Non trovandola da nessuna parte, scesi in libreria a cercarla e mi accorsi che era seduta in uno dei tavoli. Leggeva. Sembrava spensierata e connessa al mondo in cui era immersa in quell'istante. Era bellissima e i tratti del suo viso distesi e sereni sembravano non appartenere alla ragazza che ieri sera, per la prima volta, si era mostrata fragile. Sentire il suo corpicino rotto dai singhiozzi mi aveva procurato una fitta al cuore. Non riuscivo a vederla in quello stato. Triste e spaventata.
Mi aveva raccontato poco, ma, in quel poco, avevo percepito quanto avesse sofferto mesi prima e, cavolo, chiunque fosse stato a ferirla, non si era accorto dell'enorme sbaglio che aveva commesso.
Camminai lentamente fino a raggiungerla e l'abbracciai da dietro.
«Buongiorno, Peterson» sussurrai, sfiorando il suo collo.
«Buongiorno» mormorò, sussultando e allo stesso tempo sospirando.
«Scusa, non volevo spaventarti».
«Non pensi che qualcuno potrebbe vederci?»
Alzai un sopracciglio «E chi? Ci siamo solo noi due».
«Si, ma se qualcuno dovesse entrare e ci trovasse così...».
«E va bene» sbuffai e allentai la presa da lei.
Perché percepivo di nuovo una lastra di ghiaccio tra me e lei? Perché era così difficile lasciarsi andare?
«Come mai sei qui?» mi chiese, voltandosi verso di me.
«Cercavo te. Tra qualche minuto abbiamo una riunione di Marketing riguardo il libro in uscita, "You are my soul"».
«Ah sì, giusto».
Si alzò e il libro che stava leggendo le cadde sul parquet del pavimento. Ci abbassammo, contemporaneamente, a raccoglierlo e, allo stesso tempo, alzammo il capo, sbattendo fronte contro fronte. Io scoppiai a ridere ma lei non era dello stesso umore, infatti mi fulminò con lo sguardo. «Porca miseria. Alex, potresti fare più attenzione!»
«Chloe?»
«Che c'è?» emise, massaggiandosi il punto dolente.
«Cosa c'è che non va?»
«Nulla».
«Pensavo che almeno la botta di adesso ti avesse reso meno dura quella testa, ma non funziona con te! Quando capirai che mentirmi non servirà a nulla? Perché sento che ti sei allontanata di nuovo?».
«Non è così».
«Non ti credo. Vuoi dirmi cosa succede?» iniziavo a perdere la pazienza. Odiavo la sua testardaggine.
«E tu vuoi calmarti?» mi chiese stizzita.
«Se parli, forse lo farò». Ma da lei ottenni solo un silenzio che non sopportavo.
«Chloe».
«Mmm?»
«Ti avverto che se continui nel tuo mutismo, ti farò il solletico. Pensaci bene...»
«Sei perfido».
«Parla».
Si sollevò su, iniziando a giocare con l'elastico dei capelli, che attorcigliava, ripetutamente, tra le dita, evitando di guardarmi. Poi sbuffò e sussurrò: «Non sono sicura che quello che sta succedendo tra noi sia giusto».
Quando credevo che avevamo fatto un passo avanti, le sue insicurezze ritornavano, demolendo tutto ciò che stavamo costruendo. «Posso chiederti cosa è successo dopo ieri sera? Pensavo che fossimo stati bene, mi sbagliavo?» il cuore cominciò a battere talmente forte che, tra qualche secondo, sarebbe uscito fuori dal petto.
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La stella più luminosa sei tu
RomanceIn un mondo dove la felicità si paga a un caro prezzo, Chloe Peterson non sa più come riacquistarla. A 25 anni sa già come ci si sente a sentire il cuore frantumarsi in mille pezzetti, qual è la sensazione di inadeguatezza e come possano far male ce...