Parte 3

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Il ragazzo a pochi metri da me finalmente alza gli occhi sul mio viso, le sue iridi color ghiaccio mi colpiscono. Alcuni ciuffi dei suoi capelli neri gli scorrono morbidi sul viso nascondendo la sua fronte, la sua bocca carnosa si allarga in un sorriso.

Lo vedo avvicinarsi sempre di più a me, fino a quando i nostri corpi vengono separati solo da un soffio d'aria.

«Piacere, Jacob.»

«Il piacere è mio, Alyssa.» percorro linee immaginarie sul suo petto con un dito.

«Quanti anni hai, Alyssa?»

«Ne ho diciannove, tu?»

«Venti. Ti va di ballare con me?» mi domanda, ottenendo subito una risposta positiva da parte mia. Un ragazzo dall'aspetto così intrigante e lusinghiero dovrebbe essere intrepido, ma nella sua voce noto un pizzico di esitazione.

«Non ti avevo mai vista, sei nuova qui?» afferra i miei fianchi incitandomi a ballare, ricomincio con la mia danza cercando di non spingermi troppo oltre.

«Mh, sono del primo anno.»

«Io del secondo, se ti serve una mano posso aiutarti qualche volta.» ammicca, posizionando i suoi occhi sulla mia bocca.

Lo vedo blaterare, ridere, ma le mie orecchie non percepiscono nemmeno una parola a causa della musica troppo alta, e forse anche a causa del suo sguardo così accattivante.

Le nostre mosse si uniscono sempre di più in un'unica movenza. La foga del momento ci porta a congiungere i nostri corpi e ad avvicinare anche le nostre labbra, che in un paio di secondi si fondono l'una all'altra in un bacio passionale.

La sua lingua si appropria della mia facendosi spazio nella mia bocca, che lo accoglie senza esitazione.

Una mano delinea la mia spina dorsale, mentre l'altra è poggiata sulla mia nuca per sorreggermi.

Ci stacchiamo per prendere fiato dopo una serie di baci che sembrano essere durati un'eternità.

Mi lecco il labbro inferiore decisamente più rimpolpato, una risata fugge dalla mia bocca notando il mio rossetto rosso sbavato su tutto il suo mento.

«Ti va se ci spostiamo da qui?» la calca di universitari accanto a noi mi sta asfissiando. Mi prende una mano per non perdermi tra la folla e, spostandosi a passo veloce grazie alle sue lunghe gambe, mi porta verso un posto isolato nel corridoio.

La mia mente è così occupata a pensare al ragazzo corvino davanti a me che ho dimenticato i miei due amici da soli. A questo punto spero che anche Sophie abbia trovato un bel ragazzo.

«Mi daresti il tuo numero?» poggia la schiena contro una parete, la sua altezza esorbitante lo costringe ad abbassare la testa mentre si rivolge a me. Mi passa il cellulare, sul quale registro il mio numero di telefono, lui fa lo stesso con il mio.

Una volta conficcato il mio iphone nella borsa, mi avvicino nuovamente a lui per riprendere ciò che avevamo interrotto qualche attimo prima. Mi alzo in punta di piedi e afferro il suo volto tra le mani, con le dita attorciglio lentamente i suoi capelli morbidi.

Jacob non lascia i miei fianchi nemmeno per un istante, che racchiude tra le sue braccia possenti. Il suo respiro caldo si unisce al mio, chiudo gli occhi pronta ad appoggiare le mie labbra sulle sue ormai rosse, ma prima che possa assaporarle qualcuno ci interrompe bruscamente.

«Alyssa, muoviti.»

Mi stacco di colpo riconoscendo quella maledetta voce che mi tormenta ogni notte.

«Cosa?» chiedo stordita, la confusione si fa spazio sul mio volto.

«Non fare domande cazzo, ce ne dobbiamo andare.» esclama serrando la mascella, stasera sembra più nervoso del solito, mi chiedo perché debba sempre sfogare le sue frustrazioni su altre persone.

«Perché dovrei venire con te?» domando senza mai staccarmi da Jacob, mi tiene vicina a sè assistendo alla scena perplesso.

Vinnie alza gli occhi al soffitto sempre più arrabbiato, non è abituato ad essere trattato male, solitamente tutti gli danno ascolto a causa della sua popolarità. Mi prende per un braccio e mi tira via dalla stretta del ragazzo appena conosciuto, trascinandomi via da lì.

«Alyssa, che succede? Lo conosci?» Jacob mi raggiunge bloccando Vinnie, che non molla la sua presa su di me.

«Tu chi cazzo sei?» sbotta il biondo infastidito, la sua forza si consolida attorno al mio avambraccio, guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia.

«Tranquillo Jacob, ti scrivo quando arrivo a casa.» gli sorrido prima di essere trasportata duramente nella sua macchina gialla.

Non capisco perché la vita non riesca a darmi un momento di serenità. Ogni volta che mi sento lontana dai miei incubi, mi si ripresenta una difficoltà che rovina tutto quanto. La maggior parte delle volte quella difficoltà è causata proprio da Vinnie.

«Non capisco perché tu mi stia portando via dalla festa.» incrocio le braccia al petto lasciando scorgere un velo di afflizione nella mia voce.

«Non farti film mentali Alyssa, non mi interessa un bel niente di te o di chi ti scopi, tua madre mi ha obbligato a portarti a casa.»

Ah.

Se il cuore umano potesse spezzarsi con una sola frase, il mio sarebbe già in mille pezzi in questo momento.

Io non chiedo affetto, ma vorrei solo essere trattata decentemente. Sono stanca, stanca di lui e del suo comportamento, eppure tutto quello che desidero fare in questo istante è lanciarmi tra le sue braccia e scoppiare in un pianto liberatorio.

Mi sento umiliata, sono così dannatamente stupida. Vinnie mi distrugge sempre di più e io continuo come un cane bastonato a concedergli il mio cuore e la mia anima.

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heyy, come state?
mi avete fatto morire nei commenti del capitolo precedente, pensavate fosse vinnie quel ragazzo e invece no raga ahahah
fatemi sapere cosa ne pensate, un abbraccio 💓

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