Vinnie's pov
Sono andato via, combattendo contro l'istinto di portare Alyssa lontano da quel college, e ho lasciato che la mia fiducia si installasse nei suoi amici.
Ho rifilato la scusa del voler indagare su chi fosse il colpevole delle foto, ma non ho alcuna capacità utile per scoprirlo. Mio fratello mi ha pregato di tornare urgentemente a casa e io ho dovuto dargli ascolto. Sono corso a casa e ho lenito le ferite di mia madre, per tutto il tempo ho dovuto ascoltare il suo pianto sconnesso in silenzio; il mio cuore si è spezzato di qualche centimetro in più, per lei e la mia piccola rosa senza spine.
Sono stanco di mantenere su persone a pezzi, la messa in scena della bella famigliola felice non funziona, e se mia madre e mio fratello non lo capiscono, si faranno andar bene le mie decisioni. Mi hanno indottrinato l'idea che se decidessi di denunciarlo, rovinerei ancora di più la loro vita.
Ho sempre pensato che non si possa aiutare qualcuno che non vuole essere aiutato, e ci ho provato a starmene zitto per la mia intera vita, provando a capire perché volessero distruggersi così. Le persone si infliggono sofferenza per dimenticare altro dolore, ognuno preferisce provarlo in modo differente.
Ma quella non è semplice angoscia, mia madre vuole morire, e io non ce la faccio più a vederla spingersi verso il patibolo.
Sono pronto a rinunciare a loro, inizio una guerra contro colui che mi ha rovinato la vita e mi guadagno l'odio di tutti. Non me ne importa più niente, metto in salvo la mia famiglia e me ne vado, ho perso le forze e non voglio più lottare.
Adesso devo vivere da egoista alla ricerca della mia felicità.
Finora ho messo me stesso in fondo alla mia piramide affettiva e ho aspettato, arrendevole, l'arrivo di qualcosa che mi svoltasse la vita. Non pensavo fosse una persona a cambiarmi drasticamente, a farmi rivalutare le mie priorità e il valore della vita.
Non ho mai negato a me stesso quanto amore provassi nel mio cuore, ma faceva così tanto male non averla che ho costretto me stesso a smettere di immaginare che io e lei potessimo effettivamente viverci l'un l'altro.
Ma poi ho ceduto. Ho ceduto a lei e ho lottato contro il mio orgoglio, i pensieri intrusivi e contro la persona di merda che sono diventato. Una persona che non mi rappresenta, una che vuole urlare in cima a un grattacielo fino a prosciugarsi dalle emozioni, ma che alla fine se ne sta zitta e muore dentro.
Lei ha cambiato la mia prospettiva sulla vita. Crescendo con una visione distorta della morte, non ho mai avuto paura del pericolo, ma ora mi rendo conto della gravità di esso e non voglio più rischiare. L'unica cosa che voglio è andare via da qui. Ho bisogno di prendere per mano la mia Alyssa e portarla dove più desidera, a Parigi, soli, lontani da chiunque.
Mi ritrovo seduto sul bordo di questo dannato letto da due ore, fisso la porta in attesa che Alyssa e i suoi amici entrino, ma di loro nessuna traccia. Non possono essere ancora al college, è passato troppo tempo, ma Alyssa non risponde alle innumerevoli telefonate che le sto lasciando. Perché diavolo non arrivano?
Mi guardo intorno e penso, penso, penso, ma non mi capacito di chi possa averle scattato quelle fotografie.
Ho acceso il suo computer, setacciato ogni app installata e la sua intera cronologia, ma niente di ambiguo è apparso.
La telecamera è ostruita da una cover per webcam, dubito che l'abbia lasciata aperta e in seguito si sia spogliata dinanzi a essa.
Non è stata hackerata, è stata spiata in modo differente, ne sono certo. Le hanno piazzato telecamere in giro, o peggio, qualcuno si è introdotto in casa sua.
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Deceptive
Romance"Sono io, quei petali, e lui le mie spine; nonostante si fosse ostinato a tagliarle, loro faranno sempre parte di quella rosa, rendendola più forte e solo più bella." Alyssa Evans è una ragazza di diciannove anni, coraggiosa e dal cuore buono. Vinni...