Parte 16

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Sono passate settimane dall'ultima volta in cui ho messo piede al college, ogni giorno mi obbligo ad alzarmi dal letto e farmi forza; tuttavia, quelle scene si ripetono nella mia testa e fanno male proprio come la prima volta.

Sophie e Jackson sono venuti a trovarmi spesso, io non gli ho parlato molto, nonostante ciò, ogni volta si sono stesi ai miei lati e hanno cercato di farmi dimenticare tutto.

Trascorro le giornate nella mia camera, in uno scorcio, ad ascoltare musica o a leggere un libro, solo per ignorare la vita reale e volare in un altro universo. Quello che non ricevo qui, lo ricevo all'interno di pagine di carta sulle quali leggo parole d'amore che a me mai nessuno ha dedicato.

Nonostante ciò, io immagino lui come il protagonista di ogni storia.

A volte il mio sguardo cade su quella maledetta finestra e finisco per contemplare da lontano quella luna bella e pacifica che splende nell'oscurità, e che un po' illumina anche la mia psiche.

Anche adesso, avvolta tra le coperte e stretta ad un pupazzo, ammiro la notte stellata immaginando scenari di una vita serena che a me hanno deciso di non donare.

Qualcosa sembra annerire ancora di più quella luce offuscata del cielo notturno, coprendo la mia intera vetrata. Sobbalzo terrorizzata quando mi rendo conto che si tratta di una figura, ma appena ne riconosco i lineamenti i miei nervi si calmano e un sorriso compare spontaneo.

Un ticchettio sbrigativo sulla mia anta trasparente mi incita ad alzarmi e ad aprire, facendolo entrare finalmente nella mia camera.

«Scusami se mi ripresento da te all'improvviso e scusami se te lo sto chiedendo di nuovo, ma posso rimanere qui?» sussurra con una paura velata tra le sue parole, posso vedere i suoi occhi diventare lucidi e le sue mani tremare.

«Tutto il tempo che vuoi.» afferro il suo collo e lo porto più vicino a me, facendogli appoggiare la testa sulla mia spalla, mentre io lo abbraccio forte. «Vinnie, cos'è successo?» gli domando all'orecchio, i suoi muscoli si rilassano sotto il mio tocco.

Non mi risponde, ma sento il suo fiato affannarsi e l'effetto bagnato di qualche lacrima cadermi sulla clavicola.

Quando si accorge del suo presunto errore, tira immediatamente su col naso e si asciuga le occhiaie voltandosi verso il muro.

«Se non me lo dici non posso proprio aiutarti...» gli accarezzo la schiena per incitarlo a parlare e a girarsi verso di me.

«Ho bisogno di stare con qualcuno, sono solo.» ammette con vergogna, regalandomi nuovamente la visione sui suoi tratti angelici.

«Te la ricordi la promessa che ci siamo fatti da bambini?» scuote la testa spaesato. «Ci siamo giurati di esserci in ogni momento l'una per l'altro, e anche se non hai mantenuto la tua parola, tu hai me, sempre.» gli prendo la mano intrecciando le sue dita nelle mie come i pezzi mancanti di un puzzle.

Io e Vinnie...due frammenti di puzzle incastrati male che hanno bisogno solo di essere ricomposti.

Ora è lui ad abbracciarmi, a stringermi nel suo petto talmente forte che mi sembra di entrargli sottopelle. Forse è proprio quello il posto a cui appartengo: dentro di lui, dove le nostre anime si incontrano e si fondono in un'unica essenza che esiste solo per il battito di un cuore, il quale ci è stato spezzato a metà e riposto all'interno della gabbia toracica. Ma io lo so, me lo sento, che ne formiamo uno in due.

Non so se la mente umana ha il potere di far alleggerire il corpo e innalzare lo spirito, ma posso affermare con fermezza che torno a rinascere ogni volta che il mio corpo si unisce al suo.

Gli afferro l'indice e lo circondo con le mie dita per trascinarlo verso il mio letto, facendolo ridere per il mio gesto così infantile. «Fa freddo, vieni.» gli faccio spazio di fianco a me riservandogli un posto sotto al piumone pesante.

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