La giornata stava ormai giungendo al termine, gli ultimi raggi del sole illuminavano le campagne dall'erba ormai secca che si muoveva mossa dal leggero vento fresco. Le voci delle donne e degli uomini arrivavano dalla vecchia casa grezza, scontrandosi con le mura grigie che entravano in contrasto con i colori brillanti del paesaggio e del cielo. Subito fuori dal portone di legno scuro stavano i membri della famiglia Melis, appena finito il raccolto di agosto se ne stavano seduti chi sulle panche, chi sulle sedie, riportandosi le ultime notizie apprese al mercato.
Mario sedeva sotto al grande albero dalla chioma ormai quasi spoglia, le ultime foglie rimaste si muovevano mosse dal leggero vento che arrivava dalle campagne circostanti. I capelli resi più chiari dal sole e scompigliati dal vento gli ricadevano sulla fronte ancora bagnata dal sudore, la camicia lasciata aperta si muoveva anch'essa leggermente, provocandogli un leggero solletico sulla pelle olivastra. Con gli occhi chiusi ed una espressione rilassata stampata sul volto poteva comunque sentire i raggi del sole picchiare ancora sulle sue palpebre dalle ciglia lunghe e sottili. Una volta aperte le iridi scure si concentrarono sul cielo ormai libero dalle nubi della mattina e pronto ad accogliere la notte, alcuni uccelli solitari volavano alti, raggiungendo quel punto dove i campi si fondevano con il tramonto.
Dovette voltarsi verso il resto della famiglia, concentrandosi sul viso dai lineamenti definiti e forti del ragazzo che immediatamente parve attirare il suo sguardo come una calamita, costringendolo a fermarsi totalmente su di lui. Giovanni aveva abbandonato la maglia di cotone bianco che indossava dalla mattina in favore dello stare a petto nudo, lasciando scoperta la sua pancia magra e costellata da nei scuri che Mario conosceva a memoria, complici le giornate passate al mare. I capelli del maggiore erano come sempre spettinati e si divideva in ciuffi scuri che puntavano in tutte le direzioni, con gli occhi quasi neri e arrossati per via della polvere seguiva attentamente i movimenti degli uomini che portavano avanti sempre gli stessi discorsi. Dovette sentire lo sguardo del minore addosso, perché si voltò nella sua direzione sollevando un sopracciglio, ma accogliendo comunque con un sorriso i suoi occhi. Il sorriso di Giovanni forse, era l'unica cosa che con il passare del tempo non era mutata, aveva pensato Mario. Le labbra si piegavano in maniera quasi sbilenca, assottigliandosi sempre di più, fino a formare quasi un ghigno divertito. Mario gli donò soltanto un breve cenno del capo, prima di tornare a rivolgere lo sguardo stanco verso l'aperta campagna, chiudendo gli occhi per bearsi degli ultimi raggi di sole della giornata. Il clima negli ultimi anni pareva essere mutato tragicamente, o almeno queste erano state le parole degli uomini più anziani del quartiere, Mario stava particolarmente attento ai loro discorsi. Gli piaceva cogliere particolari che altri avrebbero tralasciato, come il tremare leggero delle loro mani mentre si muovevano nell'enfatizzare il discorso, le pieghe nei loro visi che si facevano sempre più ampie, così come la stessa voce rauca ma che allo stesso tempo pareva sciogliersi come miele addosso alle sue orecchie.Passarono solo pochi secondi prima che potesse udire i passi leggeri del maggiore, Giovanni andò a sedersi alla sua destra, posando la schiena sul tronco ruvido dell'albero e probabilmente serrando gli occhi, imitando così la posizione di Mario. Il minore tornò ad osservarlo portandosi una mano sulla fronte per coprire la luce che adesso picchiava dritta sui loro visi, mentre le ciglia lunghe sbattevano appena sulle guance rese ruvide dalla leggera barba chiara. Osservò l'altro in silenzio, concentrandosi sul viso dall'espressione serena, l'angolo delle labbra sollevato in un leggero sorriso. Mario aveva sempre invidiato la naturalezza con la quale il maggiore pareva inserirsi totalmente all'interno di un mondo che a lui, invece, pareva non appartenere in nessuna maniera. Faticava ad iniziare anche solo la più breve delle conversazioni, soprattutto se aveva a che fare con una persona adulta, per sua fortuna almeno i bambini parevano per qualche assurdo motivo adorarlo. Così era capitato con Elena, la sorella minore di Giovanni, il suo viso pareva illuminarsi immediatamente quando incrociava lo sguardo di Mario. Dovette sorridere leggermente mentre scorgeva in maniera totalmente distratta, nel viso del maggiore, i tratti che rendevano entrambi fin troppo simili. Come le sopracciglia scure e folte, le ciglia lunghe che quasi si curvavano su sé stesse in maniera totalmente perfetta, oppure il taglio degli occhi. "Ancora la discussione sul bestiame?" domandò scoprendo la voce bassa e leggermente roca che lo portò a schiarirsi la gola subito dopo. Giovanni aprì gli occhi mentre il sorriso si faceva sempre più grande, aprendosi fino a scoprire i denti dritti, "è tutta la mattina che parlano di quello" commentò.
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Ignaro che ti sto facendo a pezzi | Vol. I #wattys2022
Historical FictionNel 1915 anche la Sardegna viene sconvolta dall'avvento del primo conflitto mondiale. Sembrava tutto così lontano, e invece anche le vite tranquille di due giovani ragazzi, Mario e Giovanni, cambieranno da un momento all'altro. Il legame che unisce...