La domenica successiva, avremmo dato il benvenuto al tanto atteso Natale e le mie ferie erano già iniziate da una settimana. Settimana che stavo trascorrendo in compagnia di Zoe. Finalmente dei giorni da dedicarci. Solo che, nonostante mi stessi rilassando, al contempo, e odiavo dirlo, mi mancava potermi scontrare con quegli occhi blu. Mi mancava battibeccare con lui su tutto. L'ultima volta che c'eravamo visti era stata quella sera, a casa sua. I giorni avvenire mi era mancato terribilmente perché era partito per un impegno di lavoro a Parigi, dove aveva avuto diverse conferenze, ed era arrivato a New York solo la sera precedente. Ma, allo stesso tempo, in quei giorni era stato come vivere sulle stelle. Ogni giorno mi dava il buongiorno e nel mezzo della giornata, qualche volta, mi chiamava e stavamo lì, intere ore, al telefono a parlare. Di libri, di ciò che facevamo nel tempo libero, di lui che amava andare in palestra e poi di qualsiasi altra cosa, anche la più piccola che ci facesse stare un altro minuto a conversare. Ma quando ci facevamo delle domande un po' personali, sulla nostra vita, lui cambiava subito argomento oppure trovava un pretesto per chiudere la chiamata. Qualcosa lo turbava. L'avevo capito la prima volta che l'avevo visto e l'avevo percepito quella sera, quando avevo preso tra le mani quel libro e si era arrabbiato, inspiegabilmente. O, magari, una spiegazione c'era. Probabilmente sì. Lui, però non era ancora pronto a darmela e in cuor mio speravo si confidasse con me, anche se avevo paura che non l'avrebbe mai fatto.
«Chloe, mi stai ascoltando?»
«Ehm... Cosa?» guardai Zoe, confusa.
Cominciò a sventolare le mani davanti i miei occhi «Terra chiama Chloe. Dove ti trovi?»
«Qui, sono qui».
«A me invece sembra che tu sia con la mente rivolta a tu sai chi».
«E chi sarebbe tu sai chi?» chiesi ridendo.
«Ti do un indizio: muscoloso, super sexy e bello da togliere il fiato. Ti dice niente?»
«Beh...» iniziai a dire, prima di essere interrotta da lei.
«Non c'è bisogno che tu continui. Tu, bella mia, sei cotta!»
Sbuffai «Uff Zoe, come me lo levo dalla testa?» disperata mi portai un cuscino sulla faccia.
«Amica mia, arrivati a questo punto penso sia impossibile. Vivi tutte queste emozioni e non avere paura di farlo».
«Se solo ci riuscissi...» replicai sconfitta.
Poggiò una mano sulla mia «Ehi, ricordi? Datti del tempo» ripeté le stesse parole di quel pomeriggio, quando avevo perso ogni speranza nell'amore. Eppure quell'amore a distanza di più di un mese aveva fatto il suo ritorno.
No, un attimo! A che stavo pensando?
Era amore quello che provavo? Quella domanda era meglio lasciarla perdere, per il momento.
«Ancora?» chiesi, scoprendomi la faccia per osservarla.
«Vedi, a volte, non conta se è passato tanto tempo e una ferita è ancora aperta. È importante solo il giorno in cui si sanerà».
«Anche se ci vorrà molto?»
«Anche se ci vorrà molto. È il cuore a decidere quando è giunta l'ora di ritornare ad essere vivo, come nuovo e senza nessuna macchia scura a coprirlo».
La sua saggezza aveva qualcosa di speciale per me «Ti ho già detto quanto ti voglio bene?»
«Mmm... almeno un milione di volte, te ne voglio tanto anche io, tesoro».
Mi sollevai e l'abbracciai, come solo sapevo fare per dimostrarle la mia gratitudine e il mio affetto
«E tu? Ancora pazza di Tyler?»
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La stella più luminosa sei tu
RomanceIn un mondo dove la felicità si paga a un caro prezzo, Chloe Peterson non sa più come riacquistarla. A 25 anni sa già come ci si sente a sentire il cuore frantumarsi in mille pezzetti, qual è la sensazione di inadeguatezza e come possano far male ce...