Tra amici speciali

92 3 5
                                    

Quando i miei occhi si aprirono ci misi un po' a realizzare che era mattino e a ricordare di prima che mi addormentassi.

Insomma, ci metto un po' a capire dove mi trovo e in che mondo sono.

Mi ritrovai con delle coperte addosso ma mi ricordai le condizioni in cui mi addormentai ieri: in lacrime e priva di coperte.

Mugugnai mettendomi sui gomiti.
-D-dylan- mormorai vedendo mio fratello in soggiorno. Se ne accorse e venne piano verso camera mia e me ne stupii per quanto lo dissi piano.

-Ehi, sei sveglia?- disse sedendosi sul mio letto. -Mh-h- feci. -Che ore sono?-chiesi stropicciandomi gli occhi. -Non devo andare a scuola?- dissi un po' confusa. -Ieri sei tornata troppo tardi per poter andare a scuola- disse. -E tu? Non ci vai nemmeno?- dissi. -Io entro alla seconda ora- disse e gli annuii. Guardai sulla sveglia del mio comodino che segnava le 8 e 30.

-Come mai sei tornata così tardi?- mi chiese. -Ho perso la cognizione del tempo- dissi e mi sentivo ancora frastornata. Dylan annuì tra se e se e stava per alzarsi dal letto -Dylan- mormorai. Si girò -Mh?-- lo abbracciai prendendolo un po' alla sprovvista ma stette all'abbraccio. Il mio viso era rilassato contro la sua spalla e mi beai di quel momento.

Quando Dylan andò a scuola restai sola in casa e pensai che fu una fortuna che mio padre mi abbia lasciato dormire data la tarda ora in cui ero tornata ieri.

Restai a letto tutto il giorno, e anche tutta la sera in realtà...ho letto un libro e poi mi sono infilata le cuffie e ho iniziato ad ascoltare musica per deprimermi.

Justin

Ero nelle vicinanze di casa mia quando riconobbi una figura riconosciuta. Vidi quel ragazzino di cui mi ricordai improvvisamente il nome essere Tyler. Mi salutò con la mano e gli andai incontro. -Ehy Tyler- gli sorrisi. -Ciao!- mi sorrise, un sorriso così raggiante e genuino. -Come stai?- gli chiese. -Bene- abbassò lo sguardo per rispondere con un piccolo sorriso. -Tu?- mi chiese guardandomi. -Bene- risposi accennendogli un sorriso. -Dove stavi andando?- gli chiesi. -Oh, non lo so...volevo uscire fuori- disse. -Io stavo tornando a casa ora ma credo che tornerò al supermercato per prendere qualcosa da mangiare...- alzai un sopracciglio. -Ti va di venire?- continuai. Sorrise -Si, d'accordo- disse. Presi a camminare -Devi dirlo a qualcuno?- dissi e mi ricordai della sfuriata del patrigno. -No- mormorò.

-Tu vai al liceo della città?- mi chiese. Gli annuii -Il mio posto non-preferito in assoluto- dissi e lui rise. -Com'è come scuola? So che ancora ci vorranno un po' di anni ma mi incuriosisce- disse. -Fidati, finché puoi, non pensare al liceo- dissi e sorrise.

-Cosa devi prendere al supermercato?- mi chiese. -Ci penseremo una volta lì- ammiccai sorridendogli.

Si sentiva già la primavera nonostante ci mancava ancora circa un mese. L'aria fresca e calda allo stesso tempo, gli alberi che fioriscono e le api che rompono il cazzo.

-Atchu!- starnutì Tyler. -Salute- dissi nonostante la trovassi sempre senza senso come parola da dire quando qualcuno starnutisce. -Sei allergico?- gli chiesi. -Si- disse alzando la testa dopo lo starnuto. -Quando arriva la primavera per me è un incubo- dissi. -Anche— dissi ma mi fermai. -Cosa?- chiese. -Niente- scossi la testa e capii che era meglio non insistere, anche se non aveva idea di cosa volevo dire.

-Da quanto state in questo quartiere?- decisi di cambiare argomento. -Da poco, vero?- continuai. -Si- rispose. -Non è molto- disse. -La casa dove stavamo prima non era molto a posto, ci siamo trasferiti qui perché il compagno di mia mamma si è offerto di aiutarci lui e ci ha "regalato" questo posto- disse. -Non è che sia molto meglio di dove stavamo prima, ma per me è ok...- disse e io annuii. -Prima in quale quartiere stavi?- chiesi. -A Skid Row- mormora. Cazzo, è proprio un quartiere terribile. Lo mormora quasi come se gli avesse effettivamente lasciato dei traumi. -Oh, cavolo- dico.

I'm falling in love with a loserDove le storie prendono vita. Scoprilo ora