Come se volesse trasmettermi calma

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Erano passate due settimane dal chiarimento con il ballerino.
Le cose andavano sempre meglio.
In generale proprio.
Con me stessa.
Non sentivo più quella sensazione di vuoto allo stomaco che non mi mollava mai.
A lezione andava davvero bene.
Ce la stavo mettendo tutta per recuperare al meglio quelle settimane "perse".
E a giudicare da com'erano andate le puntate, ci stavo riuscendo.
Con "Rolling in the deep" arrivai prima in classifica.
Nek mi diede 9 ed io non ne potevo essere più felice.
Anche con i compagni era tutto migliorato.
Avevo finalmente imparato a lasciarmi un pò più andare.
Grazie anche all'aiuto di Samu.
Soprattutto all'aiuto di Samu.
Che comunque sapendo questo mio tratto caratteristico quasi mi costrinse a passare il tempo con gli altri.
Costrinse in senso buono, chiaramente.
Era più un mettermi nelle condizioni di trovarmi a mio agio anche con gli altri.
Standomi vicino, ma comunque lasciandomi fare.
Senza forzare nulla.
Non è facile che io mi trovi bene subito con qualcuno.
Ed in parte a ciò ha influito la mia insicurezza.
Un vero e proprio blocco nel mostrare ciò che sono io davvero.
Però in quelle settimane mi sentivo proprio cambiata.
Mi ero aperta di più.
Un pò con tutti.
Avevo scoperto il piacere di stare davvero in compagnia.
Il piacere anche soltanto di confidare i tuoi pensieri a qualcuno che sta vivendo la tua stessa situazione.
Qualcuno che ti capisce.
Rafforzai i rapporti con Ludo e Maddy.
Scoprendo Rita.
Fede.
Gianmarco.
Megan.
Tommy.
Aaron.
Avevo davvero cambiato mentalità.
Avevo raccontato e lasciato che gli altri capissero diversi aspetti di me e ne ero contenta.
Anche io avevo imparato a conoscerli.
E davvero ero convinta del fatto che si potesse creare un bel rapporto con tutti.
E in più capivo che non era soltanto un mio pensiero visto che di tanto in tanto venivano proprio loro a raccontarmi la loro giornata, o cose stupide.
Ma che per me non lo erano per niente
"Tutti in gradinata, ragazzi"
Io mi stavo per asciugare i capelli avendo appena finito di fare la doccia.
Ma venni interrotta dal rumore della voce metallica di una donna della produzione.
In men che non si dica ci radunammo tutti in gradinata.
Mi misi accanto a Samu.
Appena rientrato dalla lezione che aveva fatto.
E tutto completamente sudato
"Cosa abbiamo fatto?"
Chiese ironicamente Cricca.
Non sapendo però che avevamo davvero fatto qualcosa
"Quindi neanche ve ne rendete conto?"
Disse seria, infatti, la donna.
Facendoci capire perché fossimo lì.
Un bel provvedimento disciplinare.
Ma per cosa?
"Guardate questo filmato"
Ci disse lei, lasciandoci un pò sulle spine.
Presto dalla scritta "Amici" sul televisore si passò ad uno schermo blu con scritto
"Queste sono le condizioni in cui le addette alle pulizie hanno trovato la casa ieri"
E fu immediatamente tutto chiaro.
Passarono una ventina di immagini sullo schermo che mi facevano disgustare.
Le marmellate aperte sul bancone con i cucchiai dentro.
Le pile di piatti nel lavandino ancora sporchi di sugo.
Calzini e mutande in bella vista sui letti.
Per terra.
Entrambi i cortili pieni di mozziconi finiti sparsi per il suolo
"Che schifo, raga"
Disse qualcuno.
Non volevo neanche sapere chi.
Anche perché se fosse stato qualcuno che in casetta faceva poco e niente mi sarei alterata e non poco per la prima volta lì dentro.
Mi ritrovavo spesso, se non tutti i giorni, a pulire e sistemare cose di altri perché creavano sporco e macello nelle stanze.
Molto spesso.
E nonostante questa cosa fosse stata ribadita anche da altri più e più volte, sembrava che a certe persone quelle parole entrassero da un orecchio e uscissero dall'altro.
Il video terminò.
Ci fu silenzio.
Un incolmabile silenzio.
Alcuni che sbuffavano.
Altri che parlottavano.
E alcuni interdetti.
Impassibili.
Tipo me.
Se avessi aperto la bocca forse avrei esagerato.
Come spesso mi succede.
Mi limitai a fare qualche segno di negazione con la testa
"Ragazzi, questa cosa è molto grave, lo capite?"
Disse la donna dall'altoparlante.
Guardai attraverso lo specchio le facce dei miei compagni.
La colpevolezza si scorgeva dai loro volti.
La maggior parte a guardare il pavimento
"Vergognoso"
Disse Madda.
E come darle torto
"Davvero lo schifo"
Disse stavolta Piccolo G.
Avevo sentito bene?
In quel momento mi fu impossibile farmi gli affari miei.
Proprio non ce la facevo.
Era più forte di me
"Vabbé, Piccolo, tu sei proprio una delle ultime persone che può parlare, scusami, ma è così"
Sbottai io.
Lasciando forse qualcuno a bocca aperta.
Era la prima volta che mi mostravo arrabbiata.
Ma giuro che mi ribolliva il sangue nelle vene
"Cosa vuoi dire?"
Mi chiese lui sorpreso.
Non aspettandosi qualcosa del genere da parte mia, evidentemente.
Una cosa mi mandava davvero in bestia.
Quelli che fanno finta di non sapere
"Che lo sai pure tu che non fai un cazzo dalla mattina alla sera, quindi non mi venire a dire 'che schifo' quando quello schifo tu sei uno di quelli che lo fa e lo lascia in giro di più"
Vidi qualcuno dallo specchio fare l'espressione del tipo
"Ma chi è questa? È davvero Giulia?"
"Ma non è vero, mi hai mai visto pulire?"
Mi chiese lui, un pò spazientito.
Al che non potevo non rispondere con
"No, è proprio questo il problema"
Vidi qualcuno iniziare a ridacchiare.
E d'altronde l'avrei fatto anche io se non mi fossi trovata in mezzo alla discussione.
Perché davvero quella situazione era assurda
"Non ti ho mai visto prendere una scopa in mano, o metterti a fare i piatti. Quando è il tuo turno ti vedo in giro per il salotto, magari mettendo apposto qualche sedia, i giorni fortunati..."
Vidi qualcuno fare il gesto di lasciar cadere il microfono a terra.
In effetti, lo stavo spegnendo.
Non ero tipica a fare quel tipo di cose.
Ma c'era qualcosa dentro di me che proprio era scoppiato
"Ok, è vero, ma non è il solo"
Si intromise Fede, usando un tono protettivo nei confronti del cantante.
Anche cercando di farmi calmare un secondo.
Ma in quel momento era difficile
"No, certo, Fede, ma è stato l'unico che io ritengo tra quelli che fanno meno che ha detto 'che schifo', quindi... Poi magari è quello che fa di più e io non lo so, che vi devo dire"
Dissi io, concludendo il mio discorso.
Non passarono neanche due secondi dalla risposta del ragazzo
"Ma infatti se stai sempre chiusa in camera non è colpa mia se non vedi quello che succede in casetta"
Come scusa?
Era serio?
Io rimasi completamente stupefatta.
Non potevo credere che avesse detto una cosa del genere
"Questa potevi anche risparmiartela"
Disse Ludo intromettendosi.
La ringraziai mentalmente.
Uscita davvero fuori luogo
"La maturità, signori. La maturità"
Mi alzai dalle gradinate.
Con un livello di arrabbiatura che superava il capello più alto che ho in testa.
Mi diressi verso la porta per andare via di lì.
Mi rigirai un'ultima volta prima di dirgli
"Ma come ti permetti, poi? Tu non sai niente di me"
Lo guardai negli occhi mentre lo dicevo.
Ero davvero rimasta a bocca aperta.
Piccolo G mi aveva sempre dato l'impressione di essere apposto, a modo.
Ma soprattutto empatico
"Vabbé, ragazzi, volevo soltanto farvi sapere che i professori sono stati informati e che prenderanno i loro provvedimenti"
Disse sempre la donna interrompendoci dalla discussione.
E quasi la ringraziai.
Lasciai la stanza nell'immediato.
Mi rifiutavo di parlare ancora con lui.
Avevo così tanta rabbia dentro di me.
Proprio per il fatto che non ce la faceva ad ammettere le sue colpe.
Neanche riconosceva i suoi errori.
Quello che diceva Fede era vero.
Non era l'unico.
Ma almeno gli altri avevano avuto la decenza di stare in silenzio.
Mi ritrovai in bagno.
Sciacquandomi il viso per sbollire i nervi.
I polsi anche.
Appoggiai le mani sul lavandino e respirai profondamente.
Poteva sembrare una cosa da niente.
Ma quelli erano proprio i comportamenti che più mi facevano imbestialire.
Non passò tanto tempo che sentii due braccia circondarmi la vita da dietro.
Non mi servii neanche un secondo per capire chi fosse.
Sentii lasciarmi un bacio umido sulla parte alta della schiena che la canottiera che indossavo lasciava scoperta.
Che mi provocò qualche brivido di qua e di là
"Sono nera, ti giuro"
Dissi alzando gli occhi per guardarlo attraverso lo specchio.
Respirando di nuovo
"Lascialo perdere"
Chiuse lui gli occhi.
Come se volesse trasmettermi calma
"Anche quello che ha detto. Lascialo perdere. Non sa un cazzo, mh"
Disse con tono completamente tranquillo.
Strizzò un pò la mano sulla parte di fianco che toccava, come per rassicurarmi ed avere allo stesso tempo la mia approvazione
"Lo so, ma me le fa girare, capito?"
Ribadì io, abbassando i toni come lui
"È normale. Ma tanto tu stai dalla parte della ragione. L'hai letteralmente asfaltato"
Mi disse lui con tono fiero.
Sapeva quanto per me non fosse facile tirare fuori il carattere.
E anche soltanto aver espresso il mio più totale e sincero parere su qualcuno faccia a faccia col pugno serrato era davvero tanto per me.
Mi sorrise fiero.
Stringendomi un pò di più e facendomi un pò dondolare.
Sorrisi anche io.
Mi lasciai coccolare un altro pò.
Prima di vedere sempre grazie allo specchio la figura di Madda guardarci dallo stipite della porta
"Amica, lasciatelo dire, gli hai fatto il culo. Hai detto quello che tutti pensiamo senza filtri"
Disse lei dopo essersi accorta di aver catturato la mia attenzione.
Facendo staccare Samu da me.
A malincuore.
Ci mettemmo un pò a chiacchierare su quanto accaduto.
E nel frattempo andammo fuori.
Nell'intento di sistemare il casino che sicuramente ancora c'era.
Ci raggiunse anche Ludo
"Sono tutti fuori a parlare, ma si mettessero al lavoro piuttosto"
Disse lei.
Forse era l'unica che, almeno apparentemente, si mostrava arrabbiata quanto me.
Chissà cosa si stavano dicendo gli altri.
Ma decisi di non pensarci.
Lì fuori eravamo noi 4.
Io, Madda, Ludo e Samu.
Raccolsi qualche cicca da per terra.
Come gli altri.
Sotto il divanetto c'era persino una bottiglia d'acqua.
Vuota.
Mi venne in brivido al solo pensiero
"Quello che mi chiedo io è ma ci vuole così tanto ad andare in cucina e buttare questa? Io davvero non ho parole"
Gli altri si girarono verso di me.
Indignati quanto me
"Quello che voglio che sia chiaro a tutti è che non è che ho detto quelle cose su Piccolo perché mi sta sui coglioni"
Dissi io dopo diversi secondi.
Ripensando a prima.
Davvero non mi andava giù
"Le avrei dette pure... A Samu se fosse stato così, ma che so che comunque lui non è tra quelli che non fa nulla perché molte volte fa con me quindi sono convinta di questo"
Avevamo cambiato i turni.
Ce li avevamo tutti insieme.
Quindi non potevo dire il contrario perché lo vedevo
"Come allo stesso tempo non posso dire neanche che sia tra quelli che fa di più, ma questo lo sa anche lui"
Continuai io, ricevendo subito in risposta da parte sua un
"Ma si, certo, è giusto. Io non faccio quanto voi, Ramon, Megan, Rita... È evidente"
Disse lui, passando un pò la scopa per levare le cicche che ancora non avevo raccolto
"In queste cose io sono oggettiva. Se non fai un cazzo, è giusto che ti prendi le tue responsabilità. E se vedo che dall'altra parte non c'è consapevolezza, oppure si nega direttamente l'evidenza, lì mi incazzo di brutto"
Mi stavo sfogando.
Sapevo che mi faceva bene
"Ti do completamente ragione, Giu. Ma ci stavamo tutti noi che ci guardavamo strano ogni volta che parlava... Tutti basiti, giuro"
Mi disse Madda
"Che poi qual è stata l'unica stanza non inquadrata? La nostra. Chissà perché. Ma dai, su. Ma di che stiamo parlando?"
Aggiunse Ludo che aggiunse subito dopo
"Ma poi vogliamo parlare di quando ti ha anche detto la cosa della camera? Lì veramente ha toppato propio conpletamente"
Io negai con la testa esausta.
Passai la scopa un altro pò fino a quando non sentì una mano sul mio fianco destro.
Subito dopo la voce chiara, ma sussurrata di Samu si fece spazio nelle mie orecchie
"Comunque, vatti ad asciugare i capelli che sennò ti ammali"
Me ne ero completamente dimenticata.
Con tutti i pensieri di quel momento era plausibile.
Giusto la voce "sottovoce" di Madda dire
"Che carini"
A Ludo mi fece spostare lo sguardo su di loro sbattendo le palpebre più volte.
Proprio come il ragazzo
"Ah, si è sentito?"
Disse lei poi scoppiando a ridere insieme alla mora quando dissi
"Direi di si"
Ridendo anche io per la situazione.
Vidi le guance di Samu arrossire.
Le adoravo.
Ma d'altronde ero convinta che anche le mie fossero dello stesso colore
"Dai, su asciugale i capelli"
Disse Ludo rivolta a Samu.
Prendendoci in giro
"Si, credo proprio che lo farà"
Dissi io stando al gioco.
Al che lo presi per mano davanti alle due e lo trascinai con me.
Alla fine mi asciugò davvero lui i capelli
"Anche meglio del solito"
Dissi io una volta asciutti visto che erano davvero più belli di come venivano a me
"Sono 50€, prego"
Mi porse lui la mano in modo teatrale.
Al che io gli detti un cinque diretto.
Prima però di buttarmi tra le sue braccia.
Dovevo ancora abituarmi totalmente alla presenza di Samu nella mia vita.
Ma di una cosa era certa.
Non ne avrei mai avuto abbastanza

Spazio autrice
Ciao a tutti. Come state?
A voi i commenti, come sempre.
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Xoxo

G💕

just the way you are - Samu SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora