Parte 39

2.9K 94 118
                                    

Ti stai specchiando da venti minuti, ti muovi a scendere?

Segna il messaggio sullo schermo illuminato del cellulare.

Mi avvicino alla finestra per cercare i suoi occhi indiscreti, la sua figura muscolosa è poggiata al lato di casa sua per avere una visuale perfetta sulla mia stanza. Le labbra carnose sono incorniciate da un sorriso sprezzante, accompagnate dalla solita sigaretta che spezzerei in due; eppure, non riesco a non notare quanto fascino gli faccia guadagnare quello stupidissimo cumulo di tabacco.

Chiudo le tende e afferro il cappotto, imprimo pelle e vestiti del mio profumo preferito, floreale e con note di vaniglia.

«Sto uscendo!» grido dal corridoio, evitando i miei genitori, e mi catapulto fuori, dove Vinnie mi stava già aspettando sul porticato.

«Sei uno stalker del cazzo.»

Mi afferra un fianco e mi porta addosso a sé, facendo aderire i nostri petti. «Sei bellissima.» mi sussurra a fior di labbra, ma quando mi spingo all'insù per ottenere il mio bacio, si scosta per affossare le labbra nella mia guancia.

Mi porge un mazzo di rose, rigorosamente rosse, profumate, stupende e senza spine. «Grazie, Vi, sono bellissime.» gli sorrido, e questa volta riesco a rubargli un bacio a fior di labbra. Le posiziono sul tavolino all'entrata, in modo da non portare il peso con me per tutta l'uscita.

«Dove andiamo?» domando dopo un po', seguendo i suoi passi lungo la strada.

Il palmo della sua mano mi scivola lungo la schiena e giù per il fianco, mentre mi cammina accanto e mi tiene attaccata alla sua figura. «Adesso vedi.»

Ha la faccia di uno che ha dormito tre ore stanotte, le sue occhiaie marcate fanno capolino al centro del viso, ma è sempre magnifico.

«Sembri stanco.»

«Sto facendo dei turni stressanti.»

Si sta ammazzando di lavoro da quando è tornato a casa, e sono abbastanza sicura che non gli faccia bene tutto questo stress psicologico, avrebbe dovuto riposare un po' dopo l'operazione subita, ma si sa, ha la testa dura.

«Avresti dovuto dirmelo, potevamo uscire un altro giorno. Perché improvvisamente stai lavorando così tanto?»

«Devo racimolare i soldi.»

«Per?» insisto, curiosa e spaventata che possa utilizzarli nel modo sbagliato.

L'ultima volta che ha provato a guadagnarsi dei soldi era per la droga, e per quanto mi fidi di lui, non sono così certa che non nutri almeno un piccolo desiderio di ricascare nel turbine di quella dipendenza. È stato fortunato, perché nonostante fosse un antidoto per la sua mente infestata, è riuscito a non farsi trascinare al centro del ciclone che rappresentano le droghe. Ma il terrore di vederlo così abbattuto da voler cercare benessere in quelle sostanze vive in me togliendomi il fiato, non reggerei se Vinnie si facesse del male in questo modo, è tutta la mia vita.

«Per ridarteli, Alyssa, non l'ho dimenticato.»

Sbuffo, li rivoglio davvero i miei risparmi, ma non voglio neanche che si riduca a sembrare uno zombie.

«Non c'è nessuna fretta, è stata una mia scelta darglieli.» mi lascio stringere nella sua presa, avvicinandomi ancora di più al suo braccio, mi piace quel calore familiare che sprigiona la sua pelle a contatto con la mia.

«Non ti devi preoccupare per me, le mance sono buone e tra poco ti darò tutto ciò che meriti.» mi stampa un bacio innocente sulla tempia, uno di quelli leggeri e dolci che ti pitturano sul viso un sorriso altrettanto dolce.

DeceptiveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora