Parte 23

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È domenica, l'odore dell'erba bagnata riempie l'aria e le nuvole grigie ricoprono il cielo, appiattendo il colore dei giardini curati minuziosamente lungo il quartiere.

Le goccioline d'acqua piovana sbattono contro la mia finestra, sembrano fare a gara a chi percorre il vetro più velocemente, fino al davanzale.

Oggi è uno di quei giorni...il mio corpo non ha le forze per fare nulla, mi sento sommersa dai pensieri e dalle sensazioni negative.

Ho il petto che non riesce più a sopportare il peso di tenersi tutto dentro, qualche volta vorrei essere così coraggiosa da sfogarmi, piangere, urlare, ma puntualmente non riesco ad emettere nemmeno un suono, né a cacciare una lacrima.

Vorrei che qualcuno mi facesse un po' di compagnia in questa giornata, ma non mi ha cercata nessuno in questo fine settimana.

Ho Jackson, Sophie, Matthew, Amélie...eppure mi sento costantemente sola. Gli voglio un bene così grande che farei di tutto per loro, ma l'amare gli altri mi lascia vuota, senza un briciolo di bene nei confronti di me stessa.

Mi accerto sempre che tutti stiano bene, e io?

Sono sicura di non piacere molto alle persone che mi stanno accanto, si aspettano cose che io non riesco a dare, e nonostante alcune volte mi mostrino affetto, la percezione che tutti mi mentano rimbomba nella mia mente.

Mi odio così tanto che credo sia impossibile che qualcuno possa tenere realmente a me, o addirittura amarmi.

Jackson non mi parla dall'ultima volta che ci siamo visti, e io non ho provato nemmeno a scrivergli qualcosa. Siamo uniti da un legame indissolubile, ma siamo entrambi così testardi da farci sopraffare dall'orgoglio. So che è molto protettivo nei miei confronti, ma mi ha attaccata in modo così personale da farmi sentire male.

La verità è che so di dovergli dare ragione, lui vuole il mio bene e Vinnie in questi anni non ha fatto altro che spezzarmi il cuore, ed è per questo che ascoltando le sue parole sono crollata dentro, mi ha distrutto i castelli di sabbia che avevo costruito nella mia mente e mi ha aperto gli occhi. E ci ho visto solo disillusione.

Sono una persona tanto insicura e i pensieri mi mangiano viva costantemente, almeno questa volta avrei preferito rimanere nei miei sogni.

Dopo aver scrollato su tutte le app del mio telefono con la speranza di ricevere un messaggio, mi rigetto sul letto, a pancia all'aria e con lo sguardo rivolto verso il soffitto bianco.

Anni fa mio padre ci aveva attaccato degli adesivi a forma di stelline e una luna più grande, si illuminavano al buio, mi piacevano moltissimo. Ho sempre avuto una strana ossessione per il cielo stellato e, soprattutto, per la luna, mi perdo sempre ad osservarla, incantata dalla sua bellezza.

Adesso ciò che rimane del mio soffitto è solo una chiazza senza colore e con residui collanti.

Mi ricordo ancora quando mi mettevo sotto le coperte con Vinnie e insieme guardavamo quelle lucine incantati, inventando costellazioni e dando il nome ad ognuna di esse.

C'era una stellina in particolare che funzionava meglio delle altre, si trovava al centro fra tutte ed era la più luminosa; segretamente le affidai il nome di 'Vinnie', mi ricordava la luce della contentezza che mi attraversava ogni volta che passavo del tempo con lui.

Fu bello quell'anno, forse il più bello di tutta la mia vita. Avevo conosciuto Vinnie qualche mese prima ed eravamo diventati subito inseparabili. Mi dava tutto l'affetto di cui avevo bisogno, mi proteggeva come una sorella minore e ci divertivamo come migliori amici.

Poi iniziarono a bullizzarmi a scuola.

Non c'era un vero e proprio motivo, se la prendevano con me e con il mio aspetto, ma io ero solo una bambina... troppo piccola per affrontare cose che mi hanno scombussolato la percezione della vita.

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