Parte 36

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Una strana puzza di disinfettante mi pervade le narici, apro lentamente le palpebre, lasciando che la luce filtrata attraverso le tende mi svegli.

Le pareti bianche sono diverse da quelle della mia camera, tutto intorno a me è così luminoso da farmi chiudere nuovamente gli occhi. Ma dove sono?

La testa mi fa malissimo, come anche il resto del corpo.

«Tesoro.» la voce dolce di mia madre mi confonde ancora di più. Le sue mani delicate si posano sulla mia fronte e poi sulle guance, mentre un altro paio di mani più grosse mi stringono le dita tra i palmi.

«Siete tornati.» accenno un sorriso, ma mi risulta tutto troppo difficile anche compiere un gesto così naturale, mi sento stremata.

Apro gli occhi, trovandomi entrambi i miei genitori davanti, piegati su di me.

Coperta da un lenzuolo bianco, mi rendo conto di essere in una stanza d'ospedale.

«Come stai?» mi domanda mio padre, i suoi occhi naturalmente affusolati, ora sono addolciti e pieni di lacrime che vuole nascondere.

«Mi sento stordita...ma perché sono in ospedale?»

«Ti ricordi qualcosa di stanotte?»

Scuoto il capo, confusa e addolorata. L'ultimo ricordo risale alla conversazione con Matthew, quando gli ho chiesto di uscire per prendere un po' d'aria, poi il vuoto.

«Che cos'è successo?» chiedo ancora, le loro espressioni preoccupate mi fanno paura, necessito una risposta che loro non sembra vogliano darmi.

«È meglio che riposi un altro po'.» il tocco gentile di mia madre continua ad accarezzarmi come se fossi di porcellana, sul punto di rompermi in mille pezzi.

«Perché sono qui? Voglio saperlo.»

«Te lo spiegheranno i dottori, va bene?» insiste mio padre, alzandosi dalla sedia per darmi le spalle e affacciarsi alla finestra.

Cosa diavolo sta succedendo?

I miei genitori, fino a ieri in viaggio per lavoro, avranno preso il primo aereo disponibile per venire qui da me e non vogliono dirmi la verità?

«Ci siete solo voi qui?»

«C'erano i tuoi amici fuori, volevano entrare a tutti i costi, ma ho dovuto mandarli via, non potevano stare qui. Verranno più tardi.»

«E basta?»

Amo ognuno di loro con tutto il mio cuore, ma in questo momento vorrei vedere solo una persona.

«Chi altro dovrebbe esserci, Lyssa?» lo sguardo confuso di mia madre mi colpisce più di quello preoccupato che aveva fino a un attimo fa.

Vinnie non è venuto qui per me?

«Oh...Vinnie, non c'era?»

«Alyssa...» la sua presa si accentua sul mio viso, le sue iridi si riempiono di nuovo di nervosismo.

Il cuore mi batte forte, mi sta facendo angosciare tantissimo. «Cosa, mamma?»

«Lo stanno operando.»

«Che sta succedendo? Dimmi la verità, ti prego.» gli occhi mi si riempiono di lacrime amare, mi sento sperduta.

«Lyssa, dovresti riposare, non puoi agitarti in questo momento.»

«Parla! Che gli è successo?» urlo, nonostante la voce debole mi graffi la gola.

«Vado a prenderti qualcosa al bar.» mio padre esce dalla stanza, lasciandoci sole per parlare.

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