PUGNALE

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Buon giovedì miei lettori!🤍

Cosa avrà in serbo il nostro Gellert per Draco quest'oggi? Scopriamolo🤪

Buona lettura!🤍

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•Cosa? Il potere? Non è quello che voglio.

•Questo è quello che credi. Hai una luce diversa quando usi i tuoi pieni poteri.
Non sei simile a me perché copi me o perché cerchi di essere come me, lo sei perché sei così e stai reprimendo
il tuo essere.

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L'indomani mattina venni chiamata da Dobby per recarmi alla tana.
A quanto pare un uomo si trovava al di fuori della protezione.

-"È Gregorovitch." dissi, guardando dall'interno, sollevata dal fatto che non fosse nessun mangiamorte o Tom in persona.

Avanzai, da sola.
Lui non poteva vedermi e io non mi fidavo di nessuno.
Prima di uscire evocai l'incantesimo Homenum Revelio per capire se ci fossero dei mangiamorte ma esso luccicò solo attorno il fabbricante di bacchette.
Uscii dalla protezione e mi mostrai.

-"Ce ne hai messo di tempo, signorina!" mi guardò con stupore come se non fosse sicuro di trovarmi qui.
-"E lei ne ha messo davvero poco a creare la bacchetta."
-"Non ti auguro di passare del tempo con quel pazzo." disse, riferendosi a Tom.

Troppo tardi.

Sogghignai mentre sfilavo la bacchetta dai miei jeans e iniziai a scannerizzare le sue impronte per farlo entrare dentro la protezione.
-"Come è andata?" chiesi.

Lui guardava tutti i miei movimenti, non per stupore ma per capire se i passaggi fossero giusti -"Mi hanno tenuto nei sotterranei della villa del tuo ragazzo." gelai a sentire le sue parole ma subito continuò -"Tom mi ha dato una settimana di tempo. Ha chiesto cosa mi servisse per crearla, ha recuperato tutto e mi sono messo subito all'opera, con il patto che mi avrebbe liberato una volta finito." spiegò.
-"E lei? Sta bene?" chiesi, quasi terminando.
-"Si, il biondo mi portava sempre cibo e acqua."

Adesso non ci resta che sperare che il piano di Olivander vada avanti.

Completai la protezione e proprio quest'ultimo fu il primo a ritrovarsi con Gregorovitch.
Quindi adesso, il fabbricante di bacchette, stava sotto la mia custodia, insieme all'Ordine, evitando la morte, nel caso in cui Tom capisse che quella bacchetta non poteva avere i miei stessi poteri.
Ormai faceva parte della nostra squadra.

Poco dopo mi recai all'orfanotrofio, alla stessa ora. Quella donna, nella stessa stanza, stessa poltrona, stesso libro.

Avrei voluto farle una miriade di domande, ma non potevo, dovevo stare cauta.
Dovevo capire se potessi fidarmi.
Poteva essere una trappola capitanata da Tom: far pensare che lei stia dalla mia parte pur di smascherarmi facilmente.

Forse lei doveva fidarsi di me ma anche io dovevo fidarmi di lei.

Non avrei passato tre ore del mio pomeriggio inutilmente, così decisi di scendere al piano di sotto, dove vi erano le stanze dei bambini; stanze ormai vuote.

Il corridoio era spoglio.
Nessuna foto, nessun fiore, nessuna pianta.
Le pareti di color verde pastello si sposavano alla perfezione con le porte di colore verde scuro.
L'ambiente era triste, nonostante intravidi alcuni scarabocchi fatti dai bambini sulle pareti: nuvole, sole, rondini.

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