– C'è un temporale in arrivo, – Berry masticò le parole come se gli pesassero in bocca.
Lo sguardo di Samael saettò verso un cielo terso: – Non c'è manco l'ombra di una nuvola.
– Ti sto dicendo che pioverà, ho il ginocchio che scricchiola. Piove sempre quando mi fa male.
– Secondo me stai diventando paranoico, mi ricordi tua madre, – lo punzecchiò Sam.
– Tua madre invece era una donna fan-ta-sti-ca, – l'ultima parola venne pronunciata con troppa enfasi.
Samael si fermò di colpo e mosse solo gli occhi che inchiodarono quelli di Berry. Tra amici di infanzia ci si possono permettere battute di cattivo gusto, ma quel giorno non c'era aria di scherzi. Mancavano pochi metri per raggiungere il Joyce e Berry voleva evitare di percorrerli faccia a terra ingoiando sassi, perciò si affrettò a scusarsi.
– Se anche piovesse per me non farebbe alcuna differenza. Dobbiamo chiudere il lavoro entro questa sera, – Samael con una scrollata di spalle riprese a camminare e Berry tirò un sospiro di sollievo.
– E che problema c'è? Basta fare come al solito e...
– No, che non possiamo fare come al solito, Berry!
Un'espressione interdetta gli adombrò il volto; le intuizioni fulminee non gli sarebbero mai appartenute. Berry era leale, fedele, disponibile. Non c'era volta in cui Sam non lo portasse con sé per parlare di affari, ma non sarebbe mai stato un esempio di sagacia. L'unico barlume di istinto che possedeva, si attivava quando c'era da fiutare un pericolo. Furbizia ne aveva ben poca, coraggio ancora meno.
– Ieri notte abbiamo attirato l'attenzione di un intero locale, non dobbiamo rischiare che qualcuno ci riconosca, – Sam lo precedeva di poco e per primo varcò l'entrata del parcheggio. Il Joyce nelle ore diurne appariva deserto e immerso in un silenzio tombale.
Avevano lasciato le moto più avanti ed erano tornati indietro a piedi macinando parecchia strada fino al locale, con grande disappunto di Berry e del suo ginocchio.
– Meglio essere prudenti, – gli aveva detto Samael per convincerlo, – qualche automobilista di passaggio potrebbe notare le nostre moto parcheggiate e insospettirsi.
– Lo sai che in parte è stata colpa tua, se l'altra sera ci hanno tutti messo gli occhi addosso, vero? – Berry lo incalzò.
Sapeva di aver commesso un errore imperdonabile, ma era stato più forte di lui, dopo averla vista.
– Avrebbe dato più nell'occhio se me ne fossi andato con la coda tra le gambe battendo subito in ritirata. Non è il tipico comportamento che la gente si aspetta da me.
– Quindi non c'entrano nulla gli occhi da cerbiatto di quella ragazzina, – un sorrisetto malizioso.
Samael ignorò la provocazione. Il committente li stava aspettando.
– Non tutti capitombolano per un paio di belle gambe, Berry.
Evitò di controbattere ma lo sguardo che gli lanciò fu piuttosto eloquente. Sam era in procinto di dire altro, ma non ne ebbe il tempo; quattro enormi Rottweiler, che sembravano essersi materializzati dal nulla, li accerchiarono e iniziarono a fissarli.
– Merda! – Berry avrebbe affrontato senza timore un folle armato di coltello ma non si sarebbe avvicinato di un passo a un barboncino – E questi da dove sbucano?
Samael riuscì a mantenere la freddezza necessaria per evitare gesti bruschi.
– Tranquillo Berry, magari sono solo dei teneroni in cerca di coccole, – uno dei cani gli si parò davanti e gli mostrò i denti.
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Ab Imo Pectore
Mystery / ThrillerMabel conosce Samael una sera di fine estate davanti al Joyce, unico locale che anima la vita di un paesino sperduto e grezzo. Lei è bella e combattiva, ma dentro nasconde la fragilità di un abbandono. Lui è spietato e vendicativo, ma sull'anima ha...