«Chi pensi possa essere stato a fargli quel livido?» chiedo al mio migliore amico con lo sguardo perso nel vuoto, da ieri non ho più smesso di pensare all'occhio viola di Vinnie.
Nonostante mi abbia chiesto di starne fuori, sono determinata a capire cosa sia potuto succedere.
«Penso solo che tu debba lasciar perdere quello stronzo.» mi risponde alzando gli occhi al cielo, ignorando completamente la mia domanda.
Jackson lo odia, ma odia ancora di più l'idea che possa anche solo avvicinarsi a me, il problema è che io ormai mi sento un caso perso.
«Sai che non lo farò.» sussurro.
«Io voglio solo proteggerti Alyssa, lui ti farà star male e ne sei consapevole.» appoggia le mani sulle mie spalle e mi scuote in modo da far rivolgere la mia attenzione completamente a lui, visto che i miei occhi sono fissi sul biondino distante qualche metro da noi.
Se ne sta appoggiato ad un albero con il cellulare in una mano, e una ciocca di capelli di una ragazza nell'altra. Lei gli parla con gli occhi a cuoricino, ma lui sembra essere concentrato solo sulla scollatura vertiginosa della sua camicetta. È bellissima.
La gelosia pervade il mio corpo facendomi ribollire il sangue nelle vene, vorrei essere in grado di catturare il suo sguardo proprio come quella ragazza sta facendo con lui adesso.
Prima che possano fare altro, afferro la mano di Jackson e mi allontano il più possibile.
«Scusami, so che tu vuoi il mio bene più di chiunque altro.» lo tiro in un abbraccio caloroso, quasi fraterno visto il nostro rapporto.
Mi lascia un bacio sulla fronte e va in aula lasciandomi completamente sola nei corridoi.
Anch'io avrei una lezione da seguire, ma decido di saltarla e andare in caffetteria per passare un po' di tempo da sola.
Mi avvicino al bancone e ordino la mia solita colazione: cappuccino e croissant al cioccolato bianco. Mi metto in cerca di un posto libero da occupare, quando noto la presenza di Vinnie e della ragazza di stamattina.
I nostri sguardi si incrociano per qualche secondo prima che possa dirigermi ad un tavolino infondo al bar per restare inosservata.
A quest'ora i ragazzi sono quasi tutti a lezione, quindi il bar non è stracolmo di gente, anzi è accogliente e grazie alla musica riesco a godermi quel senso di tranquillità di cui avevo bisogno.
Sento il campanello della porta suonare, alzo lo sguardo sulla persona che ha appena fatto il suo ingresso, Jacob.
Gli faccio segno con la mano di avvicinarsi, uno splendido sorriso spunta sul suo viso.
«Hey!» lo saluto una volta accanto a me.
Jacob ed io non abbiamo più smesso di scriverci da quella sera. È sorprendentemente interessante, affettuoso e perspicace, ha anche un lato misterioso, che non vedo l'ora di scoprire con il tempo. Tutto sommato rimane un ragazzo timido, poco disinvolto, ma i suoi modi di fare da bello e dannato mi fanno venire voglia di spogliarlo dalle sue insicurezze.
«Ciao, bellissima.» afferma dandomi un bacio sulla guancia. «Come stai?»
«Tutto bene, e tu? Come mai non segui?»
«Sono appena arrivato, ho bisogno di ricaricare le energie con un caffè prima di iniziare la giornata.» ride mentre sorseggia la sua bevanda calda.
La sua mano incontra la mia, le nostre dita iniziano un gioco di intrecci per percepire un contatto.
Per quanto Jacob possa essere una piacevole compagnia, io mi sento in estremo disagio, solo per colpa del ragazzo a qualche metro da me che mi sta fissando insistentemente, i suoi occhi passano dal mio volto alla mia mano, che tocca quella di Jacob.
Il ragazzo corvino si schiarisce la gola, la mia concentrazione si sposta nuovamente su di lui. «Quando mi concederai un'uscita?»
«Quando me lo chiederai.» ridacchio, fingendomi disinteressata.
«Sabato sera va bene?»
Annuisco entusiasta, sposta la sua sedia accanto alla mia per avermi più vicina e poggia un braccio intorno alle mie spalle.
Accolgo il suo abbraccio stringendomi sul suo petto, che trovo così confortante da poggiare la mia testa su di esso. Con un dito mi alza il mento obbligandomi a guardarlo dal basso, gli sorrido stupidamente vista la mia posizione.
La mia espressione stramba però non sembra divertirlo, i suoi occhi sono puntati alla mia bocca incurvata e sembrano interessati solo e soltanto ad essa.
«Cosa stai aspettando?» lo provoco cambiando completamente la mia smorfia in una più seducente.
«Che stai dicendo Alyssa?» mi domanda senza staccare il suo sguardo da me, pare si sia lasciato andare all'immaginazione.
«Baciami.» la mia voce è sottile, esce dalla mia bocca quasi in un soffio.
Non se lo fa ripetere due volte, Jacob inclina la testa ed elimina tutta la distanza tra noi per intrappolare le mie labbra nelle sue. Il suo sapore di caffè si fa spazio nella mia bocca, che si muove lentamente su quella del ragazzo, sembra avere voglia di approfondire sempre di più questo contatto che è già così intimo.
Mi stacco da lui per recuperare il fiato perso, dei veloci, ma dolci baci a stampo sono improntati su di me. «Devo proprio andare adesso.» afferma dispiaciuto infilando la giacca di pelle e staccando le sue braccia dal mio corpo.
«Ci sentiamo allora.» lo saluto con un sorriso, le sue labbra si appoggiano sulla mia guancia calda e si staccano rapidamente.
Si alza dalla sua postazione e va via dalla caffettiera, lasciandomi sola con una miscela di emozioni nella mia testa che si intersecano l'una con l'altra.
Metto a posto il mio telefono in borsa e mi alzo per uscire da quel luogo, ma una volta poggiata la mano sulla maniglia, mi sento bloccata.
Il mio polso viene chiuso in una stretta decisa che mi segue perfino all'esterno, senza mai staccarsi. I miei occhi si alzano sulla figura che sta arrestando i miei movimenti, la pelle viola sulla palpebra e sull'occhiaia non è ancora andata via, ma è decisamente più chiara.
«Cosa vuoi?» gli chiedo con freddezza, l'obiettivo è quello di non far trasparire nemmeno un'emozione.
Non aspetto una risposta che continuo a parlare, non riesco proprio a guardarlo in queste condizioni. «Mi dici cos'hai fatto all'occhio?!»
«Ho detto che ti devi fare i cazzi tuoi.» sputa arrogante come sempre.
Lo odio, lo odio, lo odio.
«Di nuovo quel tipo?»
Un cipiglio si estende sulla mia fronte, perché gli importa?
La sua visuale è indirizzata alla strada davanti a noi, si guarda intorno in cerca di qualcosa, o qualcuno, ma nemmeno per un secondo si volge ai miei occhi, che cercano solo i suoi color nocciola in cui tanto amano perdersi.
«Fatti anche tu i cazzi tuoi.»
«Devi lasciarlo perdere.» pronuncia finalmente incollando gli occhi ai miei come due calamite che si cercano e si attraggono a vicenda.
Lascia la presa sul mio polso e avanza verso la sua macchina sfrecciando via. Ancora una volta, mi ritrovo come una stupida in mezzo al nulla, da sola.
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heyy, come state?
non preoccupatevi, vinnie sarà molto più presente nelle prossime parti!
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Deceptive
Romance"Sono io, quei petali, e lui le mie spine; nonostante si fosse ostinato a tagliarle, loro faranno sempre parte di quella rosa, rendendola più forte e solo più bella." Alyssa Evans è una ragazza di diciannove anni, coraggiosa e dal cuore buono. Vinni...