.𝑉𝑒𝑛𝑡𝑖𝑠𝑒𝑡𝑡𝑒.

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Dire che quelle poche ma strane parole hanno mandato in confusione il mio cervello sarebbe una grande bugia, perché in realtà mi sento come se avessi perso la capacità di ragionare. Il portale davanti a me era ancora aperto e sembrava trasmettermi una voglia irrefrenabile di entrarci dentro e scoprire qualunque misterioso segreto ci sia nascosto all'interno. Piegai frettolosamente il piccolo foglio di carta provando a non stropicciarlo troppo, subito dopo aver preso un bel respiro profondo, immersi un braccio nel varco che piano piano scomparì finché non mi ci infilai con tutto il corpo che sparì all'interno del portale.

Sicuramente non è stata una delle più belle sensazioni mai provate, ma nemmeno la peggiore. Atterrai accasciata su un pavimento molto lucido con delle mattonelle bianche e azzurre con un contorno dorato fra di esse per separarle, un leggero dolore alla testa mi fece alzare lo sguardo e in pochi secondi potei sentire i muscoli della faccia bloccarsi. Ero in quello che mi sembrava un acquario gigante ma al di fuori di esso non c'erano pesci, bensì piccole creature armate di un'enorme spada blu, tutte con addosso i vestiti che porterebbe un vero guerriero dopo essere tornato da una lunga e faticosa guerra, armature rotte, bucate, bruciate e rovinate. La cosa che più mi sorprese era come si muovevano le creature, non camminando o volando, bensì nuotando dentro dell'acqua cristallina che sembrava potesse cambiare tonalità di azzurro.

Mi alzai dal pavimento aggiustando il vestito che ormai indossavo da ore addosso e feci qualche passo più avanti guardandomi attorno. Milioni di scale in legno chiaro portavano a porte o specchi diversi tra di loro in forma e colore, porte tonde bianche con una maniglia a forma di piuma rosa, specchi deformi, alcuni rotti altri in perfette condizioni. Era un posto incantevole ma potevo percepire il terrore di qualcosa che lo...osservava.

Alza lo sguardo, piccola bugia.

Alza lo sguardo, Freya.

Ancora quella voce, pensai. Non è la prima volta che la sento, ma è la prima volta che mi dà un comando. Feci come avevo sentito, alzai lo sguardo notando sul soffitto di quell'enorme acquario una donna. Si trovava a testa in giù seduta su una bizzarra scrivania, aveva lunghi capelli bianchi ondulati sulle punte dove ricadeva una punta di azzurro, indossava una pesante pelliccia nera che le copriva persino le mani con cui stava scrivendo, delle labbra rosse come il sangue e degli occhi azzurri che mi fecero salire i brividi quando incontrarono i miei.

- Cara Freya! Sei qui finalmente!

La misteriosa donna scese per quelle mura dipinte con dei movimenti simili a quelli di un ragno finché non arrivò davanti ai miei piedi, dove si rialzò ed estrasse un foglio e una piuma con cui scrivere.

- Io sono Lancelotta! La proprietaria di questo posto bizzarro in cui adesso ti trovi! Devi sapere che è un vero onore per me averti qui, dopotutto tu vuoi sapere la verità giusto?

Non riuscivo a pronunciare nemmeno una parola, le mie labbra socchiuse erano bloccate come la mia mente.

- Credo di...sì.

- Perfetto! Ti porto subito sulla tua strada allora. Mi raccomando tienimi la mano, qui dentro è facile cadere se non sei tanto elastico.

Appuntò qualcosa sul suo foglio, dove mi sembrò esserci scritta una specie di lista, per poi prendermi la mano e condurmi su una delle rampe di scale più alte, quasi a toccare il soffitto. Atterrammo su una piattaforma quadrata in legno che conduceva a due strade diverse; nella via di sinistra vi era una porta totalmente nera con delle piume attaccate su di essa, la maniglia rappresentava uno spicchio di luna bianco perla. La via di destra, invece, portava ad uno specchio ben curato adornato da rose rosse intrecciate tra di solo e ogni minuto che passava un petalo di esse cadeva.

{❦︎𝑌𝑜𝑢𝑟 ℎ𝑒𝑎𝑟𝑡 𝑖𝑛 𝑚𝑦 𝑐ℎ𝑎𝑖𝑛𝑠❦︎}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora