Parte 17

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Le prime luci della giornata sono entrate attraverso la mia finestra illuminando completamente la mia stanza. I raggi del sole puntano in direzione del mio viso rendendomi impossibile continuare a dormire.

Mi muovo sul posto agitando le gambe e girandomi in cerca di una posizione comoda, fino a ritrovarmi contro qualcosa che riconosco istantaneamente come il petto marmoreo di Vinnie.

Mi sporgo spingendomi verso l'alto per studiare la sua fisionomia che mi attrae eccessivamente.

Sta ancora dormendo, il mio sguardo vaga sulle sue lunghe ciglia, che giacciono perfettamente sul suo contorno occhi, sul modo in cui le sue labbra carnose sono corrugate e sui suoi morbidi ricci che si distendono in modo disordinato su uno dei miei cuscini bianchi.

Con estrema delicatezza gli circondo il collo approfittando del suo sonno per stargli vicina e sprofondare nella sua morsa. I nostri corpi sono allineati, il mio bacino è incollato al suo grazie al suo braccio che mi tiene con fermezza.

Se si svegliasse in questo momento probabilmente non mi permetterebbe questa intimità, mi concedo quindi un ultimo bacio sulla guancia e piano piano mi sottraggo dal suo abbraccio per dirigermi verso il bagno, all'interno del quale mi preparo velocemente.

Oggi sarei andata al college dopo interi giorni di ozio, il momento per piangersi addosso l'ho avuto ed è durato anche troppo, non permetterò a un verme di rovinarmi la vita. Cerco di rendermi presentabile, dopo che ho guardato il mio riflesso allo specchio per settimane e ho provato ribrezzo nei miei confronti ogni volta, ho bisogno che la mia autostima aumenti.

Chiusa la porta alle mie spalle, mi accorgo del letto sfatto e vuoto; una parte di me si sta illudendo che possa essere sceso al pieno inferiore, ma non appena mi rendo conto della serranda alzata, le mie fantasie precipitano.

Forse non dovrei sentirmi delusa, ma poteva almeno degnarmi di un saluto.

Essendo in ritardo corro a prendere l'autobus che, come tutte le mattine, mi lascia davanti l'ingresso principale.

Mi precipito all'interno dell'aula di biologia, questo è uno dei pochi corsi in comune con Vinnie, che sta spaparanzato sul suo banchetto in ultima fila.

Sposto il suo zaino gettandoglielo per terra e mi siedo accanto a lui. «Prima di andare via potevi anche ringraziare, eh.»

«Non iniziare a rompere.» risponde a tono senza sollevare mai la testa.

«Non solo ti faccio rimanere a dormire nel mio letto, ti comporti anche da stronzo.» sottolineo l'aggettivo sentendo già i nervi a fior di pelle.

A volte lo sopravvaluto, mi lascio convincere dall'unico gesto premuroso che fa nei miei confronti dimenticando il suo vero atteggiamento.

Sbuffa rumorosamente. «Grazie, va bene così? Ora sta' zitta e lasciami stare.»

Afferro il cappuccio della sua felpa e lo tiro verso di me in modo da fargli innalzare la testa, ancora schiacciata sul legno gelido del banco. «Non ti permettere di trattarmi come una delle tante che ti porti a letto ogni notte, perché io non valgo quanto loro.» sussurro con orgoglio a pochi centimetri dal suo volto.

«Ti ho aiutato e tu hai aiutato me, ora cosa cazzo vuoi, Alyssa? Pensavi che tra noi potesse esserci realmente qualcosa?» ridacchia con un ghigno arrogante sulle labbra.

«Vuoi giocare con i miei sentimenti? Bene, adesso gioco io con te.» affermo soddisfatta lasciando il tessuto dei suoi indumenti e allontanandolo da me.

La mia attenzione si sposta sulla professoressa lontana da me e sulla lavagna sulla quale è intenta a scrivere, ma posso notare di sottecchi la sua mascella indurirsi e il suo sguardo cupo bruciarmi addosso.

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