Rebecca mi spogliò completamente, lasciandomi in intimo. Mi fece stendere sul tappeto così che potesse iniziare a cambiarmi. Come prima cosa si sbarazzò degli slip lasciando completamente esposta la mia intimità, per mettermi un pannolino con gli orsetti. Questo gesto mi provocò un forte imbarazzo tanto che cercai inutilmente di coprirmi il viso paonazzo con le mani per non darlo a vedere. Rebecca nonostante lo avesse notato fin da subito, fece finta di nulla e continuò la sua opera togliendomi il reggiseno. Mi fece quindi indossare la magliettina a mezze maniche che aveva scelto, tutta rosa con un unicorno ricamato sul davanti. Devo dire che almeno quella rispecchiava i miei gusti, come anche il pannolino del resto. Mi stupì molto il fatto che non mi avesse fatto indossare il body, cosa alquanto sospetta. Mi infilò infine le calze antiscivolo e pensò bene di legarmi i capelli in due codini bassi. Tutto ciò mi riportò al periodo della scuola dell'infanzia e primaria...mi facevano sembrare ancora di più una bambina. "A parte ti odio hai delle ultime parole da dire?" Non stavo capendo. "In che senso ultime parole?" le chiesi un po' perplessa. "Delle ultime parole comprensibili, mettiamola così..." disse alzando le spalle e le mani contemporaneamente. "Stronza." dissi guardandola malissimo, ricordandomi del ciuccio e di come parlava lei tenendolo in bocca. "Uuuh ottima scelta, se dopo oserai dire parole del genere preparati a finire sulle mie ginocchia." Quello forse era il male minore. "Immagino che tu sia seria..." dissi alzando gli occhi al cielo. "Mai stata più seria bimba." E ti pareva? Mi fece mettere un ciuccio rosa con scritto sopra il mio nome, tempestato di brillantini. "Ma com'è carina la mia bimba!" esclamò tutta contenta guardandomi. Me ne stavo seduta con le gambe incrociate, mentre lei ammirava, quasi incredula, il capolavoro che aveva realizzato. La guardai storto e fu inevitabile incrociare le braccia in segno di protesta. "Dai adesso andiamo in cucina che è ora della pappa!" Fui contenta che quel momento di totale imbarazzo fosse finito. Mi alzai in piedi, camminando dietro di lei, concentrata su quanto fosse imbarazzante avere solo una magliettina addosso. Mentre ero persa tra i miei pensieri uno schiaffo piuttosto forte mi arrivò sul culo, facendomi di colpo ritornare alla normalità. "Ti sei forse già dimenticata le regole?" mi disse Rebecca con le mani sui fianchi, guardandomi male. A quelle parole mi lasciai cadere in ginocchio, guardando a terra pur di non incrociare il lo sguardo. Così arrivai gattonando in cucina, dove Rebecca mi stava aspettando; mi prese in braccio per farmi sedere a tavola e darmi così la mia cena. "Guarda cosa ti ha preparato la mamma! Un bel piatto di pastina con l'omogeneizzato al prosciutto, quello che ti piace tanto tanto!" L'altra volta avevo mangiato senza problemi, quindi di certo Rebecca andava sul sicuro con quel piatto. Mi legò il bavaglino, togliendomi finalmente il ciuccio per iniziare ad imboccarmi. Ero abbastanza schifata dalla consistenza della pappetta all'inizio e per questo, senza quasi accorgermene, feci delle facce abbastanza strane, ma mangiai tutto in silenzio per non rischiare una punzione. "Ma bravissima la mia stellina! Adesso Giuly beviamo un po' d'acqua fresca e poi mangiamo anche questo." mi disse lei agitando in aria un altro vasetto di omogeneizzato. Bevvi tutta l'acqua del biberon riprendendo fiato alla fine proprio come fanno i bimbi. Poi, quando Rebecca mi avvicinò il cucchiaino, mi resi conto di cosa mi aspettava. Ovviamente, come temevo, aveva scelto di darmi l'omogenizzato misto frutta, cosa che odiavo e mi rifiutavo da sempre di mangiare. Ormai lo sapeva e credo si divertisse pure a torturarmi così. Inizialmente non avevo molta intenzione di collaborare e non aprii la bocca, ma dopo i primi due cucchiaini praticamente spalmati sulla faccia, mi dovetti convincere a mangiarlo. "Brava, apri grande. Se mangi la frutta poi riesci a fare anche la cacca." Diventai paonazza e abbassai subito lo sguardo non potendo nascondermi. Finito di mangiare anche quello mi lasciai pulire il viso. Ero davvero stupita e anche alquanto preoccupata per la determinazione con cui aveva gestito il mio iniziale rifiuto senza la minima esitazione. "Adesso la mamma ti mette seduta sul divano, così puoi guardare un cartone o due mentre lei lava i piatti." mi disse mettendomi di nuovo il ciuccio in bocca e portandomi in braccio fino al divano poco distante. I cartoni che stavano trasmettendo alla televisione non mi piacevano particolarmente e siccome mi stavo annoiando, cercai qualcosa con cui distrarmi. Iniziai così a giocare con le linguette adesive del pannolino, l'unica distruzione possibile senza che mi dovessi spostare. Nemmeno a farlo apposta, Rebecca finì in cucina giusto in tempo per vedere quella scena. "Adesso lo andiamo a togliere, che ci dobbiamo cambiare per fare la nanna." mi disse mettendosi in ginocchio di fronte a me. "Ma mamma è pulito..." cercai di dire con il ciuccio in bocca e la cosa fece ridere Rebecca, che non provò nemmeno a trattenersi o mascherare il tutto. Molto divertente Mamy, davvero divertente pensai. "Allora se sei asciutta mettiamo solo il pigiamino...ma sei sicura sicura che non ti scappa qualcosina? Nemmeno una goccia di pipì?" mi chiese mettendomi una mano sulla coscia. Annuii in silenzio, sperando di evitare il cambio almeno per questa volta. "Okay, ma sappi che fino a domani mattina resterai così." Arrossii in imbarazzo e nonostante avessi un minimo di paura a restare con quel coso per tutta la notte senza la possibilità di poterlo cambiare in caso, annuii di nuovo. Mi mise così per terra e la seguii gattonando fino al bagno, dove Rebecca si mise a frugare tra i cassetti. Ne tirò fuori un pigiama intero tutto bianco con le macchie nere, la codina e persino le orecchie, proprio come un dalmata. Non posso negare che non mi piacesse, lo amavo terribilmente ma non le avrei dato quella soddisfazione. "Ecco fatto, pronta per la nanna!" Mi prese in braccio portandomi in camera da letto, ed io ne approfittai per mettere la testa sulla sua spalla. Mi fece stendere nel letto, rimboccandomi per bene le coperte. "Resti con me Mamy?" le chiesi, anche se risultava incomprensibile con il ciuccio. "Non è pur sempre una penitenza?" mi chiese. "Ah già..." sussurrai un po' delusa. "Buonanotte." mi disse piano stampandomi un bacio in fronte, uscendo subito dopo e spegnendo la luce. Mi sarebbe piaciuto rimanesse con me pensai prima di addormentarmi.
STAI LEGGENDO
I want to be your baby
RandomGiulia e Rebecca sono due ragazze ventunenni, conosciutesi per caso quando si sono trasferite a Firenze per frequentare la facoltà di lettere. Hanno affittato due camere nello stesso appartamento e nonostante all'inizio non potessero compatirsi, ora...