CAPITOLO 25-CHLOE

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«Cosa ci manca ancora?» mi chiese Joy.

«Dobbiamo solo preparare i gadget da regalare alle persone che saranno presenti all'evento».

«A cosa avevi pensato?»

«Potremmo creare dei segnalibri, rappresentando, in alcuni, la copertina del libro e, in altri, inserire delle frasi inedite. Che ne pensi?»

«Penso che sia un'ottima idea!» il suo entusiasmo mi spronava ad andare avanti in questo progetto, che mi stava mettendo alla prova, viste le molte insicurezze del poter fallire.

«Potresti occupartene tu visto che te la cavi molto bene? Io, per qualsiasi cosa, ti aiuterò».

«Certo!»

Mi accomodai nella sedia accanto a lei, che era impegnata ad accendere il computer sopra la sua scrivania, «Bene, mettiamoci a lavoro!».

«Non la sopporto» sbuffai, subito dopo, dando voce ai miei pensieri, alla vista di quella Kaitlyn, diretta verso l'ufficio di Alex.

Joy mi guardò di sottecchi, trattenendo un sorriso «Ti sta proprio simpatica la Devis, eh?».

«Oh, non sai quanto» borbottai ironica.

«Invece che mi dici del tuo sexy ragazzo?»

«Joy!» esclamai, vedendola fare spallucce.

«Allora?»

La guardai interrogativa, alzando le spalle «Allora, che?»

«Suvvia, Chloe, raccontami qualcosa! Ieri avete fatto scalpore. Tutti non hanno fatto altro che spettegolare di voi, per tutto il giorno».

«Lo immaginavo» dissi, riferendomi a chi ieri ci aveva tenuti al centro dei loro discorsi. «Comunque cosa vuoi sapere?»

«Com'è il signor Smith quando non è in veste di capo rigido e quanto ti piace» pretese di sapere, ridendo.

«C'è altro?» inarcai un sopracciglio.

«Dai, racconta!»

«È dolce, protettivo e nasconde un mondo tutto da scoprire» sussurrai, pensando a quegli occhi.

«Tu, amica mia, sei cotta! Ohhh, come vorrei avere anche io un amore così».

C'era davvero amore tra noi due?

«Magari lo troverai... Chissà, magari, anche qui in ufficio» insinuai ridendo.

«Sì, come no!» sbuffò.

«C'è un certo Peter che non ti stacca mai gli occhi di dosso».

Scosse la testa «Peter? Ma no io e lui siamo amici di vecchia data».

«Sì, come no!» ripetei.

Lei mi diede, leggermente, una spallata e insieme ridemmo, concentrandoci stavolta, per davvero, sul lavoro.

«Ti piace?» mi chiese, mostrandomi la bozza dei segnalibri, che aveva appena realizzato.

«Sono bellissimi! Cambierei soltanto il tema del carattere dell'ultimo con qualcuno che si veda più chiaro».

«Signorina Peterson» mi chiamò quell'antipatica di Kaitlyn, facendomi voltare.

«Dimmi» risposi pacata.

«Alex mi ha chiesto di aiutarla nell'organizzazione dell'evento».

L'aveva chiamato davvero per nome?

«Innanzitutto, non prenderti confidenze che non ti appartengono. Per te è solo il signor Smith» dissi, incenerendola con gli occhi.

«Oh, mi scusi, devo essermi inceppata nelle parole» quella smorfiosetta pensava di prendermi in giro. Ma con chi credeva di avere a che fare? Non ero mica una stupida da non saper fare due più due e non capire il suo gioco.

La stella più luminosa sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora