Per quanto mi riguarda

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"La cosa sta diventando ingestibile per me. Non possiamo continuare così"
Mi disse lui, continuando a mantenere un tono calmo
"Perché no?"
Mandai subito all'aria quello che gli avevo detto poco prima in tutti i sensi.
Ed infatti avevo sbagliato.
Sapevo che avrei detto cose che non volevo.
E già dall'intonazione che ho usato si capisce la stanchezza.
Spruzzo svogliatezza da tutti i pori.
Ma non lo faccio apposta.
L'unica cosa che in questo momento potrei permettermi di fare bene è dormire.
Figuriamoci parlare con lui
"Perché staremo qui per speriamo molto tempo e non possiamo comportarci come se nulla fosse"
Si vedeva quanto provasse a mantenersi calmo, forse anche per il fatto che io l'abbia avvertito
"Per quanto mi riguarda, potremmo continuare ad ignorarci"
Dissi.
Boom.
Non era vero.
Ma non ero io a parlare.
Il mio cervello proprio non connetteva più.
Mi chiedeva pietà ad ogni secondo che passava
"Sai anche tu che non ci riusciamo"
Ribadì la sua idea lui
"Ed invece si. Ormai è quasi un anno che lo facciamo"
Dissi io
"Non pensi che qui sarà difficile evitarci, come poi hai visto queste settimane?"
Mi disse lui.
Io ero impassibile
"No"
Dissi secca, senza aggiungere altro
"No?"
Mi chiese lui incredulo
"No, visto che nessuno dei due è intenzionato, no?"
Continuai io sempre con lo stesso tono.
Mi stavo dando fastidio da sola
"Ovvio"
Disse lui, sarcastico, sorridendo amaro.
Sbuffò.
Si stava alterando e ne aveva tutto il diritto.
Non so cosa avrei fatto io al suo posto se lui mi avesse parlato in questo modo
"È per quella notte?"
Mi disse
"Cosa?"
Caddi io dal pero
"È per quella notte che ti comporti così?"
Io rimasi in silenzio.
Impietrita a quelle parole che catturarono maggiormente la mia attenzione, per quanto fosse possibile
"No, perché sennò non me lo spiego"
Continuò lui, al che io sbottai
"Non te lo spieghi? Ma mi prendi in giro, Samu?"
Alzi un pò il mio tono di voce
"Dammi una motivazione, allora"
Mi disse lui, iniziando a far uscire l'accento siciliano di più.
Segno che stava arrivando al limite della sopportazione
"Quella notte è stata soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E soprattutto quello che mi hai detto"
Dissi, mentre potevo chiaramente sentire il tragitto di una goccia scendermi sulla guancia destra.
Non volevo ricominciare a piangere.
Soprattutto davanti a lui.
Ma non riuscivo a controllarmi.
Non avevo abbastanza forze in quel momento per farlo
"Senti, poi, a proposito di questo. Mi sono reso conto soltanto quando sei andata via quanto alcune mie parole abbiano potuto ferirti o di quanto altre siano state spregevoli e fuori luogo. Non ho mai avuto l'occasione di scusarm..."
Mi disse addolcendo i toni.
Si vedeva che era sincero.
Io, però, lo interruppi senza pensarci
"L'ho visto che non ne hai avuto l'occasione"
Quel tono orgoglioso non ne voleva sapere di lasciare il mio corpo.
Mi odiavo.
Si stava scusando.
Ed io continuavo così.
Questa poteva essere un'occasione per riappacificarci, ma evidentemente la stanchezza che provavo aveva già scelto per me
"Ma la vuoi smettere di fare la stronza? Sto cercando di chiarire"
Sbottò lui.
E come biasimarlo
"Cosa dovremmo chiarire? Il nostro rapporto inesistente?"
Fredda.
La freddezza nella mia voce spaventava addirittura me.
Lo vidi respirare profondamente e poi prendere la parola.
Si vedeva dalla vena del collo quanto fosse infastidito
"Giulia, cazzo. Lo vuoi capire che io ci tengo a te e che ci ho sempre tenuto? Come sono sicuro che è lo stesso per te, ma adesso è l'orgoglio che sta parlando al posto tuo e lo sai anche tu"
Io lo guardai un attimo.
Anche se le sue parole mi avevano toccato, però, io non cambiai atteggiamento.
E non mi sopportavo per ciò
"Adesso anche indovino è diventato. Fatti dare un aumento, mi raccomando, eh"
Dissi sarcastica iniziando a guardare il vuoto.
Fu in quel momento che lo vidi alzarsi e mettersi davanti a me.
Fu inevitabile guardarci.
Potevo vedere il fuoco ardere nei suoi occhi
"Senti, sai che c'è? Io sono venuto qui con tutta la calma e la volontà del mondo per cercare di recuperare il nostro rapporto, e per di più senza pretendere nulla perché non posso pretenderlo.
Sono consapevole di aver sbagliato come sono certo che anche tu sappia di averlo fatto. Siamo due teste calde. Lo sai bene.
Sai anche quanto per me sia difficile affrontare certe situazioni. E nonostante ciò io sono qui. Perché mi manchi. Mi manchi da morire. Niente è come te e me quando siamo insieme e lo sai.
Però se ad ogni mio tentativo di riappacificarci mi rispondi come se ti avessi insultato 20 volte diciamo che puoi anche andare a fanculo, per quanto mi riguarda"
Disse l'ultima frase imitando il modo in cui la dissi qualche minuto prima, dirigendosi verso la porta.
Senza lasciarmi modo di replicare.
E forse era anche meglio.
Chissà cosa gli avrei detto.
Sentivo un vuoto dentro di me.
Ero a tanto così da ricominciare a piangere.
Stavolta era stata colpa mia.
Ed io lo sapevo.
Pensavo una cosa e ne facevo un'altra.
Samuele mi aveva appena confessato di mancargli.
Anche lui a me mancava come l'aria.
Ma dicevo e mi comportavo come se non fosse così.
E questa cosa mi distruggeva.
Adesso non potevo dare la colpa a lui come altre volte.
Era facile così.
Adesso la colpa era tutta mia.
Ho trattato come una merda Samu quando lui era venuto da me per cercare di chiarire una situazione che fa male ad entrambi.
Me ne stavo già pentendo in una maniera incredibile.
Stavolta avevo davvero toppato

Spazio autrice
Ciao a tutti. Come state?
Lascio a voi i commenti, io non dirò nulla.
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Xoxo

G💕

just the way you are - Samu SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora