E allora urla

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"Balla, balla, balla, le ballerine
Balla, balla, balla per respirare
Balla, balla, balla le ballerine
Balla, balla, balla, ba-ba-ba-ba"

Saltavamo nella stanza blu come se non ci fosse un domani.
Urlando.
Liberando tutta la rabbia repressa.
Quella canzone mi sapeva proprio di libertà

"Balla, balla, balla con me
Dove gli occhi non arrivano"

Gridammo all'unisono

"Ba ba ba ba ba"

Mi prese il viso tra le mani e cantammo le ultime parole di quella canzone con tutta la forza che avevamo

"Balla, balla, balla con me
Ora mi sento più libero"

Rimanemmo fronte a fronte per diversi secondi.
Con le risate.
E con il fiatone ancora in corpo.
Prima di scoppiare di nuovo in una risata fragorosa
"Waxi, mi piace troppo"
Dissi urlando.
Nell'euforia più totale.
Ed io lo vidi farmi una linguaccia e un'altra bella risata in risposta
"Giuro, ce l'ho in testa 24h su 24"
Continuai io a dirgli.
Con lo stesso tono.
Che non osavo lasciare andare.
Lo vidi sorridermi di cuore prima di far riunire le nostre fronti e dirmi
"Grazie Giu"
E non potetti fare a meno di sorridere anche io
"Sono così contenta per te e questo pezzo"
Gli dissi io in risposta.
Dal cuore.
Ed era proprio vero.
Il mio amico aveva fatto un vero e proprio capolavoro.
Quella era una delle canzoni che avrei voluto scrivere io.
E la sentivo così mia da far paura
"Ci sento proprio la verità in ogni parola"
Gli dissi allontanandomi.
Volevo vedere bene i suoi occhi.
E fargli capire quanto le mie parole fossero sincere.
Lo vidi iniziare a sorridere di nuovo.
Non che avesse smesso, ma adesso sembrava quasi che prima o poi gli avrebbe fatto male le guance per quanto era tirato il sorriso
"Sei proprio tu"
Continuai io dopo qualche secondo.
E lo sentii ridacchiare.
Subito prima che iniziasse a saltellare.
Come un bambino.
E quando si fermò
"Ti posso abbracciare?"
Disse.
Ed io iniziai a sorridere intenerita.
Sentivo di aver trovato un amico.
Un amico vero.
Che mi voleva bene per davvero
"Waxiello che vuole un abbraccio?"
Dissi con finto tono di sorpresa, ma che sotto nascondeva pura felicità
"No, non voglio un abbraccio, voglio dartelo, è diverso"
Si mise lui sulla difensiva.
Ma tradendosi con il sorriso dolce sul suo viso
"Sta di fatto che il duro Wax mi vuole abbracciare"
Gli dissi infatti io.
Facendogli alzare gli occhi al cielo
"E non rompere i coglioni e dammi quest'abbraccio, stronza"
Mi catturò lui con le sue braccia.
Cogliendomi di sorpresa e facendomi scoppiare a ridere di nuovo.
E quell'abbraccio io sapevo che fosse per bene.
Per gratitudine che provava per me.
Ed io ero così felice di aver trovato lì dentro un'altra persona che avrei potuto considerare veramente come un amico.
Una persona d'oro.
Che in pochi avevano capito.
Ma che io avevo imparato ad ammirare.
Perché era un'anima bella
"Ti voglio bene, piccolina"
Disse stringendomi un pò di più.
Facendomi ridacchiare.
Per il gesto che mai dal grande e orgoglioso Wax mi sarei aspettata
"Anche io, rosso, un sacco"
Continuai a stritolarlo.
E sembrava quasi non volermi lasciare più.
Rimanemmo così per minuti interminabili.
Nella più totale serenità.
Fu lui, poi, ad aprire bocca.
E rompere il silenzio che si era creato
"Siete fortunati ad avervi, sai?"
Mi disse.
Non c'era bisogno di specificare a chi si stesse riferendo.
E mi colse di sorpresa.
Perché effettivamente non c'entrava nulla.
Ma avevo imparato a conoscerlo.
E lui era così.
Era una delle persone più pensierose che avessi mai conosciuto.
Me l'aveva dimostrato tante volte.
E quella ne era una prova.
Spesso accadeva qualcosa, ma nella sua mente ne pensava altre 20.
Mi staccai da lui.
Così da poterlo guardare.
Per cercare di capire cosa gli stesse passando per la testa
"Vi fate del bene"
Mi disse guardandomi dritta negli occhi.
Ed io sorrisi.
Al pensiero.
Di quanto lui avesse la priorità assoluta nella mia vita.
Perché mi dava tutto l'amore del mondo da sempre
"Io so che lui lo fa a me, spero anche nel contrario"
Gli dissi.
Sussurrando.
Ma senza guardarlo.
Come se l'argomento "Samu" non fosse qualcosa che tutti sapevano.
Come se volessi tenere tutto per me.
E custodirlo con gelosia
"È così, gli fai bene"
Mi disse lui sicuro.
Ma con tono dolce.
Cercando il mio sguardo
"Lo vedo"
Rimarcò lui.
Ed io non potetti fare a meno di guardarlo.
E dirgli infine
"Lo so"
Perché era vero.
Non essendo in lui, chiaramente, non potevo avere la certezza di ciò che provasse.
Ma me l'aveva detto e dimostrato un'infinità di volte.
Ed io non potevo proprio farne a meno.
Samu era tutto per me.
Ed io avevo capito essere tutto per lui.
Era la sensazione più bella che potessi provare.
Il sorriso che mi spuntava sul viso ogni volta che ci pensavo era qualcosa di indescrivibile.
Il rosso poi mi scompigliò i capelli amorevolmente.
E raggiungemmo gli altri che erano quasi tutti in giardino.
Gli altri erano in studio.
Chi a finire le ultime lezioni.
Chi a provare per conto suo.
E chi a preparare le sfide.
Io avevo finito qualche ora prima.
E avevo avuto il tempo di riposare la mente per un pò.
Per poi iniziare a ripassare il brano che avrei portato domenica in puntata.
In casetta già si iniziava a respirare aria di serale.
E a me già stava prendendo la nostalgia.
Ma non volevo pensarci.
Isobel e Ramon si erano già conquistati la maglia dorata tanto ambita da tutti la settimana scorsa.
E mi chiedevo se sarei stata in grado di averla anche io.
Però, qualcosa interruppe i miei pensieri.
Mentre ero in compagnia degli altri
"Ragazzi, mi sentite?"
Sentimmo improvvisamente quella stessa voce metallica che da settembre ogni volta ci faceva sussultare dallo spavento.
Ed un coro di
"Ciao Mari"
Si propagò per il salone
"Vedo che state per cenare"
Iniziò lei.
Al che sentii in risposta Fede dire
"Si, Mari, pasta al sugo dello chef Matti"
Lo chef poi iniziò ad elencare, sotto richiesta della conduttrice, gli ingredienti del suo magico sugo all'aglio che gli aveva insegnato sua nonna.
Forse il più buono dopo quello di mia mamma e quello di Lori, la mamma di Samu
"Dobbiamo andare in gradinata?"
Chiese Cricca quando finirono.
Effettivamente non aveva ancora detto perché si fosse palesata quella sera.
"No, no, tranquilli. Volevo soltanto dire una cosa a Giulia"
Disse lei.
Facendomi distrarre dal guardare il magnifico color rosso di quel sugo che volevo mangiare con tutta me stessa a cucchiaiate
"Dimmi, Mari"
Dissi io subito.
Non capendo bene ciò che avrebbe voluto dirmi
"Non ti voglio disturbare"
Mi disse lei in tono calmo.
Come se in qualche modo volesse calmarmi.
E questo non prometteva niente di buono
"Macché, dimmi"
Gli dissi io subito.
Cercando di non pensare a nulla di brutto.
Mantenendo quel sorriso innocente che avevo sul viso
"Guarda, c'è Samu in sala 5, ti dispiace andare un attimo?"
E lì tornai seria.
Immediatamente.
Maria non mi aveva chiesto mai nulla del genere.
Non che fosse chissà cosa alla fine.
Ma io sapevo che se me lo stava chiedendo, era perché aveva davvero bisogno di me.
Quindi scattai in piedi.
E non esitai un secondo a dire
"Certo, Mari, vado subito"
Dirigendomi verso la porta d'ingresso che era a qualche passo da me velocemente.
La sentii ringraziarmi.
Ma non ce n'era bisogno.
L'avrei raggiunto anche dall'altra parte del mondo.
Ma per davvero
"Giu, ma neanche il cappotto ti metti?"
Sentii dirmi da Aaron.
E neanche me ne ero accorta in realtà.
Ma poco mi importava
"No"
Gli dissi io
"Voglio andare"
Dissi velocemente e senza curarmi di nulla
"Matta, fa freddissimo"
Disse Angelina stringendosi nel suo cappotto.
Ma io neanche lo sentivo il freddo
"Ah, l'amour... È ciò che muove il mondo"
Disse sempre l'elfo della casa con aria sognante.
Ma io lo sentii a malapena.
Pensai, però, che era proprio vero.
Così nella mia felpetta leggera verde scuro mi diressi velocemente agli studi.
Ed in effetti un pò di freddino iniziavo a sentirlo.
Ma il pensiero di Samu che stava male, mi faceva smettere di sentire qualsiasi altra cosa.
Arrivai davanti la sala 5 con un tempo record.
Mi fermai davanti alla sala come se non avessi corso per arrivarci.
E piano ci avvicinai l'orecchio.
Nel tentativo di sentire chissà cosa.
Silenzio.
Completo silenzio.
Bussai piano.
Quasi da non farmi sentire
"Oi, è permesso?"
Dissi qualche secondo dopo non ricevendo alcuna risposta.
Così senza pensarci altro tempo aprii la porta piano
"Amore?"
Dissi.
A bassa voce.
Vedendolo sdraiato per terra con un braccio a coprire gli occhi
"Amore, che hai?"
Era sdraiato a terra.
A respirare.
Tanto che potevo sentire tutta l'aria che sembrava necessitasse di buttare fuori.
Mi misi seduta accanto a lui.
In silenzio.
Aspettando che fosse lui a parlare.
Lo vidi alzare di poco il braccio.
Così da permettergli di vedermi.
Ma poi lo rimise subito su.
Ed io in quel gesto ci lèssi tutto ciò che stava passando.
Era da ormai diverse settimane che era in sfida.
Aveva fatto la prima sfida immediata con Paky.
Poi la comparata sempre con lui.
Poi gli avevano assegnato un altro sfidante, ma che in puntata non si era presentato.
Così adesso che mancavano 2 giorni alla vera sfida effettiva, sentivo quanto stesse crollando dentro
"Non ho la forza di parlare"
Mi disse soltanto.
Con tono pieno di fatica.
Ed io apprezzavo il fatto che si stesse sforzando.
Perché gli serviva
"Ma sei triste?"
Gli chiesi io con la vocina da bambina che in ogni situazione lo faceva sorridere.
Nella speranza di riuscirci anche quella volta.
Anche se non ebbe l'effetto sperato
"Un pò... Sono confuso"
Disse prendendo un altro bel respiro.
Era un periodo super difficile per lui.
L'aveva affrontato con tanta carica, ma adesso, sembrava come se gli si fossero scaricate le batterie.
Gli presi le mani.
E le avvicinai alla mia bocca per lasciarci un bacio sopra.
Ad occhi chiusi.
E lì gli vidi spuntare un piccolo sorriso.
Tanto che anche io non potetti non farlo.
Mi chinai.
Fino ad arrivare vicino vicino al suo viso.
Con il mento appoggiato alla sua spalla.
Lo guardai con dolcezza.
Cercando di calmarlo.
E un pò gli vidi lo sguardo più tranquillo
"Sfoga tutto su di me"
Gli sussurrai.
Ad un palmo di distanza.
Mai smettendo di usare quel tono dolce.
Mentre vedevo i suoi occhi sciogliersi un pò
"No, lo sai che non lo farei mai"
Mi disse lui in tono ovvio.
Tanto da farmi negare con la testa
"Hai bisogno di sfogarti. Di tirare fuori tutto"
Dissi io sicura.
Al che lo vidi prendere un altro grande respiro prima di rimettersi le mani a coprirsi il viso
"Non mi sto gestendo più in questo momento. Ho accumulato un pò troppo"
Iniziò lui.
Al che io annuii.
Come per farlo continuare
"Mi sta scoppiando la testa"
Fece lui.
Esaudendo il mio desiderio.
E liberando il suo viso dalle mani.
Doveva tirare fuori tutto
"Ho così voglia di urlare"
Mi disse guardandomi negli occhi.
Come se già me lo stesse urlando in faccia.
E così non esitai a dirgli
"E allora urla"
Sicura.
E lui mi guardò quasi con fare sorpreso.
Come se non avesse realizzato ciò che avevo detto
"Fallo"
Gli ripetetti.
Sempre più sicura di cosa gli stavo dicendo.
E lo vidi iniziare a guardarmi pensieroso.
Come se stesse cercando di capire se era quello ciò di cui avesse bisogno
"Urliamo"
Dissi infine io.
Prendendomi la mano.
Non ricevendo da lui alcuna risposta.
Né accenni con la testa.
Se non i suoi occhi e il suo lieve, ma grande, sorriso che mi stavano urlando già
"Facciamolo"
Così lo guardai sorridendo speranzosa per qualche altro secondo.
Prima di imitarlo
"Ma che fai, ti sdrai?"
Mi chiese lui ridendo.
E al sentire la sua risata già mi faceva sentire meglio.
Io non risposi.
Mi misi comoda.
Con le braccia e le gambe aperte.
Comode.
E mentre io guardavo sorridendo sincera il soffitto pensando alla spontaneità e a quanto il gesto che stavamo per compiere fosse necessario per lui, io sentivo il suo sguardo su di me.
Così mi girai.
E finalmente lo vidi sorridermi davvero.
Dolce.
Prima che iniziassimo a guardarci complici.
Contai fino a 3.
1...
2...
3.
Gridammo.
Fortissimo.
Tutto quello che avevamo dentro.
Per dei secondi infiniti.
Liberatorio.
Incredibilmente liberatorio.
Non l'avevo mai fatto.
Eppure mi sembrava qualcosa di così familiare.
E questo era perché avevo la mano stretta alla sua.
Respiravamo insieme.
Sorridendoci.
Rimanemmo così per altro tempo.
Finché improvvisamente mi alzai.
Lasciandolo lì come un pesce lesso.
A chiedermi con tono contrariato, ma divertito.
E curioso allo stesso tempo
"Dai, dove vai"
Facendomi ridacchiare
"Ma dove vuoi che vada"
Dissi io camminando, girandomi al volo verso di lui.
Prima di tornare sui miei passi.
Così mi avvicinai a passo svelto verso il frigo che conteneva solo bottigliette d'acqua che era in ogni sala dello studio.
Ne presi una.
E mi riavvicinai a lui
"Bevi un pò"
Gli dissi passandogliela.
Lui la prese.
E quasi la finii tutta.
Gli lasciai un altro pò di tempo prima di affiancarlo di nuovo.
Di concedermi un pò di tempo per ammirarlo.
Mentre agitava la bottiglia per fare uscire anche l'ultima goccia nella bottiglia
"Come stai?"
Gli chiesi.
E lo vidi girarsi verso di me alla domanda.
Ed iniziare a pensare
"Meglio"
Mi disse dopo qualche secondo.
Con tono fermo
"Dovevo staccare"
Riconobbe lui.
Iniziando a ridacchiare.
E facendo ridacchiare anche me.
Non dissi nulla.
Iniziai solo ad accarezzargli i capelli.
E lo vidi chiudere gli occhi.
E bearsi delle carezze.
Del calore che sapevo tanto lo rilassasse
"Hai mangiato?"
Mi chiese lui dopo qualche secondo.
Facendomi scoppiare a ridere.
Come poteva pensare a me in un momento così?
Sentii ridermi il cuore per questo, ma non gli permisi di cambiare argomento
"No, in realtà pensavo di vederti ballare"
Dissi io subito.
Ironica.
Ma alla fine che male c'era?
"Adesso?"
Mi chiese lui stupito
"Si, è un problema?"
Chiesi io.
Senza mai rinunciare al mio sarcasmo.
Volevo che si liberasse.
Che facesse la cosa che più amava fare.
Che ballasse.
Mettendo da parte le sfide.
Le ansie.
La pressione.
Volevo che ballasse e basta
"Solo se balli con me"
Disse lui alzandosi.
Velocemente.
E porgendomi la mano.
Come un galantuomo.
Facendomi ridacchiare
"Io non mi levo la maglietta, però. Ti avverto"
Non riuscii a non dire.
Al che lo vidi alzare le sopracciglia sorpreso delle mie parole.
Si leccò le labbra.
Cercando, anche se non riuscendoci, di nascondere una risata.
Iniziai a ridere quando mi sentii dire
"Stronza"
Ma non ci misi un secondo di più ad afferrare la sua mano.
E a saltargli addosso.
Incrociando le mie gambe attorno al suo bacino.
Lui iniziò a girare.
Tanto da farmi venire il mal di testa.
Sorridemmo e mi baciò.
Piano.
E ci sentii la gratitudine.
Era così dolce.
Il sapore.
Il sentimento.
Così dolce.
Poi scesi.
Iniziando a muovermi.
Con sottofondo una base messa da non so chi della produzione.
E mi beai alla vista di lui che ad occhi chiusi piano piano iniziava a muoversi.
Piccoli movimenti.
Ed era strano da spiegare.
Erano dinamici, ma lenti.
Calmi.
Rilassanti.
Ed io cercavo di seguirlo.
Continuammo così.
Per 10 minuti buoni
"Sei tutto"
Mi disse strofinando il naso contro il mio.
Quando la musica era finita.
Il mio cuore fece una giravolta.
Lo sentivo perfettamente.
E mi sentii attirare a lui dalle sue braccia
"Non ero stronza?"
Dissi io ironicamente.
Riprendendo ciò che aveva detto diversi minuti prima.
Cercando, ma anche io senza riuscirci, di trattenere una risata.
Lasciandolo di sasso.
Tanto da staccarsi e mettersi le mani sul viso con fare disperato.
Ma divertito.
Proprio come me
"Tu hai proprio un talento per rovinare i momenti dolci, è una cosa assurda"
Disse lui prima di riavvicinarsi a me.
E lì fui io ad avvicinarmi.
Gli presi il viso tra le mani.
E gli lasciai un altro bacio.
Poi un altro.
E un altro ancora prima di dirgli
"Onorata"
Con ancora il sorriso sulle labbra

Spazio autrice
Ciao a tutti. Come state?
Mi è piaciuto scrivere, oltre a Giulia e Samu, anche il rapporto tra Wax e Giulia.
Quindi spero che vi piaccia.
Poi vi volevo chiedere una cosa per curiosità personale.
Voi come vedete Giulia?
Cioé.
Che vibes vi trasmette?
Che persona è secondo voi?
Com'è caratterialmente?
Perché a me sembra di conoscerla così bene tanto che a volte mi convinco che sia reale.
Quindi una mia idea ce l'ho, ma voi?
Ci terrei che me lo diceste.
Se vi va, lasciate un commento e una stellina💓

Xoxo

G💕

just the way you are - Samu SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora