XXXV

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Mario si era steso sulla sabbia calda, mentre ascoltava le onde del mare infrangersi nuovamente sul terreno umido. Giovanni aveva deciso di andare a fare il bagno subito, lasciando il minore indietro ad osservarlo. Mario poteva sentire i raggi del sole battere sopra le sue palpebre, come se riuscissero ad arrivare ai suoi occhi sentì un leggero bruciore, e una lacrima rotolò sulla sua guancia ormai sbarbata. Sentiva anche i passi del maggiore, che adesso doveva essere uscito dall'acqua. "Sei sveglio?" domandò, e Mario annuì senza aprire gli occhi, sentendolo stendersi accanto a lui senza preoccuparsi di aver dimenticato l'asciugamano.
Intorno a loro alcuni bagnanti avevano già steso i teli e aperto gli ombrelloni, per godersi i giorni caldi dell'estate avevano optato per raggiungere la spiaggia durante le prime ore del mattino.
Giovanni sospirò, stendendo le gambe e lasciando che la sua pelle si riscaldasse a contatto con il calore del terreno. Mario aprì gli occhi piano, quasi dolcemente, e si voltò a osservare il viso del maggiore rigato dalle gocce di acqua salata.

Giovanni lo vide sorridere e si voltò nella sua direzione, "che fai?" domandò, e Mario dovette trattenere una risata. "Ti guardo" disse, senza farsi troppi problemi, mentre Giovanni sollevava un sopracciglio e un sorriso furbo si faceva strada sul suo volto, "sono bello?" domandò. Mario ridacchiò piano, "non montarti troppo la testa" disse, sollevando una mano per batterla leggermente sul braccio bagnato del maggiore. Giovanni sbuffò leggermente, prima di spostarsi con una mano i ciuffi bagnati che si erano appiccicati sulla fronte. "Ti guardo perché non mi sembra ancora vero che tu sia qua" disse, e poté sentire il sorriso del maggiore anche senza vederlo direttamente. Giovanni sospirò, "quand'è che potremo viverci senza troppi ostacoli, noi?" domandò. Mario restò in silenzio per qualche secondo di troppo, pensando alle parole usate dal maggiore. Era quasi come se fossero una coppia, si disse, e al pensiero gli venne da ridere.

Probabilmente, come coppia, non sarebbero durati più di una settimana. "Non lo so" rispose quindi, aspettando che il maggiore continuasse a parlare. Giovanni si voltò nella direzione del minore, osservando le gocce di sudore scendere dalla sua fronte illuminata da sole, il naso a punta e piccolo costellato da leggere lentiggini scure, che forse neanche lo stesso Mario era riuscito mai a vedere. Gli venne da sorridere, pensando al fatto che alcuni dettagli poteva notarli soltanto lui che lo conosceva parecchio bene. "Però non te ne andrai, vero?" domandò, temendo che Mario non rispondesse, o peggio ancora che rispondesse in maniera affermativa. Mario continuò a guardarlo, sorridendo leggermente, erano quasi romantici loro due insieme, si disse brevemente. Ma forse era questo quello che rendeva speciale quel rapporto, il donarsi senza riserve, senza timore di essere giudicati o di risultare troppo pesanti. Giovanni avrebbe accettato tutto quello che Mario gli avrebbe donato, e Mario avrebbe fatto la stessa cosa con qualsiasi cosa Giovanni gli avesse regalato.
"Dove?" domandò Mario, "dove vuoi che vada?".

Giovanni lo osservò, Mario vide i suoi occhi brillare come se stessero osservando un cielo pieno di stelle. Scosse la testa, "da nessuna parte, ovviamente" rispose, lasciando un pizzicotto sul braccio del minore. Mario lasciò andare una risata, spostando la testa all'indietro, il petto scosso e il sorriso fin troppo ampio che mostrava i denti dritti. "Ti porto con me" disse poi il maggiore, "ti metto dentro la valigia di cartone" aggiunse, come se stesse sul serio considerando l'idea. Mario continuò a guardare il cielo, "certo, e pensi che nessuno se ne accorga?" domandò, e Giovanni sollevò le spalle. "Se non farai rumore no, potremmo passare inosservati" commentò, Mario scosse la testa, prima di sospirare. "E poi dove andiamo? Finita la guerra?" continuò, e Giovanni dovette sorridere di fronte a quel gioco innocente che stavano portando avanti. "Dopo andremo in America!" esclamò, e Mario dovette tirarsi su a sedere per la sorpresa, come se fosse davvero un viaggio da considerare. Sollevò un sopracciglio, e puntellando i gomiti sulla sabbia poggiò il viso sopra la sue stesse mani aperte, "in America?" domandò stupito. "Ti immagini?" domandò Giovanni, che poteva sentire benissimo i pensieri attraversare la mente del minore.

"Ma tu non lo sai parlare l'inglese!" esclamò, e Giovanni sollevò un sopracciglio, fingendosi offeso "perché, tu lo parli?" domandò. Mario scosse la testa "ma si parla l'inglese in America?" domandò, facendosi improvvisamente serio, Giovanni scoppio a ridere ed esclamò a voce fin troppo alta "e che ne so io?". Mario scosse la testa, contagiato dalla risata improvvisa del maggiore, con le guance che iniziavano a colorarsi di rosso si portò le mani alla pancia. Sentiva i muscoli contrarsi per il troppo ridere, le lacrime che bussavano alla porta degli occhi scuri rotolarono leggere sopra le guance. Sfinito si abbandonò poi sulla sabbia nuovamente, mentre anche Giovanni si portava una mano agli occhi per asciugare le lacrime. "Mi mancava, ridere così" confessò il maggiore, e Mario lo osservò scosso ancora dalle risate, "ti mancava dire stupidaggini? Eppure mi sembra che ne dici abbastanza tutti i giorni!" esclamò, e subito dopo dovette rotolare via dal maggiore.

Giovanni provò ad acchiapparlo aggrappandosi alla sua maglia scura, e Mario dovette sorridere nuovamente, osservando da lontano i bagnanti che si godevano il sole. Qualsiasi cosa avrebbe riservato loro il futuro, l'unica certezza era che l'avrebbero affrontata insieme. Essendo l'ombra l'uno dell'altro, ci sarebbero sempre stati, nel bene e nel male, e Mario pensò che il male gli avrebbe riservato molte sorprese, nonostante le sue speranze. Avrebbe fatto qualunque cosa per proteggere il maggiore, avrebbe patteggiato con Dio stesso, sarebbe sceso a qualsiasi compromesso di fronte all'Altissimo senza alcun problema, se solo gli avesse promesso di riportarlo da lui sano e salvo.
Le loro risate continuarono a riempire la spiaggia, infastidendo i bagnanti silenziosi che la occupavano, mentre il sole continuava a picchiare sulle loro teste.

Ignaro che ti sto facendo a pezzi | Vol. I #wattys2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora