Per tutto il resto della giornata mi ritrovai sola nelle stanze del castello, con uomini appartenenti alla servitù, a sistemare le mie cose in una camera di quella che sarebbe stata la mia nuova abitazione. Il castello del Re Argon. Per tutta la giornata non sentì i miei familiari, non sapevo se li avessero comunicati della notizia, non sapevo che fine avesse fatto Hanna, e in più, il Re non si era fatto più vedere dopo la sua brevissima chiacchierata sulla panchina. Com'è possibile che le cose siano andate a finire così?
Ormai la sera era arrivata. Non avevo nemmeno cenato. Meglio così. Pensai. Avevo lo stomaco totalmente chiuso e parte della mia mente aveva bisogno di riposo, potevo benissimo sentire il mal di testa infondere il suo dolore non facendomi ragionare come si deve.
Volevo solo dormire e svegliarmi da questo incubo, il più presto possibile. La mia mente navigava da un ricordo all'altro di quello giornata, da quando pensavo che sarebbe andato tutto bene, che sarei ritornata a casa continuando la mia monotona vita, uscendo, restando a casa, camminare per l'infinita foresta. Niente di tutto questo è successo. Poi un ricordo mi graffiò i pensieri, le parole dette dal Re pochi minuti prima.
"Per ora dormirete nelle mie stanze"I brividi. Non volevo nemmeno immaginare di che cos'era capace quell'uomo a letto. Ma non volevo nemmeno immaginare che cosa mi avrebbe fatto appena avessi rifiutato una sua qualunque richiesta. Potevano definirmi codarda, sciocca, fifona. Ma solo chi vive da anni in questo Regno, solo chi vive da anni a Cattherdal, è consapevole della forza di quell'uomo, dei suoi oscuri sentimenti, di quanta cattiveria mostra al suo popolo. Pochissime persone nel regno hanno provato ad ostacolare o a disubbidire il Re, penso che sia percepibile che nessuna di quelle povere anime ne sia uscita viva da quei brevi conflitti. Ma il danno peggiore accadde circa una decina d'anni fa, quando una vera e propria guerra civile si mostrò agli occhi di tutti, persone che dotate di una rabbia animale si scagliarono contro il castello, mentre altri cittadini utilizzarono i loro stessi corpi per difendere il castello, il Re, che li guardava dall'alto verso il basso con disprezzo, tutti dal primo all'ultimo, per lui erano solo degli sciocchi, e quando anche loro si accorsero che lui non li avrebbe lodati o aiutati, morirono trafitti dalle spesse lance dei loro stessi coetanei.
Mi sedetti su uno dei divanetti rossi nella mia nuova ed elegantissima camera, vicino alla finestra. Non ero abituata, non ero abituata a tutto ciò.
Volevo piangere, urlare. Non ho mai desiderato questo finale, per niente, avrei preferito continuare ad essere sfruttata da altri uomini invece di ritrovarmi a condividere la mia vita con la morte al mio fianco. Sospirai esasperata cercando di mantenere la calma. Perché proprio io? Davvero, sempre e solo perché sono me stessa devono succedere casini? Cos'è? Un'ingiustizia?
D'un tratto la porta si aprì. Da essa entrò una guardia vestita in rosso. Cercai di concentrarmi sul paesaggio fuori dalla finestra che improvvisamente diventò più interessante del previsto. Pregai tutte le dee che non dovesse parlare con me o altro, che magari avesse solo sbagliato stanza. In questo momento volevo restare da sola per metabolizzare tutto ciò che era successo. Così poco eppure così orribile.- Signorina Freya.
Signorina? Seriamente?
Lo guardai.
- Il Re Argon richiede la sua presenza nelle sue stanze.
Grazie per l'invito di morte accertata ma sono più che grata di rifiutare.
- Certo.
Che gli dèi mi assistano.
La guardia mi condusse fino alle stanze del Re. Rimase fermo dietro di me, molto probabilmente stava aspettando che entrassi. Penso proprio che questa situazione diventerà ingestibile in un modo o nell'altro. Devo trovare il modo di farmi cacciare dal castello, lo so che è da stupidi, insomma se diventassi Regina sarebbe un onore, potrei avere tutto quello che voglio, guidare i tre Regni conquistati, essere rispettata da tutti, diventare qualcuno d'importante, ma sapevo benissimo che non ero fatta per quel tipo di vita. E poi, come ho già detto, io e lui siamo diversi, e anche tanto. Sono sicura che da lì a qualche giorno mi avrà già buttata fuori. Ricordo per l'ennesima volta a me stessa, lui guerra, io pace. Totalmente diversi. Sospirai rassicurata da questa mia stessa teoria ed aprì la porta.
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{❦︎𝑌𝑜𝑢𝑟 ℎ𝑒𝑎𝑟𝑡 𝑖𝑛 𝑚𝑦 𝑐ℎ𝑎𝑖𝑛𝑠❦︎}
Fantasy"𝐿𝑢𝑖, 𝑅𝑒 𝑔𝑖𝑜𝑣𝑎𝑛𝑒, 𝑏𝑟𝑎𝑚𝑜𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑎𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑒𝑑𝑒𝑟𝑒. 𝐿𝑒𝑖, 𝑝𝑟𝑖𝑛𝑐𝑖𝑝𝑒𝑠𝑠𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑙'𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑖𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑝𝑟𝑜𝑛𝑡𝑎 𝑎𝑑 𝑎𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑖𝑢𝑛𝑞𝑢𝑒 𝑝𝑢𝑟 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑝𝑟𝑜𝑣𝑎𝑟𝑒...