La sveglia poggiata sul comodino alla mia sinistra suona ininterrottamente segnando l'inizio di un nuovo giorno.
A causa di quel rumore seccante sono costretta ad allungare un braccio e spegnere quell'aggeggio meccanico che fino a pochi mesi fa accompagnava tutte le mie mattine, dovrò riprendere la mia routine per questo semestre.
Con l'arrivo dell'autunno il clima inizia a raffreddarsi, automaticamente diventa più difficile alzarsi dal mio confortevole letto. Sbuffo portando una mano sugli occhi, che strofino per attivarmi.
Stamattina la testa mi fa male per mezzo di tutto l'alcool ingerito, non avrei dovuto bere la scorsa sera. Inoltre, guardandomi allo specchio noto l'esistenza delle occhiaie scure causate sicuramente dalle ore piccole fatte stanotte. Sono arrivata a casa alle due, ma ho avuto difficoltà ad addormentarmi pensando a tutto quello che è accaduto.
Essendo in ritardo mi precipito fuori di casa e per fortuna Jackson è qui ad aspettarmi nella sua macchina.
«Menomale che ci sei tu, avrei perso l'autobus.» lo abbraccio velocemente prima di allacciare la cintura.
«Come sempre fai tardi, andiamo a fare colazione?» annuisco impaziente, per fare in fretta non ho toccato cibo.
Parcheggia la sua auto accanto alla caffetteria della nostra università, è molto affollata di mattina, ma ciò non mi fermerà dal prendere un caffè, l'unica cosa di cui ho bisogno per svegliarmi davvero.
«Ho detto a Sophie di raggiungerci, va bene?» gli chiedo posando il cellulare in tasca e avvicinandomi al bancone per scegliere cosa mangiare.
«Mhh.» mormora con titubanza, non degnandomi nemmeno di uno sguardo.
Pago per il mio ordine e insieme a Jackson mi siedo ad un tavolino accanto alla finestra, attraverso la quale si può avere una splendida vista su tutto il cortile.
«Qual è il problema?»
«Non lo so Alyssa...c'è qualcosa che non va in lei, non me la conta giusta.» fissa il suo cappuccino girando con un cucchiaino il suo contenuto.
Mi fido ciecamente di lui, il suo intuito non ha mai sbagliato un colpo e so che le sue intenzioni sono buone, infondo lui vuole solo difendermi da ciò che potrebbe farmi star male.
Questa volta però non riesco a trovare un senso nelle sue parole, le sue supposizioni sembrano rivelarsi senza fondamenti, Sophie è una ragazza cordiale, affettuosa ed espansiva, si è mostrata disponibile dal primo momento.
«Ma no, è così carin-» a causa di una stretta improvvisa termino la frase, un odore di ciliegia inebria le mie narici.
«Buongiorno!» mi domando come faccia Sophie ad essere sempre così energica, io non avrò la forza nemmeno di alzarmi da questa sedia.
Rivolge un sorriso armonioso ad entrambi, un sorriso che farebbe addolcire chiunque e che conferma le idee che mi sono fatta sulla sua persona.
«Ieri ti sei divertita alla festa.» mi fa un occhiolino e scoppia in una fragorosa risata, chiaramente ha assistito al mio bacio con Jacob e ora vuole sapere i dettagli.
Sento le mie guance riscaldarsi e tingersi di rosso, prontamente le nascondo tra i miei palmi, non voglio rivelare il mio evidente imbarazzo, inoltre vorrei evitare di essere presa in giro.
«Cos'è successo?» interviene Jackson ignaro di tutto. Era così impegnato ad ubriacarsi che ha dimenticato anche della mia presenza.
«Ho conosciuto un ragazzo e abbiamo limonato.»
Sophie applaude con entusiasmo, sembra più contenta di me.
«Poi siamo stati interrotti e sono dovuta andare via, ma è stato davvero carino, mi ha anche scritto per chiedermi se fossi arrivata a casa.» continuo sorridendo, Jacob è davvero un bel ragazzo e forse averlo incontrato potrebbe aiutarmi a sentirmi mentalmente più leggera.
Mi batte il cinque, «Grande. Spero che questo non sia l'ennesimo stronzo.» esclama, Jackson è sempre stato protettivo nei miei confronti. «Ah, comunque mi dispiace se non ti ho riaccompagnata a casa, Sophie le hai dato tu un passaggio?»
«Veramente no.» risponde la bionda, la faccia di Jackson si corruga in una smorfia confusa mentre addenta metà del suo cornetto al cioccolato.
Mi mordo il labbro inferiore presa dal nervosismo, adesso Jackson mi ammazza.
«È stato Vinnie.»
Nel sentire il suo nome inizia a tossire, il boccone gli è andato storto, «Cosa?!»
«Ma come sei amica di quel figo di Vincent? Dovrai farmelo conoscere, Alyssa!»
No, Sophie, non vuoi assolutamente conoscerlo.
Finita la mia colazione, saluto i miei amici e scappo dal piccolo bar per evitare le domande di Jackson. Mi dirigo verso la mia facoltà, mi aspettano delle lezioni pesanti e sarò completamente sola.
Dopo quattro noiosissime ore esco in cortile per prendere un po' d'aria, all'interno dell'edificio iniziavo a sentirmi stanca.
Mi siedo su una panchina per osservare con attenzione il giardino intorno a me, si può notare quanto tengano all'aspetto di questo college; i prati sono curati meticolosamente, sono ricoperti da fiori colorati e accompagnati da alberi rivestiti di foglie arancioni.
L'aria umida si appoggia sulla mia pelle dando origine ad un brivido di freddo che fa tremare il mio corpo.
Lo spazio accanto a me viene occupato da uno zaino nero, alzo il capo per notare davanti a me la presenza di Jacob.
«Posso?»
«Certo.» gli faccio spazio sulla lassa di marmo grigio sulla quale sono seduta.
«Come va?» incrocia le gambe girando la testa su un lato per avere una maggiore possibilità di guardarmi.
«Bene dai, ho appena finito e sono esausta, il mio cervello non riesce più ad assimilare concetti nuovi.» sorrido trascinandolo in una risata contagiosa.
«Vale lo stesso per me.» si massaggia le tempie con le dita. «Che cosa studi?»
«Biologia marina, e tu?» gli domando curiosa.
«Farmacia. Senti, ti va di mangiare qualcosa insieme, o hai già pranzato?»
Come risposta mi alzo dalla panchina e gli porgo una mano per sollevarlo.
Ci incamminiamo tra i deliziosi sentieri del college fino ad arrivare ad una tavola calda in fondo alla strada. Il locale è molto accogliente, il profumo di piatti fatti a mano ci avvolge in un clima familiare che rende l'ambiente ospitale e piacevole.
Una volta ordinato del cibo caldo, io e Jacob ci accomodiamo su dei divanetti color panna abbinati perfettamente al resto dell'arredamento.
«Ieri sera forse mi sono spinto troppo oltre? Eravamo entrambi brilli, Alyssa.» beve un sorso d'acqua dal suo bicchiere e deglutisce rumorosamente, è teso.
«Stai tranquillo, lo volevamo entrambi. Mi è piaciuto e mi dispiace di essere andata via all'improvviso.» poggio il mento sul palmo della mia mano e gli sorrido dolcemente.
Finalmente si libera della sua agitazione emettendo un sospiro che stava trattenendo in gola.
Terminiamo il nostro pranzo e mi riaccompagna a casa, si congeda con un bacio sulla guancia e va via, non prima di aver aspettato che io aprissi la porta.
Quest'uscita mi ha davvero aiutato a conoscere Jacob più a fondo, mi ha raccontato di se stesso, della sua famiglia e dei suoi progetti futuri.
È un ragazzo sveglio, simpatico, ma anche un po' impacciato, una caratteristica che ai miei occhi lo rende tanto tenero.
Forse frequentarlo potrebbe portare dei vantaggi, e perché no, magari potrei levarmi definitivamente Vinnie dalla testa.
-
ciaoo, come state?
spero che questo capitolo vi sia piaciuto, so che non c'è vinnie, ma mi rifarò nel prossimo giuro (tanto è già pronto e lo pubblicherò presto) 🫶🏻tiktok: alisswattpad
instagram: aliswattpad
STAI LEGGENDO
Deceptive
Romance"Sono io, quei petali, e lui le mie spine; nonostante si fosse ostinato a tagliarle, loro faranno sempre parte di quella rosa, rendendola più forte e solo più bella." Alyssa Evans è una ragazza di diciannove anni, coraggiosa e dal cuore buono. Vinni...