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Doveva essere una domenica mattina come le altre: niente di particolare, solo relax. Mi svegliai sentendo il brusio della gente, nelle strade poco trafficate della città. Mi alzai e aprendo la finestra per guardare all'esterno, il calore del sole invase la stanza. Sistemai il letto e poi entrai nella camera accanto, quella di Rebecca; stava dormendo a pancia in giù con il sedere per aria e la bocca aperta. Solo lei poteva riuscirci in quella posizione assurda. Alzai piano le tapparelle e lei se ne accorse subito, iniziando a dimenarsi e rotolarsi nel letto per finire in pochi secondi sul tappeto, proprio con il sedere. "Almeno ti sei svegliata." dissi sorridendole, mentre lei si alzava in piedi massaggiandosi il pannolino. "Andiamo a fare colazione." dissi allungandole una mano. Me la strinse strofinandosi gli occhi; la portai così in cucina per darle il suo biberon di acqua, mentre cercavo di combinare qualcosa di decente. Decisi di darle uno yogurt senza lattosio, con dei cereali e delle scaglie di cioccolato, mentre io mi sarei accontentata di un cappuccino abbastanza discreto. La imboccai inizialmente, lasciandola poi pasticciare da sola verso la fine. Si fece due enormi baffi sulle guance, che non riuscì poi a ripulire nemmeno con la lingua. "Rebecca, tesoro, mi sa che ci vuole un bel bagno per lavare via quel pasticcio." Così, la feci scendere e la seguii fino al bagno, mentre camminava sculettando più del solito per colpa del pannolino pieno. La feci stendere sul fasciatoio e le tolsi tutto, lasciandola in pochissimo completamente nuda. La vasca era pronta, mancava solo una piccola Rebecca tutta zozza da immergervi dentro. La lasciai giocare un po', lavandola finché non ritenevo che fosse pulita a sufficienza. La feci uscire e le misi addosso il suo accappatoio, asciugandola per bene. La rimisi così sul fascistoio e le diedi in mano il pannolino pulito, mentre la cospargevo di borotalco. "Tutta bella pulita e profumata." dissi con una vocina strana che la fece ridere. "Oggi fa davvero caldo. Mettiamo solo una magliettina che dici?" le chiesi come se potesse decidere lei. "Metterei questa." dissi sventolando una maglietta corta e attillata di Harry Potter, tutta gialla con lo stemma dei Tassorosso stampato di qua e di là. Le raccolsi i capelli in due piccoli chignon alti e le feci indossare delle ciabattine nere con delle margherite. Dopo la solita routine di pulizia personale la mandai in soggiorno per l'attività che avevo pensato. Vista la quantità di vasetti di omogeneizzati e fruttini vuoti, avevo pensato di riciclarli e dipingerli con dei fiorellini. Una volta pronti sarebbero stati dei perfetti porta oggetti e di sicuro Beka si sarebbe divertita. Quindi, mentre lei mi attendeva impaziente sul tappeto del soggiorno con le mani sotto il mento e lo sguardo perso fuori dalla finestra, io raccimolai tutto il necessario e la raggiunsi poco dopo con le braccia colme. "Stellina ti va di rendere questi vasetti dei prati fioriti?" Nemmeno il tempo di chiederglielo e già era all'opera. La guardai dipingere, pensando a quanto potesse essere tenera mentre si concentrava per far bene il suo lavoro. La lasciai in pace solo quando mi resi conto che dovevo mettermi a preparare il pranzo; con mio grande dispiacere andai in cucina, ma non potevo fare diversamente. Cucinai un piatto di pasta al tonno, giusto per variare un po' l'alimentazione; quando tutto fu tutto pronto ritornai dalla mia Baby ancora intenta a dipingere. "Tesoro è pronto a tavola." le dissi notando che non aveva intenzione di staccarsi da quei vasetti. "Rebecca non fare innervosire la mamma. Lo sai come va a finire poi..." Alzò finalmente lo sguardo verso di me e allora si rese conto della mia espressione indispettita. "Ok Mamy." disse lasciando tutto sul tavolo, diretta al bagno per pulirsi le manine. La feci poi sedere a tavola, ma nonostante il bavaglino qualche pennetta cadde sulla maglietta pulita. Pensai che in fondo non sarebbe stato un gran problema, perché avevo in mente qualcosa di davvero speciale per lei. Quando ebbe finito anche la mela, la mandai in bagno, così che potessi organizzare il mio diabolico piano. Presi la famosa divisa da scolaretta che mi aveva fatto indossare non molto tempo prima e mi diressi verso il bagno, elettrizzata come mai. "Tesorino vieni qui dalla Mamy." le dissi con un sorriso perverso e compiaciuto. Rebecca ovviamente aveva già intuito cosa sarebbe successo di lì a breve. "No ti prego..." provò a dire, ma la feci ugualmente stendere sul fascistoio, infilandole la camicetta e la gonnellina, con i calzetti abbinati. "Pronta per andare a scuola." Rebecca aveva un broncio che toccava quasi terra, ma io mi stavo davvero diventando. Le dissi di sedersi sul divano, mentre cercavo in cucina una mela e dei mirtilli. Riutilizzando i vasetti vuoti avremo fatto un po' di matematica e di travasi. "Bene Rebecca sai dirmi quanti mirtilli ci sono in questo vasetto?" le chiesi vedendola contare con un dito ogni singolo frutto. "12." rispose. "E se adesso io ne sposto 5 in questo vasetto, quanti mirtilli restano?" Continuai così, rendendomi conto che si trattava di semplici esercizi, ma a Rebecca tutto ciò sembrava piacere molto, nonostante il disappunto iniziale. "La mela l'ho divisa in 8, ma se tu ne mangi due e io te ne rubo un pezzetto, quanti ne restano per Ironman?" Il suo pupazzetto era rimasto sul divano e ci guardava, a parer mio, malissimo. Chissà cosa avrebbe detto Tony di tutto ciò. In ogni caso la lezione durò circa un'ora e come premio diedi alla mia bimba un buonissimo gelato ai frutti di bosco, che ovviamente le gocciolò sulle gambe e sulle mani.

I want to be your babyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora