A una festa insieme

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-Io...non volevo dire che tu lo avessi fatto apposta, so che non mi feriresti mai di proposito...è solo che...- dissi.
-Selena, hai ragione tu. È tutto ok- disse.

Abbassai lo sguardo indecisa su quello che ormai avevo fatto: non era certo una cosa bella dirgli che mi ha fatto sentire come un oggetto anziché come una persona, lui dice che non l'ha fatto apposta...non l'avrò ferito? Non penso, voglio dire, io sono solo stata sincera in fin dei conti...

Ma se avessi esagerato? Se avessi trasformato una mia sensazione in qualcosa che abbia ferito Justin?

Le cose avevano una loro spiegazione, come quella del dottore, però mi faceva comune stare male onestamente.

Però per la cosa delle analisi Justin ha semplicemente esagerato perché pensava alla mia salute, sono comunque arrabbiata per il fatto che abbia deciso per me però forse ho esagerato e dirgli quelle cose.

Istintivamente allacciai le braccia al suo collo abbracciandolo. Lui molto sorpreso dal gesto, dopo pochi secondi portò le braccia sulla mia schiena ricambiando l'abbraccio. Un braccio circondava la mia vita e l'altro le mie spalle. Ero ancora seduta su di lui ma ciò non gli dava alcun problema.

-Justin?- sussurrai sulla sua spalla.
-È tutto ok tra di noi?- dissi incerta.
Si staccò per guardarmi. -Certo piccola, perché non dovrebbe? Sta tranquilla- mi sorrise un po' intenerito e io annuii.

-Sono su quella panchina oddio!- sentii una voce in lontananza e aggrottai la fronte.
-Dove??-
-Sulla panchina, guarda! Lei è sopra di lui!- arrossii di colpo sotto l'attenzione di qualcun altro. Justin sorrise un po' divertito. Siccome stavo guardando in direzione delle ragazze, mi accorsi solo dopo di Justin che stava per baciarmi. Il suo viso avanzò sicuro e io mi lasciai andare al bacio mentre Justin portò la mano dietro la mia vita nel frattempo che spingendo le sue labbra contro le mie mi faceva indietreggiare con la schiena. Tutto davanti agli occhi di quelle ragazze.
Sorrisi contro le sue labbra mentre quasi quasi mi stava facendo finire stesa su quella panchina a furia di farmi indietreggiare con la schiena a causa del bacio.

La realtà era che ero felice, ero felice quando Justin mi baciava davanti agli altri, ero felice vedendo che non si vergognava di me. Non potrei spiegare quanto mi rendeva felice... Perché pensavo a quando non si voleva far vedere con me, quando gli parlai davanti ai suoi amici ed era nervoso, era infastidito. Piansi così tanto quel giorno, sapendo che Justin si vergognava di me.

Ero consapevole del fatto che i miei occhi brillassero in quel momento, sulla panchina, il modo in cui sorridevo e le scintille nei miei occhi. Quelli di Justin invece cambiarono e si fermarono a guardarmi, come se stesse ammirando qualcosa e stavo per girarmi per vedere se ci fosse qualcos'altro ma mi resi conto che sarebbe stato stupido visto che non stava guardando dietro di me, ma nei miei occhi.

In quei momenti, le mie paure scomparivano completamente...avevo paura che in presenza di altri Justin cambiasse ma non stava succedendo affatto, e continuavo a sperare che non succedesse.

Ero, infatti, abbastanza in ansia per la festa ma continuavo a ripetermi che sarebbe andato tutto bene con Justin benché io e le feste non andiamo proprio d'accordo, né tanto meno io e la mia generazione.

Quando arrivai a casa e vidi mio padre mi ricordai della mancata telefonata.

-Ciao!- lo salutai e in risposta ricevetti un sospiro.
-Che cosa devo fare con te?- disse e io aggrottai la fronte perdendo un battito.
-In che senso?- dissi un po' confusa.
-Mi ha chiamato la scuola dicendomi che hai fatto così tante assenze che sei a rischio- disse incrociando le braccia.
-S-s-si ma lo sapevi che non...non stavo andando a scuola- dissi.
-All'inizio. Ma non credevo che non ci fossi andata per un mese!- si arrabbiò.
-Quasi un mese- lo corressi ma mi guardò serio.

I'm falling in love with a loserDove le storie prendono vita. Scoprilo ora