Morbidi strati di tessuto rosso e nero ondeggiavano sul mio corpo, i raggi di quella fioca luce lunare sfioravano la mia pelle facendola brillare, facendo brillare i rubini incastrati tra le stoffe e i capelli, facendomi sembrare un diamante prezioso. Questa volta non ero agitata, né tesa, avevo il controllo del mio corpo, di ogni mio singolo e silenzioso movimento, della mia bocca e delle mie parole, dei miei occhi e dei miei sguardi. Il giorno dell'incoronazione, il primo pensiero che mi saltò in testa appena sveglia, il giorno in cui finalmente diventerò qualcuno in cui potrò vivere con la persona che non ho cercato, ma che mi ha scelta come sua consorte al trono.
Volteggiavo con la lunga e larga gonna che indossavo cercando di liberare i miei movimenti da quel corsetto rosso tanto stretto. Le mani coperte dai lunghi guanti neri sfioravano la stoffa delicata delle tende mentre i miei passi, lentamente, mi conducevano verso la sala del trono, la sala che non sono mai riuscita a vedere fino a questo momento ma che oggi finalmente avrò l'onore di vederla in tutto il suo splendore, il solo pensiero di poter danzare su quelle mattonelle così luccicanti con Argon mi fece spuntare un sorriso che subito cercai di reprimere prima di entrare al di dietro di quelle enormi porte nere con gambi dorati ricoperti di spine, proprio come quelli delle rose.
Mi avevano già avvisata di come mi sarei dovuta comportare. Una regina delle tenebre non si deve far intimorire da nessuno, lo sguardo alto dovrà mostrare ambizione e voglia di potere, serietà ed eleganza. Le mani congiunte come se stessi pregando chissà quale divinità per questa grande opportunità ricevuta dai cieli di coloro che mi osservano, regnati e sovrani da lassù. Mentalmente rielaborai questi pochi passi, potevo farcela, sono pur sempre stata sopra un palco nei miei anni passati, parti del genere come una regina che brama potere o una strega convinta di poter avere il suo bel finale sono ruoli che ho imparato a pennello nel corso dei miei studi, ora dovevo solo metterli in atto un'ultima volta, poi sarà tutto finito.
Un grande sospiro si fece spazio dentro di me, con il petto di fuori e lo sguardo fiero feci qualche passo più avanti verso le due guardie che mantenevano le maniglie dorate delle grandi porte che si trovavano davanti a me. Con un cenno della testa diedi loro il comando di dare fine alla tensione che gli ospiti stavano provando e contemporaneamente diedi inizio al grande rituale che mi aspettava a grandi aperte. Argon mi guardava impassibile dal suo grande trono di spine e rose nere che sembrava creassero dei piccoli cerchi attorno a lui. Quel suo sguardo freddo e quella postura annoiata ma falsa mi riaffiorò alla mente la prima volta che lo vidi, lo odiavo così tanto, eppure come una "stupida", o come mi sarei definita all'epoca, decisi di fregarmene altamente ed esibirmi davanti ai suoi occhi cupi e privi di emozioni.
Quegli stessi occhi si accesero per un instante quando mi videro in tutta la falsità che incorporavo nei miei atteggiamenti. Filamenti neri si distesero per tutto il suo corpo, dalle dita delle mani coperte per metà dai guanti neri in pelle fino alla mandibola. Si alzò dal trono poggiando i palmi delle mani sui braccioli di esso per aiutarsi e quando finalmente i componenti della sua corte s'inchinarono a lui, egli potette finalmente scendere da quella pedana e avvicinarsi a me con passi lenti ma pesanti. Quando ci ritrovammo uno di fronte all'altro, con un movimento svelto si tolse il guanto alla mano sinistra che indossava aiutandosi con i denti per farlo cadere sul tappeto nero e bianco che si trovava sotto di noi, poggiò la mano sulle mie congiunte e recitò delle parole in qualche lingua a me sconosciuta. Istintivamente le mie braccia cedettero come se mi fosse stato un ordine non udibile alle mie orecchie e Argon prese la mia mano destra nella sua conducendo entrambi davanti al suo trono.
C'era un tale silenzio in quella sala che per un attimo mi sembrò di dimenticare quello che stavo per fare, quello che dovevo fare. Di scatto sentì un suono piacevole alle mie spalle e i miei occhi si chiusero per una frazione di secondo per poi riaprirsi l'attimo dopo osservando un secondo trono posto sullo stesso piano di quello del Re. Un trono nero e rosso, coperto di petali e di rose delicate, il contrario di quello al suo fianco che esprimeva inquietudine e cattiveria, questo esprimeva serenità e tranquillità. La mia mano era ancora posta su quella di Argon quando quest'ultimo cacciò dalla tasca dei suoi pantaloni un coltellino con il manico nero inciso con delle semplici linee curve. Tra di noi spuntò un tavolino con sopra una boccetta trasparente con il tappo di sughero a chiuderla, stavamo per creare il vincolo del nostro legame che avrebbe confermato l'inizio di questa nuova storia di Cattherdal.
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{❦︎𝑌𝑜𝑢𝑟 ℎ𝑒𝑎𝑟𝑡 𝑖𝑛 𝑚𝑦 𝑐ℎ𝑎𝑖𝑛𝑠❦︎}
Fantasy"𝐿𝑢𝑖, 𝑅𝑒 𝑔𝑖𝑜𝑣𝑎𝑛𝑒, 𝑏𝑟𝑎𝑚𝑜𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑎𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑒𝑑𝑒𝑟𝑒. 𝐿𝑒𝑖, 𝑝𝑟𝑖𝑛𝑐𝑖𝑝𝑒𝑠𝑠𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑙'𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑖𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑝𝑟𝑜𝑛𝑡𝑎 𝑎𝑑 𝑎𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑖𝑢𝑛𝑞𝑢𝑒 𝑝𝑢𝑟 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑝𝑟𝑜𝑣𝑎𝑟𝑒...