Ciao a tutt*, intanto vorrei ringraziare chiunque stia leggendo questo racconto, che ormai sta diventando una storia a tutti gli effetti.
Vorrei fare alcune precisazioni a livello storico, che potrebbero essere utili per capire meglio ciò che succede nei capitoli successivi e l'evoluzione generale di questa storia.
Alla vigilia dello scoppio della Prima Guerra mondiale l'opinione pubblica viveva ancora nel clima rassicurante della Belle époque, si sentivano finalmente liberi dall'incubo della guerra e pensavano di essere avviati verso un futuro di illimitato progresso morale e materiale. Inoltre, la fiducia nel metodo diplomatico era incrollabile, perché alimentata dalla fede positiva nell'uomo e nella sua ragionevolezza. Ma più di un segnale preoccupava le cancellerie degli stati maggiori, come la corsa al riarmo, le ambizioni imperialistiche di Germania, Austria e Italia, e inoltre le rivalità geopolitiche.
A far scoppiare definitivamente il conflitto fu l'assassinio dell'Arciduca Francesco Ferdinando, avvenuto a Sarajevo il 28 Giugno del 1914, questo attentato era stato organizzato da una organizzazione bosniaca a cui andava la simpatia e il sostegno del regime serbo. Francesco Ferdinando era l'erede al trono austro-ungarico, e sosteneva la necessità di riequilibrare i rapporti politici all'interno dell'impero, a danno del polo ungherese e a favore di quello slavo. La reazione dell'Austria non si fece attendere, il 23 luglio l'Austria, con l'appoggio della Germania, mandò un ultimatum alla Serbia, chiedendo di fare chiarezza sull'attentato, e si esigeva che alle indagini partecipassero anche le autorità austriache: quest'ultimo aspetto violava il rispetto della sovranità nazionale. Il 25 luglio la Serbia accettò, chiedendo ulteriori approfondimenti su questioni specifiche, attribuendo così la responsabilità di un'eventuale scoppio di una crisi all'Austria. Il 28 luglio 1914, l'Austria dichiara guerra alla Serbia, successivamente la Russia mobilita le truppe in difesa della Serbia, la Germania dichiara guerra all'Austria e Francia e Gran Bretagna si mobilitano contro la Germania. Insomma, in pochi mesi tutto ciò trascinò gli Stati in un conflitto dagli esiti incerti, mentre la popolazione civile continuava a sperare nella diplomazia.
Ma l'Italia? Che ruolo ha avuto all'interno di questo periodo storico? Inizialmente l'Italia si dichiara neutrale, e rifiuta quindi l'entrata in guerra, nonostante fosse alleata con la Germania e l'Austria-Ungheria dai tempi della Triplice Alleanza. All'interno dello stato, ovviamente, esistevano vari schieramenti politici con opinioni differenti in merito alla situazione che si era creata, per farla breve: coloro che erano contro la guerra erano i lavoratori, i liberali giolittiani, il movimento operaio e socialista ed i cattolici, mentre coloro che chiedevano l'intervento erano i democratici ed i nazionalisti.
La classe dirigente liberale temeva che questa scelta neutralista, avrebbe poi portato l'Italia all'esclusione dalla futura ridefinizione degli equilibri mondiali. A ciò si aggiunse la pressione da parte dei gruppi industriali, che dalla partecipazione alla guerra avrebbero tratto grandi vantaggi economici (produzione delle armi). L'Intesa cerca in tutti i modi di convincere l'Italia ad entrare in guerra, e ci riesce il 26 aprile 1915 con i Patto di Londra, promettendo l'espansione dell'egemonia italiana nel mar Adriatico, il definitivo consolidamento della frontiera nord-orientale (Trentino e Tirolo cisalpino fino al Brennero), in più l'espansione dell'Italia nel Mediterraneo Orientale. Il governo Salandra firma il patto di Londra quando l'opinione pubblica era in maggioranza pacifista, il problema dunque era quello di costruire attorno alla scelta interventista un consenso politico. E qui iniziamo a parlare di propaganda, perché nella primavera del 1915 si produsse un fenomeno tipico delle società di massa: minoranze organizzate imposero le proprie convinzioni alla maggioranza silenziosa e priva di opinioni saldamente radicate, attraverso una rumorosa e coordinata campagna propagandistica, dove vennero utilizzati tutti i mezzi possibili all'epoca. Le piazze italiane si riempirono di nazionalisti vocianti, aggressivi e decisi ad imprimere una svolta al resto della popolazione.
Il 13 maggio 1915, Salandra chiede le dimissioni che vengono respinte dal Re, che gli conferisce invece pieni poteri. Quando si votò per confermare i pieni poteri a Salandra solo i socialisti rimasero fedeli alla loro linea pacifista e non-interventista, tutti gli altri capitolarono, e fecero proprio (volenti o nolenti) lo spirito patriottico. Quindi il 23 maggio l'Italia mandò un duro ultimatum all'Austria, ed il giorno seguente le dichiarò guerra. Era il 24 maggio del 1915.
Spero che queste precisazioni siano state utili per capire meglio la storia e le scelte dei personaggi, ci saranno altre "note dell'autrice" per altre precisazioni mano a mano che la storia va avanti. Se qualcun* dovesse trovare delle imperfezioni o delle informazioni che non corrispondono alla realtà, vi prego di farmelo sapere, così da poter correggere. Questo è il risultato (riassunto) di varie ricerche e di alcuni miei studi.
Vi ringrazio comunque per essere arrivati fino a questo punto!
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Ignaro che ti sto facendo a pezzi | Vol. I #wattys2022
Historical FictionNel 1915 anche la Sardegna viene sconvolta dall'avvento del primo conflitto mondiale. Sembrava tutto così lontano, e invece anche le vite tranquille di due giovani ragazzi, Mario e Giovanni, cambieranno da un momento all'altro. Il legame che unisce...