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"Allora io vado. Ciao Giuly, fai la brava." mi disse Emma andandosene dopo avermi dato un bacio sulla fronte. Rebecca le sussurrò qualcosa che non riuscii a comprendere e la salutò con un sorriso, girandosi poi verso di me non appena la porta venne chiusa. "Perché hai quel broncio?" mi domandò come se non lo sapesse. "Posso uscire dal mio ruolo per un attimo?" le chiesi togliendomi il ciuccio dalla bocca. "Non puoi parlarmi restando Baby?" mi domandò a sua volta guardandomi male. "No. Ho bisogno di parlare alla mia amica Rebecca e non alla Mamy Rebe." Capendo che avevo bisogno di un confronto alla pari, Rebecca si poggiò al tavolo della cucina, mentre io mi avvicinavo a lei, cercando di restare calma. "Perché hai voluto umiliarmi in quel modo? Perché non mi hai chiesto se desideravo che Emma sapesse del nostro "gioco"?" Mi guardò storto. "Non mi sembra l'abbia presa male, anzi." Mi stava facendo davvero arrabbiare con quel tono ironico. "Perché hai voluto che mi vedesse così? Cosa c'è che non va? È per quella storia della festa?" le domandai alzando un po' troppo la voce. "Ti ho mostrato un lato di me che ho sempre nascosto al mondo intero. Ti ho dato tutta la mia fiducia e mi sono mostrata vulnerabile, senza scudi o difese perché sapevo di poter contare su di te. Eppure tu hai preferito andare con Emma senza avvisarmi, lasciandomi in quelle condizioni nel bel mezzo di una festa e sai bene che quando sono nel mood Baby io non ragiono molto. Volevo avere la mia piccola vendetta è vero..." disse con le lacrime agli occhi e la voce rotta. "Ti ho già chiesto scusa per quello, però tu sai bene che Emma mi piace e ora che diventerà la mia baby-sitter io non avrò più il coraggio di guardarla in faccia." le dissi rossa in volto con le lacrime sulle guance. "Lo avevi detto anche con me. Non mi è sembrata spaventata, nemmeno schifata, era piuttosto curiosa. Dovresti ringraziarmi perché ora potrai provare le punizioni con scopo sessuale con lei." mi disse cercando di alleggerire la tensione. "Avrei preferito che mi ascoltassi senza voler fare di testa tua. Io volevo che la cose restasse tra noi due, ma ora che anche Emma sa, mi dovrò rassegnare e accettare le conseguenze." dissi rimettendomi il ciuccio e andando verso il soggiorno. "Giuly..." riprese Rebecca, facendomi girare di nuovo verso di lei "Emma torna domani mattina." Non volevo crederci. "Devo andare per forza da mia cugina a sistemare una cosa per nonna. Non ci metterò molto, per sera sarò di nuovo qui. Non ti potevo lasciare sola e nemmeno portarti con me, ecco perché ho pensato subito ad Emma. Preparerò una lista con tutte le direttive da seguire, così non ti sconvolgeremo la routine." Andai a stendermi sul divano e mi misi a pancia in giù a fissare il pavimento, con il braccio sinistro a penzoloni. Nel frattempo, sentii Rebe mettersi ai fornelli per cucinare la cena, tagliuzzando e spadellando non so cosa. "Giuly vieni! È pronto!" gridò dalla cucina, così che potessi raggiungerla. Non mi alzai, restai sul divano quasi immobile, finché non mi venne a recuperare. "Davvero Giulia?" disse lei con le mani sui fianchi. "E va bene...ma solo per questa volta." mi sussurrò prendendomi in braccio. In cucina trovai un piatto giallo con dei pulcini, con un tenerone fatto a pezzetti e delle zucchine trifolate. Quasi non aspettai che mi mettesse il bavaglino, era uno dei miei piatti preferiti. Mangiai tutto e un panino al latte, mentre Rebe si concesse un piatto di riso venere condito con un filo d'olio. Mi venne concesso di guardare un episodio delle Winx, prima di farmi sistemare per la notte. Rebecca, puntuale come un orologio svizzero, spense la tv non appena la sigla finale terminò, prendendomi per mano fino al bagno. "Mettiamo un pannolino doppio? Emma arriverà per le 9 domani mattina e non voglio che ti trovi tutta bagnata." Grazie del pensiero Mamy, davvero un amore. "Mettiamo il pigiamino con le tartarughe?" mi chiese agitandomelo davanti al naso. "Shi..." dissi, visto che sapeva benissimo che amavo le tartarughe; le aveva inserite pure nelle attività creative che mi riguardavano non a caso. "Adesso fila a nanna." mi disse mettendomi giù con una pacca sul sedere. "Mi fai le coccoline?" le chiesi prima di entrare in camera. "No. Ti vengo a rimboccare le coperte e poi dormi da sola." Restai un po' delusa, così, mentre lei cercava il mio ciuccetto per la casa, io sgattaiolai nella sua stanza per rubarle una maglietta. Il suo profumo aveva il potere di farmi stare tranquilla e di calmarmi subito; così mi infilai sotto le mie coperte e aspettai che tornasse. "Buonanotte Giulia." mi disse piano dandomi un bacio sulla guancia. "Notte Mamy." Nascosi la maglia della Marvel così che non potesse vederla e portarmela via e mi addormentai poco dopo stringendola.
La mattina seguente un profumo di torta appena sformata mi svegliò; appena aprii gli occhi notai la porta della stanza socchiusa e una luce debole entrare. Mi sedetti nel letto e nemmeno a farlo apposta Emma entrò proprio in quell'istante. "Ma buongiorno." disse venendomi incontro con le braccia aperte per darmi un abbraccio. "Hai fame?" mi chiese sorridendo. "Si, tanta fame io." dissi rendendomi conto solo in un secondo momento di quello che avevo detto. Nascosi il viso tra le mani ed Emma rise silenziosamente vedendomi. "Andiamo, la torta al cioccolato ormai deve essere pronta." Mi prese per mano e mi fece sedere sullo sgabello della cucina, con una bavaglia rosa contornata da coroncine. "Ecco la tua fetta di torta con la ciuccia di latte caldo." disse serenamente sedendosi accanto a me per aiutarmi. "Mangia tutto che poi ho una bella attività da proporti."

I want to be your babyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora