.𝑄𝑢𝑎𝑡𝑡𝑜𝑟𝑑𝑖𝑐𝑖.

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Quella stessa sera, Argon mi avvisò che uno dei suoi servi gli aveva consegnato un invito da parte di un nobile di Thonder, un certo duca che possedeva non poche proprietà e che addestrava alcuni cavalieri nell'esercito, un vecchio conoscente del padre del Re che voleva solamente discutere di affari o roba simile di cui io non ci capivo nulla. Il tutto si sarebbe però svolto ad un ballo che ha organizzato per il diciottesimo della figlia più piccola sperando che ella possa trovare uomo. Ad Argon puzzava tutto ciò, sospettava che poteva essere un altro degli imbrogli da parte di Lionel, così mi avvisò che sarei andata con lui per evitare problemi, Nebula sarebbe rimasta al castello per pattugliare la zona e in caso d'aiuto avrebbe mandato due delle sue guardie più fidate.

Il luogo dell'appuntamento si trovava ai confini con Cattherdal, perciò ci avremmo messo sicuramente di meno per arrivare. Iniziai a prepararmi un'ora prima con l'aiuto di alcune serve che mi aiutarono non poco. Questi eventi servivano per farsi conoscere da gente importante e guadagnarsene la fiducia, o così mi avevano detto. Per la prima volta misi piede nell'enorme sala da bagno che il Re a quanto pareva custodiva per sé gelosamente proprio come la foresta. Entrai nella vasca enorme posta al centro e restai per quindici minuti buoni all'interno inebriando l'odore dei petali di rose che mi circondavano. Il mio abito nero semplice lungo si trovava appoggiato sul letto della camera pronto ad essere indossato. Mi preparai con l'aiuto di una delle serve che successivamente al vestito, mi aiutò con l'acconciatura, uno chignon basso legato con un nastro rosso che lasciava due ciocche di capelli liberi che successivamente arricciò.

Argon mi stava aspettando fuori dal castello, con la sua camicia nera sbottonata solo all'inizio, si poteva intravedere il giusto, in modo che tutte le donne che si trovavano lì sarebbero cedute ai suoi piedi, furba come cosa. Indossava anche il suo cappotto nero con pantaloni dello stesso colore, stivali altri grigi scuro e solo in una mano indossava un guanto, mi resi conto che quella mano, la destra, era quella dove più spesso i filamenti apparivano all'improvviso. Che volesse nasconderli?

Camminai verso di lui notando gli sguardi di tutte le sentinelle osservare noi e la carrozza posta alle spalle del Re. Argon mi guardò sorridendo cingendomi i fianchi con le mani per poi darmi un leggero bacio sempre al lato delle mie labbra, gesto che ovviamente non mi fece stare poi così tanto bene, soprattutto dopo la nottata di ieri, dove avevo espresso tutto ciò che provavo e pensavo di lui. Cercai di non pensarci più di tanto quando salimmo sulla carrozza pronti per partire. Il viaggio sarebbe durato almeno due ore, fortunatamente l'evento si sarebbe tenuto nei pressi di Thonder, ciò accorciava sicuramente il lungo viaggio che passai guardando il volto del Re preoccupato, come se qualcosa lo turbasse. Come biasimarlo, né io né lui sapevamo che cosa aspettarci da questo evento, poteva essere una trappola come non poteva esserlo. Il solo fatto che si trovasse a Thonder però, sembrò mandare in tilt la mente del Re. Gli presi la mano tra le mie. "Sta tranquillo", pensai. A giudicare dal sorriso che mi rivolse supposi che avesse letto il mio pensiero, mi strinse le mani fra le sue lasciandoci sopra un bacio leggero, dolce, come segno di ringraziamento.

Quando arrivammo a destinazione un forte chiasso si presentò alle nostre spalle. Uomini che correvano fuori dall'enorme castello impauriti, madri di giovani che confortavano i loro figli in lacrime, urla di ragazze assordanti... io ed Argon ci guardammo negli occhi stupefatti ma allo stesso tempo curiosi di vedere che cosa stava succedendo. Uscimmo di fretta e furia dalla carrozza camminando a passo svelto per l'enorme sentiero fatto in ciottoli che si trovava sotto di noi, prima di entrare nel grande edificio, ci mandammo uno sguardo divertito per poi finalmente entrare.

Appena fummo dentro la situazione era simile a quella di fuori o forse anche peggio. I nostri sguardi saettavano da una parte all'altra cercando di capire che cosa stavano combinando le persone per essere così "attive". La sala da ballo presentava una parte silenziosa, dove donne e uomini sorseggiavano in silenzio del vino rosso dai loro calici mandandosi sguardi preoccupati, ma al fondo si trovava quella che penso sia la figlia diciottenne del duca, che piangeva e si disperava. Ci riguardammo con occhi pieni di entusiasmo e camminammo verso il duca che subito venne verso di noi con un'area sollevata.

{❦︎𝑌𝑜𝑢𝑟 ℎ𝑒𝑎𝑟𝑡 𝑖𝑛 𝑚𝑦 𝑐ℎ𝑎𝑖𝑛𝑠❦︎}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora