Sliding Doors - 2 VERSIONE ITALIANA

Capitolo 37

Josephine

"Sicura che non vuoi che ti accompagni sul set?" chiede Shane per l'ennesima volta.

Si è preoccupato perchè mi ha vista piangere stamattina. 
Mi sono fatta prendere da un momento di debolezza e, mentre mi preparavo per uscire, ho riguardato delle foto di me e Hero. Non ho saputo resistere ma sono scoppiata a piangere quasi subito.
Non gli ho voluto raccontare tutta la storia, nè a chi mi stessi riferendo ma Shane è intelligente, se lo sarà già immaginato di chi stavo parlando.

"No, tranquillo... prendo la mia macchina e vado!" gli sorrido

"Ti accompagno alla macchina allora, tanto devo recuperare anche la mia..." insiste.

Lo so, se fosse per lui non mi lascerebbe uscire da sola oggi! Starei volentieri a casa anche io, se non fosse che oggi è il giorno delle prove e da domani iniziamo a far sul serio.
Incontrerò tutti gli attori del cast di Moxie e non potrà che farmi bene, così la mente smetterà di pensare sempre alla stessa persona 24h al giorno.

"Okay, questo te lo concedo..." lo prendo in giro mentre si mette le scarpe e prende le chiavi per uscire.

"Sarò in città ancora per qualche tempo, passa a trovarmi quando vuoi okay?" mi chiede guardandomi apprensivo.

"Ehi Shane, sto bene... davvero!" accenno un sorriso "Ti dirò quando sono libera, così possiamo organizzarci... le riprese dureranno parecchie settimane penso!"

"Tranquilla... troveremo un modo! Non scappare anche da me, okay?" ci fermiamo davanti alle nostre macchine e mi prende le mani, per enfatizzare quello che ha appena detto.

Annuisco mentre le lacrime fanno capolino di nuovo.
Non devo piangere. Non adesso.

Salgo velocemente in macchina e prendo il cellulare per accendere il navigatore.
Da questa parte della città non so come arrivare agli studi dove inizieremo a girare il film.

La notifica di un messaggio attira la mia attenzione.

No. 
Non posso.
Non adesso.
Non posso aprirla adesso.

Hero

No.
L'unico modo per andare avanti è ignorarlo, per quanto faccia male.
Lo devo fare per me stessa.
Non so se questa è la migliore decisione da prendere, ma per ora è quello che voglio fare.
Anche se fa male. 
Anche se fa tremendamente male.

Accendo il navigatore ignorando il messaggio che è appena arrivato.

La notifica e il fatto di aver un suo messaggio dentro al telefono si insinua in me, come un tarlo. Non riesco a pensare ad altro.

Cosa mi avrà scritto?
Cosa vorrà sapere?
Magari ha sbagliato a inviare il messaggio.
Vorrà veramente sentirmi? Chiedermi come sto?
Una parte di me spera ardentemente che sia così ma la ricaccio in fondo ai pensieri. Ora non posso permettermi di cedere.

Arrivo agli studios con mezz'ora di anticipo. Spengo il navigatore e la notifica riappare.

Hero.

Un altro messaggio?
Sospiro. 

No. Non lo aprirò.

Metto via il cellulare dentro la borsa e la chiudo con la zip.
Scendo dalla macchina e mi dirigo all'entrata, mostrando il badge al guardiano all'ingresso.

Gli studios sono veramente enormi e molto diversi da quelli di After.
Mi guardo intorno, non riconoscendo nessuna delle persone che affollano i vari locali. 
Sembra una mini città, con strade e capannoni. 
Ci sono delle macchine da golf che girano sfrecciando qua e là.
Persone che ridono e che parlano al telefono con un'espressione molto concentrata.