Antonia si era recata a messa quella sera, il giorno dopo aver parlato con Mario. Aveva atteso fino all'ultima celebrazione, certa del fatto che avrebbe potuto incontrare meno persone. Aveva indossato il fazzoletto scuro, coperto le spalle con uno scialle di lana nera, e poi si era immediatamente riversata in strada. La celebrazione era durata meno del previsto, Antonia aveva pregato per suoi figli, per Giovanni, e per tutti i ragazzi del mondo. Affinché ognuno di loro trovasse la strada giusta, senza perdersi troppo. Aveva sentito con forza quelle preghiere, tanto che il Signore dovette certamente concederle un po' di pace. Mentre lasciava la cattedrale di Santa Maria, si accorse di una figura familiare.
Anche l'altra donna parve notarla, perché immediatamente si avvicinò a lei a grandi falcate. Antonia la osservò farsi strada tra i corpi delle altre donne, scusandosi di tanto in tanto. Quando finalmente Maria Rosa fu davanti a lei, la donna prese la sua mano destra tra le sue, fredde e ruvide. Antonia la guardò in viso, scorgendo negli occhi scuri un velo di preoccupazione. "Oh Antonia, da quanto tempo" mormorò immediatamente la donna, prima di voltarsi verso la cattedrale ed eseguire un ultimo segno della croce. Entrambe si allontanarono, percorrendo le gradinate a passo svelto. "Devi assolutamente venire a casa, ti offro qualcosa, ho preparato dei biscotti" mormorò l'amica, Antonia non potè fare altro che annuire convinta.
Durante il viaggio di ritorno parlarono del più e del meno, riparandosi i visi dal vento con lo scialle scuro.Adesso Antonia si trovava in casa della donna, seduta su uno sgabello di legno piuttosto basso, posizionato accanto al camino spento. Maria Rosa le aveva già offerto uno dei suoi biscotti, e Antonia si complimentò con lei. La donna andò poi a sedersi sull'altro sgabello, avvicinandosi ad essa. Antonia la osservò togliere il fazzoletto dal capo e lo scialle fin troppo pesante per quelle temperature. "Non sai che è accaduto" iniziò, "una tragedia Antonia, una vera e propria tragedia" disse.
Antonia finse stupore, per non deludere l'amica fece finta di non essere già a conoscenza dei fatti. "Di cosa parli, Rosa?" disse, abbreviando il suo nome come era solita fare.
La donna si portò immediatamente le mani sul petto, per poi prendere a sistemarsi la gonna con movimenti nervosi. "Qualche giorno fa si sono presentati i carabinieri in casa" raccontò, "pensavo che quel disgraziato di mio figlio avesse combinato qualcosa". Antonia la vide portarsi una mano sulla fronte, posando il gomito sulle gambe piegate. "E invece mi vengono a dire che è stato convocato per il fronte" mormorò scuotendo piano il capo, "credimi se ti dico che avrei preferito il carcere". Poi domandò improvvisamente "mi credi Antonia, vero?".
Antonia annuì brevemente, posando una mano sul ginocchio della donna. "Ti credo, perché anche Lorenzo ha fatto la stessa scelta" disse immediatamente, e la vide portarsi entrambe le mani a coprire la bocca. "Anch'io ho pensato al peggio" raccontò, "non avevo mai avuto i carabinieri in casa".
Immediatamente Maria Rosa si fece un veloce segno della croce, "ci manca soltanto quello" rispose. Antonia la vide continuare a parlare, mentre gesticolava quasi in maniera teatrale. Giovanni e Rosa erano molto simili, pensò mentre la osservava e seguiva attentamente le sue parole. Fu contagiata dalle lacrime dell'altra donna, perché anche i suoi occhi si fecero lucidi.
"Questa è una vera e propria disgrazia, Antonia" continuò, "che il Signore si porti via me, piuttosto". Antonia non potè negare di aver avuto lo stesso pensiero, "ho parlato con il Parroco" confessò, "mi ha consigliato di pregare e pregare".
"Certo che si prega" concordò l'altra, prima di sbottare nuovamente. "Non basteranno tutte le preghiere del mondo a far cambiare idea a quello" disse, "Dio solo sa quanto è cocciuto".
Antonia si beccò a sorridere leggermente davanti a quelle parole.Per quanto disperate entrambe fossero, si disse, avrebbero almeno potuto contare l'una sull'altra. "Non dormo più" confessò, "non dormirò fino a quando mio figlio non tornerà a casa salvo".
"Lorenzo non ci ha detto gran che, sai come è fatto, non saprò mai quando partirà" mormorò sconfitta, tornando ad osservare il pavimento. "Ma per questo dovremo farci forza" sibilò tra le lacrime, "sperare che tornino a casa sani" continuò.
Maria Rosa poté soltanto annuire, anche essa sconfitta, dando ragione all'amica. Improvvisamente calò il silenzio, l'oscurità della casa rifletteva gli animi di entrambe le donne.
Antonia era preoccupata, certo, ma lo era anche per il figlio minore. Mario si era spento come una candela ormai da giorni, pareva non voler tornare sui suoi passi. Antonia aveva provato tutto, parlare con lui, farlo ragionare, addirittura starne lontana. In fondo non aveva alcun diritto di intromettersi negli affari del figlio, ma ne soffriva per osmosi. Aveva sempre trovato difficoltà nel consolare gli altri, forse perché nessuno lo aveva mai fatto con lei. Non aveva avuto esempi di quel tipo in famiglia, perciò era certa che rischiasse di rovinare ciò che ancora era rimasto in piedi. Per Mario perdere Giovanni significava più di quanto essa stessa avrebbe potuto concepire, da spettatrice esterna. Aveva pregato e sperato ardentemente, ma come spesso capitava, non aveva ricevuto alcuna risposta positiva.
Forse si aspettava troppo, forse Dio aveva finito le risorse da destinare alla sua persona. Antonia aveva chiesto innumerevoli volte l'aiuto dal cielo, aveva forse consumato tutte le sue cartucce.Stringendo le mani dell'amica tra le sue, si disse che l'unica cosa a cui potersi aggrappare fosse la speranza. Sperando che anche quella non le venisse a mancare, che quella candela non si spegnesse mai. Portava pesi nel cuore certamente più forti, che parevano volerla tenere sempre ancorata al terreno, anche quando avrebbe avuto voglia di scappare via. Le sue responsabilità da madre e moglie le impedivano la fuga, soprattutto dai sentimenti. Chiusa in casa tutti i giorni, si malediva per non riuscire a pensare ad altro. I suoi tormenti erano diventati quelli di Raimondo, per poi passare ai figli come una bomba. Sarebbe prima o poi esplosa, distruggendo tutto in maniera quasi prepotente. Non avrebbe allora potuto fare altro che stare inerme ad osservare. La distruzione di Mario comportava certamente conseguenze ben più ampie di ciò che essa stessa voleva farsi credere.
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Ignaro che ti sto facendo a pezzi | Vol. I #wattys2022
Ficção HistóricaNel 1915 anche la Sardegna viene sconvolta dall'avvento del primo conflitto mondiale. Sembrava tutto così lontano, e invece anche le vite tranquille di due giovani ragazzi, Mario e Giovanni, cambieranno da un momento all'altro. Il legame che unisce...