CAPITOLO 36-CHLOE

1.8K 48 11
                                    

Un anno dopo...

«Alex, dai! Dimmi dove mi stai portando» protestai, vedendo soltanto il buio, visto che avevo il suo palmo ben piantato sugli occhi.

Non mi rispose.

Antipatico!

«Aspetta, quella che sta entrando dentro le mie scarpe è... sabbia?» dovevo estorcergli anche una piccola informazione.

«Non saprai niente dalla mia bocca, mettiti il cuore in pace e pazienta, stellina» sbuffai camminando, seguita da lui che teneva l'altra mano sulla mia spalla.

«Ti odio quando fai così» borbottai, distendendo sul mio viso una smorfia.

Lo sentii ridacchiare «Tra qualche minuto cambierai idea, fidati».

«Uhm...Vedremo» mi diede un bacio sulla testa e quello bastò per togliere via il broncio.

«Eccoci! Scoprirai tutto tra uno... due... e... tre» lentamente, ritornai a vederci. La prima cosa che notai fu il bellissimo cielo con la luna che stava per affacciarsi su quel chiaroscuro che andava dal celeste al grigio. Poi, spostai i miei occhi sul mare e infine non molto lontano da noi, alla mia sinistra dove una bellissima sorpresa mi fece sbarrare gli occhi, riempiendoli di un luccichio che, con il mio uomo dal cuore tenero, non aveva mai fine. Davanti a noi un lenzuolo bianco era disteso sulla spiaggia, ricoperto da tante prelibatezze e poco più accanto un grande cuore, conteneva una frase che all'istante mi procurò un'emozione indescrivibile.

Mi vuoi sposare?

Mi voltai ad osservarlo con una mano tremante a coprirmi la bocca per lo stupore, scoprendolo inginocchiato.

Mi sorrideva, emozionato e teso, lo riconoscevo dai suoi occhi. Quelli non mentivano mai.

«Stellina, non piangere. Non ho ancora parlato» ridacchiò per poi riprendere la parola. «Ti ricordi il nostro primo incontro? Quel giorno al The small Cafè, scontrarci penso sia stato un segno del destino e sai quanto io ho fatto fatica a crederci nella mia vita. Eppure, più trascorrevo del tempo con te, più ero convinto che non ci fosse altra spiegazione che, quello che era sempre stato un mio nemico, stavolta, avesse deciso di donarmi una cosa bella: te».

«Non me ne sono reso conto subito. Credevo persino di odiarti, quando invece il tuo carattere, spigoloso e ostinato, mi stava facendo innamorare di te. Io che mi sentivo annegare, pensando di non riemergere più, ho visto le mie convinzioni stravolgersi. Tu sei stata la luce nel buio più assoluto. Sei la donna della mia vita e non ho più alcun dubbio che resterai il mio unico e grande amore» chinò la testa un secondo, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni una scatoletta nera. La aprì, rivelando un bellissimo anello, con un diamante che brillava in primo piano. «Si dice che il diamante sia una pietra eterna che simboleggia l'amore indissolubile, quello che è destinato a durare all'infinito. E noi ci siamo promessi di vivere nel per sempre. Perciò, stellina, ti faccio una domanda: vuoi farmi l'onore di diventare mia moglie?» il cuore mi stava scoppiando dalla felicità. E le lacrime stavano per creare un fiume.

«Sì... Sì, certo che voglio diventare tua moglie!» esultai con la voce strozzata dal pianto, ridendo allo stesso tempo. Lo aiutai a tirarsi su e catturai le sue labbra che senza esitazione mi accolsero, mentre, le sue braccia mi circondavano la vita, spingendomi stretta al suo corpo.

Mi aiutò a indossare quell'anello che fissavo commossa e felice «È bellissimo. Ti amo, amore mio, grazie» lui rispose baciandomi e io mi lasciai cullare dai sui baci che sapevano di coccole e amore.

Quando ci sedemmo, mi ricordai di un dettaglio «Non so come ho potuto dimenticarlo, ma anche io ho una sorpresa per te!» vidi il suo sguardo fremere dalla curiosità. Infilai una mano nella borsa, cercando il mio regalo che tra le mille cianfrusaglie, venne fuori.

«Che cos'è?» sorrideva, scuotendo il pacchettino avvolto nella carta blu.

«Aprilo e lo scoprirai» non se lo fece ripetere un'altra volta, liberandosi della carta. Appena capii di cosa di trattasse, il suo entusiasmo lo percepii dritto nel mio cuore.

«Stellina, il tuo libro! Ma... non mi hai detto nulla».

«Ho chiesto espressamente anche agli altri di non dirtelo. Abbiamo tramato un po' alle tue spalle, facendoti credere che ci volesse ancora un po' per averlo tra le mani e non sai la fatica per non farti capire nulla, eri sempre tra i piedi! Pensa che la signora Brown è stata la mia alleata in tutto» scherzai, facendo ridere anche lui.

«Sono fiero di te. Quella che hai scritto è una storia che arriva al cuore e spero che anche chi lo leggerà, saprà riconoscere il tuo valore. Non puoi capire quanto sia felice di vedere il tuo sogno realizzato» mi gettai tra le sue braccia, facendolo cadere al suolo su cui iniziammo a baciarci senza smettere più.

Se avevo aggiunto un altro tassello alla mia vita, si doveva a lui che mi aveva supportato in quel progetto, aiutandomi a credere in me stessa anche quando avrei voluto soltanto cancellare ogni parola. Grazie a lui e alla Book Publishing, "La mia luce fra le stelle" aveva preso vita.

In questa storia in cui avevo voluto raccontare di un amore forte, capace di superare ogni ostacolo, c'erano le notti passate a scrivere, ininterrottamente, la paura di non farcela, il turbinio di emozioni provate mentre sognavo insieme ai miei personaggi. C'era la me insicura, quella piena di cicatrici che, grazie ad uomo straordinario, le aveva curate, imparando a credere nel coraggio e soprattutto nell'arte dell'amore, il mio prezioso tesoro che aveva reso e rendeva la mia vita migliore, che avrei protetto ad ogni costo per l'eternità.

La stella più luminosa sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora