LA PROFEZIA

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Buon lunedì miei lettori!

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Buona lettura!🤍

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•Tom stai dicendo un sacco di scemenze.

•No, Helena. Sei sempre venuta da me.
Potevi fare qualsiasi cosa quando hai scoperto del finto tradimento di Draco. Potevi aspettare e parlare con lui, e invece no... hai dato retta a me e sei venuta a letto con me. Per vendetta? Non credo solo per quello.
Tu volevi farlo, perché avresti potuto scegliere altre persone ma hai scelto me.
La persona più sbagliata per la tua testa, ma più giusta per il tuo istinto.

Per non parlare del nostro incontro al lago nero dopo mesi. Potevi fare qualsiasi cosa: scappare, urlare.
Invece no, hai scelto di manipolarmi, mi hai anche baciato pur di riuscirci e ce l'hai fatta, per un secondo ci sei riuscita. E sai perché? Perché è questo che sei.
È questo che ti rende vera e libera di essere te stessa.

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Helena

Mi ritrovai a Nurmengard, senza aver avvisato Regulus, senza vedere Draco, avevo bisogno di risposte e credo che mio padre le conoscesse tutte.

Bussai e ad aprirmi fu proprio lui. Sembrava essere sicuro che mi sarei recata lì.
Mi fece entrare e percorremmo le scale per il piano di sopra. La stanza era isolata, illuminata dalla luce calda del camino.
Le larghe vetrate mostravano le stelle e una luna piena. Guardandola pensai a Draco, ai segreti su di me e mi venne l'ansia nel scoprire cosa sapesse 0 se sapesse davvero qualcosa; una parte di me sperava ancora di no, anche se gli indizi dicevano tutt'altro.

Lo sfarzo della cena di capodanno era scomparso e adesso sembrava una grande stanza illuminata il giusto per due persone.
Due persone che erano state lontane per troppo tempo.
Gellert, che non aveva avuto il coraggio di essere un buon padre e io, che non volevo conoscerlo proprio per questo.
Preferivo accantonare il problema piuttosto che affrontarlo. Ma adesso ci trovavamo uno seduto di fronte all'altro sopra delle sedie di velluto di colore blu notte. Davanti allo scoppiettio della legna e un basso tavolino di vetro abbellito da orchidee.

-"Mi aspetto che tu abbia delle domande per me." iniziò a parlare.
-"E che tu abbia delle risposte."
-"So che Tom ti ha parlato degli Uffici Misteri."

Il fatto che lo chiamasse per nome e non con qualche altro nomignolo, mi fece stringere le dita dei piedi sulla pianta delle scarpe.

-"Ascoltavi allora." risposi.
-"Certo, io ascolto e guardo tutto, Helena."

Ci guardammo per un po' senza dire una parola. Aspettavo solo le sue e sapevo già che avrebbero sconvolto la mia vita.
Il mio istinto non sbagliava quasi mai e forse avrei preferito che restasse in silenzio per sempre, pur di non sapere.

-"Sarò schietto e conciso con te, anzi..." si alzò dalla sedia e si avvicinò su un mobile di legno scuro, quasi nero. Aprì un'anta e allungò il braccio per prendere qualcosa. In mano teneva un teschio con un lungo beccuccio.
Più si avvicinava e più lo mettevo a fuoco, non riuscendo a capire di cosa si trattasse.

Si sedette, lo ripose tra le sue gambe e disse:
"Ti mostrerò la verità." soffiò e buttò fuori l'aria. Essa divenne immagini.

Vidi un'ufficio con muri alti con piastrelle nere lucide, pavimento dello stesso materiale.
Tutt'attorno scaffali pieni di sfere di cristallo.

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