Luce

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"Prossima domanda?"
Era stata la frase che più avevo detto quella settimana.
Era stata la risposta più frequente a tutte le volte che qualcuno mi chiedeva la stessa identica cosa
"Come va con lui?"
In casetta la voce si era diffusa subito.
Samu mi aveva confessato di provare qualcosa per me.
E io lo avevo rifiutato.
Era questo ciò che avevo intuito avessero capito gli altri.
E nonostante fossi io la prima ad amare il gossip, ero terribilmente infastidita del fatto che parlassero senza sapere.
Perché non sapevano proprio niente.
E io non avevo la minima voglia di sprecare un solo secondo per spiegare qualcosa che riguardava solamente me e lui.
Quella chiacchierata con lui mi aveva mandato ancora più in confusione di quanto già non stessi.
Per quanto ne era possibile.
Però ero contenta del fatto che quella volta era diverso.
Non ci stavamo comportando da bambini.
Come sempre.
Non ci evitavamo.
Se c'era da parlare parlavamo.
Non cambiavamo strada se ci incontravamo.
Non cercavamo di scappare da situazioni in cui ci ritrovavamo insieme.
Come a cena.
Al tavolo insieme anche se in pochi.
O in giardino.
Ci eravamo chiesti diverse volte come fosse andata la giornata e ce lo eravamo raccontati tranquillamente.
Parlavamo.
Certo, non come prima.
Adesso era comparso il pezzo che prima mancava e che aveva completato il puzzle.
Ed entrambi ne eravamo consapevoli.
Qualcosa era cambiato.
In quel momento, però, mi sentivo capita.
Forse più capita che mai.
Sapevo che si stesse comportando in maniera così matura perché aveva capito avessi bisogno di tempo.
Non era di certo stupido.
Gli occhi li aveva.
Lui mi conosce come nessuno.
E chi meglio di lui sa che è proprio nelle situazioni difficili che riesco a far uscire fuori tutte le cazzate represse?
Lo ringraziavo per questo.
Perché nonostante la discussione, non mi stava mettendo agitazione.
Mi stava lasciando nella totale libertà di decidere cosa fare.
Perché alla fine ero sicura che fossimo entrambi consapevoli del fatto che si trattasse di quello.
Di capire cosa fare.
Come comportarmi.
A seguito di ciò che mi aveva detto.
E, nonostante il fatto che sapessi quanto gli pesasse trovarsi in bilico in quella situazione, di quanto fosse difficile fare "finta di niente", lui non me lo stava facendo pesare.
Lui non me lo stava facendo pesare minimamente.
E lo stava facendo per me.
Perché mi rispettava.
E lo aveva sempre fatto.
Gliene sarei stata eternamente grata.
Ripeto.
Era ovvio che ci fosse quel sassolino nella scarpa.
Ma era inevitabile.
Avrei sfidato chiunque nella nostra situazione.
Oggi si sarebbe tenuta la...
Non ricordo a che numero siamo arrivati...
Ma era il giorno della registrazione della puntata della domenica.
Che noi registravamo il giovedì.
Anche a livello lavorativo, sentivo di essere cresciuta.
Cercavo di mettere da parte ciò che succedeva e di concentrarmi solo e unicamente su quello che amo fare di più, cantare, ogni volta che mettevo piede in sala.
Avevo finalmente raggiunto la giusta mentalità.
Non volevo e non avrei permesso a me stessa di crollare di nuovo come era successo qualche mese prima.
Neanche lo volevo ricordare.
Ogni volta che ci ripensavo, mi convincevo sempre di più quanto quella che ero in quel periodo non fossi io.
Per niente.
Ma cercavo di non pensarci.
Cercavo di concentrarmi sul presente.
Quella settimana Lorella mi aveva assegnato una cover che già conoscevo bene.
"Niente canzoni d'amore" di Marracash, ma la versione di Elodie.
Canzone che amavo.
E in più acustica.
Solo piano e voce.
Come tutto per me era iniziato.
Avevo prima imparato a suonare il piano e poi avevo scoperto la passione per il canto.
Iniziavo a premere tasti che pensavo avrebbero formato una bella melodia insieme e ci canticchiavo qualche la la la sopra.
Era iniziato tutto così.
E quei giorni che l'avevo provata in sala mi ero sentita andare indietro nel tempo.
Era stata davvero una bellissima sensazione.
La puntata era iniziata.
E io non osavo girare la testa indietro.
Come facevo sempre prima di ogni puntata per cercare il conforto nel verde dei suoi occhi che riuscivo a scorgere anche se eravamo a due file di banchi di distanza.
Non l'avevo fatto.
Senza un motivo ben preciso.
Entrarono i giudici del giorno incoraggiati da Maria.
Per noi cantanti erano 3.
Stash, Cristiano Malgioglio e Federica Camba.
Kledi per i ballerini.
Stavo cercando di mantenere la calma.
Ma Maria non lo rese per niente facile.
Perché quella non era una semplice gara.
Era una gara per capire chi si sarebbe guadagnato un'esibizione al concerto di Elisa.
Di Elisa.
Stavamo parlando di quell'Elisa.
Una delle voci femminili più belle ed uniche della scena musicale italiana.
La sua voce era angelica.
Proprio come lei.
Mi dissi
"Io devo vincere"
A tutti i costi.
Mi sentivo così carica che mi sarei quasi voluta esibire per prima.
Volevo dare tutto.
Il 101% di me.
Il primo fu Niveo a scendere, però.
Mi dispiaceva per lui.
Perché si impegnava tanto e nonostante ciò continuava imperterrito ad occupare gli ultimi posti alle classifiche.
E anche questa volta, sentendo il commento della donna sulla sua esibizione intuii che neanche quella volta sarebbe cambiato qualcosa.
Scese poi Gian.
Ballò una bellissima coreografia dimostrata da Giulia.
"Ta fête" era il titolo del brano di Stromae.
Piacque tantissimo al giudice ed in qualche modo intuii che si sarebbe ritrovato tra i primi posti.
Toccò poi a Fede.
Poi a Maddy.
Poi a Waxi.
Che aveva davvero spaccato.
Poi a Ramon.
E poi arrivò il mio turno
"Facciamo mettere il piano, no?"
Mi chiese Maria, come per farlo sapere a tutti.
Visto che lei lo sapeva già e non c'era altro motivo per cui me lo potesse chiedere.
Io annuii solo con la testa senza proferire parola
"Come stai?"
Mi chiese lei per prendere tempo mentre i professionisti di ballo portavano il pianoforte sul palco
"Mh"
Mugolai alzando un pò lei spalle.
Lei ridacchiò
"Oggi siamo di molte parole, eh?"
Disse lei ironica.
Io alzai di nuovo le spalle divertita.
Il pubblico anche rideva un pò.
Quando arrivò il piano andai subito a sedermi.
Stavolta era davvero una delle prime volte in cui Maria non doveva dire "base", ma ero io che avrei dato inizio all'esibizione.
Chiusi gli occhi.
Per entrare bene nel brano.
Quel passo era fondamentale per interpretare al meglio ogni brano.
E di certo quello non era proprio il brano che non avrei voluto interpretare male

just the way you are - Samu SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora