.𝑇𝑟𝑒𝑛𝑡𝑎.

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Lo scoppiettio costante del fuoco mi fece aprire gli occhi facendomi alzare dal mio materasso reggendomi sui gomiti guardandomi attorno. Nonostante la fonte di calore al centro della stanza, la grotta per il resto era totalmente buia, metteva paura e il vento forte che iniziava a venire verso di me sembrava avere tutta l'aria di voler spegnere il fuoco a cui ero vicina. Gizaira e Malleus dormivano ancora ed io non avevo idea di che ora fosse, fuori da qui siamo coperti interamente da pareti di pietra, ghiaccio, ghiaia, ciottoli e erbe...non sarei mai riuscita a capire in che momento del giorno ci trovavamo. Il vento continuava a soffiare fortemente, i lamenti di Malleus riempivano la stanza mentre si rotolava da dolo nelle morbide coperte blue, Gizaira invece sembrava un soldato nel suo letto, non si muoveva di un centimetro a parte per il petto che faceva su e giù. La voglia di avvicinarmi a lui era tanta, eppure nemmeno io mi mossi. Ciò che è successo l'altro giorno è solo un brutto ricordo, mi sono messa in ridicolo e crearsi false speranze adesso non è ciò di cui ho bisogno.

Decido finalmente di alzarmi cercando di fare il minor rumore possibile mentre i miei passi si recavano verso l'uscita della grotta. Quel giorno il vento era rumoroso, i piccoli ciuffi d'erba si muovevano freneticamente sotto il suo tocco e dei piccoli Toris faticavano per aggrapparsi ai rami di alberi piantati nella ghiaia per non volare via. La loro visione suscitò in me un senso di colpa, li vedevo infreddoliti e stanchi, quasi privi di energie. Non so nemmeno io il perché, ma iniziai a camminare verso di loro a passo svelto cercando di creare un varco che potesse portarmi più facilmente verso di loro evitando quel vento fastidioso. I piccoli di Toris iniziarono ad utilizzare le proprie spade lucenti per coprirsi dal vento, iniziai a correre più velocemente, si trovavano dal lato opposto di dove si trovava il nostro rifugio. Erano creature piccole, non penso che proveranno ad uccidermi o a staccarmi gli organi o peggio ancora a mettermi in mostro come trofeo. Appena vicina a loro iniziai ad urlare sperando che capissero ciò che stavo dicendo:

- Forza venite! Prendete la mia mano!

Li osservai mentre i loro sguardi di fiducia si incrociavano tra di loro cercando un consenso o un minimo di coraggio per avvicinarsi. Tesi la mano più che potevo mentre con il braccio mi tenevo stretta ad un albero, finché non li vidi finalmente avvicinarsi; li presi in braccio, erano...leggeri, molto leggeri, potevo sentire le loro armature fredde e maltrattate graffiarmi il braccio scoperto mentre mi sporcavano la stoffa bianca del vestito. Non ci pensai più di tanto ed entrai di fretta e furia nella grotta facendo attenzione a non svegliare nessuno. Mi recai in un altro buco del rifugio molto più stretto, presi del legno avanzato e accesi un fuoco in pochi secondi, poi trascinai il mio materasso, insieme alla coperta e al cuscino, dall'altra parte della grotta dove i due piccoli Toris mi seguivano.

- Eccoci qui, ora non dovrete più temere il freddo. Potete accomodarvi anche sul materasso...se vi va.

Ero un po' incerta sulle parole, su quello che stavo dicendo a causa delle espressioni perplesse dei due piccoli Toris che mi guardavano non riuscendo a capire che cosa stessi facendo. Tirai un respiro profondo facendomi coraggio e ripetendo nuovamente a me stessa che non mi avrebbero fatto del male, o almeno così pensavo. Li presi entrambi per mano conducendoli vicino al fuoco dove finalmente riuscì a vederli meglio. Il più basso aveva dei lunghi capelli marroni legati in una treccia e gli occhi verde smeraldo, la sua pelle azzurra era cosparsa di tatuaggi di foglie blu e svariate linee curve, l'armatura era rotta e alcuni pezzi mancavano proprio come in quella dell'altro Toris che a differenza del primo aveva i capelli corti rosa divisi in due ciuffi ondulanti e degli enormi occhi color nocciola, in più la sua pelle non era azzurra, ma bensì olivastra come la mia. Li guardai incantata, erano delle creature davvero belle e sembravano quasi che fossero solo frutto della mia immaginazione, non si muovevano e non parlavano, lasciavano che fossi io a condurli, che fossi io a comandarli.

{❦︎𝑌𝑜𝑢𝑟 ℎ𝑒𝑎𝑟𝑡 𝑖𝑛 𝑚𝑦 𝑐ℎ𝑎𝑖𝑛𝑠❦︎}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora