non lo potevi prendere?" mi disse ridendo. "No mamma, lo sai che mi piacciono solo così." le risposi ridendo. Alla fine scelse un paio di All Star fucsia, che riprendevano i fiori della camicetta. Nonostante sperassi di potermi arrangiare, Rebecca mi fece stendere per vestirmi, ma ne fu ugualmente felice e non opposi resistenza. Quando anche lei fu pronta, con il suo outfit total black, uscimmo di casa dirette alla nostra gelateria di fiducia, ovviamente mano nella mano come mamma e figlia.

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