Parte 10

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Vinnie's pov

«Mamma io torno più tardi, okay?» le dico avvolgendo il suo corpo esile tra le braccia, «Ciao Reggie.» faccio un occhiolino a mio fratello minore ed esco di casa. 

Inspiro a pieni polmoni una boccata d'aria fredda, prima di entrare in macchina e dirigermi al college, non ho intenzione di seguire le lezioni oggi, ma ho delle questioni da risolvere prima che sia troppo tardi.

In pochi minuti mi ritrovo davanti l'edificio, trafficato da studenti che corrono da una parte all'altra senza freni, mi chiedo perché qui tutti siano afflitti da così tanta agitazione. 

Tra la moltitudine di ragazzi intravedo alcuni dei miei conoscenti, evito il loro sguardo e con la testa bassa mi affretto a raggiungere il retro. 

Lui è già lì ad aspettarmi, la sua solita espressione vaga è estesa sul suo volto pallido. Ha gli occhi privi di emozione, ha uno sguardo che incute impassibilità, apatia, osservo quelle iridi color ghiaccio e tutto quello che riesco a vedere è il vuoto.

«Quanta te ne serve oggi?» mi chiede con disinteresse, estraendo dalla tasca delle bustine di plastica trasparente contenenti della polvere bianca.

«Una sola.» impugno il sacchetto mettendo tra le sue mani il denaro necessario per ripagarlo. Prima di lasciarlo andare gli afferro un braccio e lo tiro indietro. «Dobbiamo parlare anche di un'altra cosa.»

«Che vuoi?» parla con voce lieve, la sua vista si posa sul mio braccio, che stringe forte il suo, di seguito su di me.

«Te lo dico adesso e non voglio ripeterlo, non devi più avvicinarti ad Alyssa. Chiudi quello che hai iniziato ed esci dalla sua vita. So che stai pensando di trascinarla nei tuoi giri e ti giuro che se tu osi anche solo provare a farlo, io ti uccido con le mie stesse mani.» sussurro a denti stretti infilando le mie unghie nella sua carne.

«Oh, ti sei innamorato Hacker?» ha un sorriso beffardo sulla sua bocca che mi fa venire voglia di spaccargli tutti i denti.

Sbuffo trattenendo in corpo tutta la rabbia presente «Ascoltami bene Jacob, non sono qui per scherzare. Non ti permetterò di rovinare la sua vita, dimenticati di lei per sempre, altrimenti sarò io a rovinare la tua.» sputo le parole fuori dalla mia bocca con nervosismo, scandendo lentamente ogni lettera.

«Credi davvero che mi lascerò convincere solo perché ti sei indebolito?» un'altra risata riecheggia nell'aria.

«Vedi di andartene a fanculo.» lo spingo facendogli sbattere la testa contro il muro alle sue spalle.

«Me ne vado, me ne vado.» alza le braccia in segno di resa. «Ah e stai tranquillo, me la scoperò così forte che quando tornerà da te non riuscirà nemmeno a camminare.» mi informa allontanandosi sempre di più e sparendo velocemente dietro l'angolo.

Codardo.

Stringo i pugni con prepotenza e colpisco il muro per liberarmi da questa furia che mi pervade il corpo. 

Come fa lui. Sei proprio come lui, Vinnie

Lo faccio fino a quando non vedo tutto nero, nella mia mente si ripetono i ricordi. I

l buio, due mani unite, le suppliche.

Starete bene, vi aiuto io a stare bene.

Getto violentemente lo zaino per terra e mi siedo sulla scala di ferro retrostante. Vorrei urlare, tirare fuori dalla mia gola un urlo capace di distruggermi le corde vocali, ma io una voce non ce l'ho mai avuta. 

Sono il ragazzino spezzato che ha dovuto tenere tutto dentro per anni, smorzando quelle grida in singhiozzi silenziosi.

Estraggo dalla bustina che Jacob mi ha appena venduto una buona dose e la poggio sul dorso della mia mano, mi chiudo una narice con un dito e con l'altra sniffo i frammenti di quella sostanza che sale fastidiosa nel mio naso.

E all'improvviso, ecco che il mondo si spegne.

Non ci sono più il vetro rotto, il sangue, le lacrime, il trambusto, gli attacchi di panico.
Ci sono solo io. Io, Vinnie, in una dimensione che finalmente sento mia. Non sono più intrappolato in una realtà dolente.

Sono al sicuro. Loro sono al sicuro.

Quei minuti di silenzio nella mia testa, di respiro mancato, è questo quello che cerco. Il mio unico appiglio. 

Mi lascio andare completamente a questa sensazione paradisiaca, questo sentimento non durerà molto, ma mi accontento di questi pochi attimi di luce. Getto la testa all'indietro e apro le palpebre, il sole mi appanna il campo visivo che era rimasto scuro per tutto questo tempo.

Scoppio a ridere rendendomi conto della mia ingenuità, mi asciugo le goccioline di sudore freddo cadute lungo le mie tempie per poi alzarmi dallo scalino e vagabondare nel giardino del college. 

Qui sembra tutto così perfetto e curato, ci tengono molto all'apparenza di questo posto e all'eccellenza degli studenti, sono sicuro che alla direttrice verrebbe un colpo se venisse a conoscenza degli spacci di droga che avvengono in questo istituto. L'idea mi fa sorridere amaramente.

Ho preso coscienza di essere circondato da una marea di persone noiose e superficiali già da tempo. Sono in mezzo a tutta questa gente che non vale nemmeno un attimo con te

Mi guardo intorno e ciò che vedo è solo una serie di corpi senza anima, i loro volti come degli scarabocchi su un foglio bianco, mentre io mi sento come un pezzo di carta già accartocciato e buttato in un angolo. 

Sono tutti sopraffatti da una brutalità interiore che ha il solo obiettivo di schiacciare gli altri, giudicarli fino a renderli disumani. 

Io sono stanco di vivere in un mondo così, non ho intenzione di restare a lungo. 

È questo quello che ho dovuto subire per anni interi, si sono limitati a guardarmi con disprezzo, mi hanno perennemente trattato in modo differente, l'ho sempre notato, come se fossi speciale o come se fossi un demone, non c'è mai stata via di mezzo. 

Nessuno si è mai avvicinato a me con l'intenzione di capirmi, scoprirmi, da chiunque sono solo considerato come uno stronzo senza cuore. 

Eppure, io un cuore ce l'ho e batte solo per lei.

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heyyy, come va?
è un po' corto, ma non volevo allungare il brodo con cose superficiali perché questo capitolo è importante.
alcune parti possono creare un po' di confusione, ma hanno chiaramente un significato e sicuramente le capirete meglio più in là ❤️‍🩹

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