Beddu beddu

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<< "Che succede?"
Prese la parola il professore Montesso
"Sono abituato a fare cose che mi vengono bene"
Tirava un pò su col naso.
Faceva difficoltà a far durare troppo una frase
"Ho bisogno un attimo della mia musica"
"Tranquillo, dai, per oggi abbiamo finito, quindi se vuoi andare vai tranquillo"
"Grazie mille, e scusi ancora"
Samu va in sala musica.
E mette una canzone di Capo Plaza.
Canticchiandola.
Ma dopo poco stoppa.
Sembra farsi pensieroso.
Girare per quella piccola stanzetta.
Si fermò di nuovo.
Ma ci volle poco che prese le sue cose.
E dopo poco lasciò gli studi con il suo borsone sulle spalle.
A passo spedito.
Subito dopo si vide una clip di lui appena arrivato in casetta
"Dov'è Giulia?"
Fu la prima cosa che disse appena entrato e aver visto Ramon che si stava preparando per andare a lezione in salone
"Di là, è rientrata da poco"
Gli disse il classico
"Grazie"
Disse velocemente iniziando a dirigersi verso il corridoio.
Sempre a passo spedito
"Non ti levi neanche il cappotto?"
Gli chiese Ramon.
Un pò confuso
"No"
Rispose lui
"Ma va tutto bene?"
Chiese di nuovo lui, urlando un pò, essendosi accorto dello strano comportamento del ragazzo
"Si, devo solo un attimo schiarirmi le idee"
Disse lui, quando ormai il ballerino classico non riusciva più a vederlo.
Si vide poi subito dopo di nuovo un'inquadratura sulla sua figura percorrere il corridoio.
Velocemente.
Senza lasciarsi frenare da nulla.
Fino a fermarsi nella camera gialla.
Quella dov'ero io.
Intenta a camminare da una parte all'altra canticchiando la mia assegnazione.
L'inquadratura passò da me a lui diverse volte prima di diventare una sola.
Lui lasciò il borsone a terra.
"Ciao"
Gli dissi io immediatamente, leggermente allarmata vedendolo un pò scosso.
Lui non mi rispose.
E subito si buttò tra le mie braccia.
Mi strinse fortissimo.
Così lo feci anche io.
Gli accarezzai piano i capelli.
Passando bene le dita così da toccare la cute per farlo rilassare un pò.
Lo sentii fare un grande respiro.
E subito dopo espirare.
Lo strinsi ancora più forte a me.
Per poco non lo strangolavo.
Avevo intuito che non volesse parlare.
Almeno non in quel momento.
Lui mise la testa nell'incavo del mio collo.
Mentre io continuavo imperterrita con i grattini.
Mi staccai un attimo per prendere il suo viso tra le mani.
Volevo vedere i suoi occhi
"Sei fredda"
Mi disse mezzo sorridendo.
Ma come per farmi un favore.
Io mossi il pollice sulle sue guance.
Fregandomene di ciò che aveva appena detto
"Che è successo?"
Gli chiesi io sussurrando.
Già non riuscendo a sopportare la vista di un lui così spento
"A lezione non va bene"
Disse lui soltanto
"Il compito?"
Intuii io.
Lui annuì in risposta.
Abbassando un pò lo sguardo
"Questi giorni ti vedevo contento, che è successo?"
Ed era vero.
Ad ogni fine lezione di quella settimana mi raccontava sempre qualcosa di bello su quel compito.
Ma quel giorno era proprio strano
"Proprio oggi è andata male. Ho iniziato a pensare troppo, forse. All'aspettativa della maestra, alla possibile figuraccia che farò... E poi..."
Disse lui.
Lasciando sospesa la frase
"Che?"
Lo incitai io a continuare
"Montesso mi ha detto che la maestra mi vuole con i capelli tirati indietro"
Mi disse.
Con lo stesso tono e la stessa espressione facciale che fa un bambino quando si vergogna di dire una cosa e quindi ride per smorzare la tensione
"E quindi?"
Gli chiesi io ridendo, vedendo il suo viso mezzo rosso e non capendo veramente dove fosse il problema
"Ci sto una merda"
Disse lui subito
"Ma che dici?"
Gli dissi quasi rimproverandolo.
Non credendo che avesse davvero detto certe cose.
Dal suo viso capivo che non era qualcosa di cui parlava con facilità.
In passato mi aveva già espresso questa sua insicurezza, ma io l'avevo sempre ritenuta come qualcosa che non avesse fondo.
Era davvero impossibile che pensasse certe cose di se stesso
"Poi, mi scopre troppo il viso, non mi sento a mio agio"
Lo vidi abbassare lo sguardo e cambiare improvvisamente espressione.
Potetti notare che iniziò a sbattere più velocemente le ciglia.
Intravedevo i suoi occhi farsi un tantino rossi.
Aspettai un secondo
"Oi, guardami un pò"
Gli dissi seria, riprendendolo con la voce.
Non ne voleva sapere di alzare lo sguardo.
Così lo feci io.
Mettendogli un dito sotto il mento per farglielo rivolgere verso di me
"Lo sai che sei bello, si?"
Lui mi guardò.
Come per dirmi di smettere di prenderlo in giro
"Oh"
Lo richiamai io
"Non sto scherzando, Samu"
Gli dissi seriamente
"Tu sei bello davvero"
Mi uscirono quelle parole con una tale facilità...
Mai in vita mia mi era mai uscito qualcosa di più spontaneo
"Con una leccata di mucca al posto dei capelli sicuramente no"
Cercò di strapparmi una risata.
Ma forse più che a me, a se stesso
"E invece io ti dico che sei bello anche così"
Dissi io.
Accompagnando le mie parole al gesto di spingergli con le mani i capelli indietro
"Lo sei sempre"
Continuai io.
Parlando a bassa voce.
Lentamente.
Facendogli capire che non scherzavo.
Vidi sul suo viso formarsi una smorfia al mio gesto.
Che mi fece sorridere.
Prima di scuotere la testa per cercare di levare le mie mani da lì sopra.
Non stavo dicendo quelle cose così per dire.
Io le pensavo davvero
"Beddu beddu"
Gli dissi con il nostro accento siciliano.
Strappandogli un sorriso.
Gli toccai il naso con un dito.
Facendoglielo arricciare.
Come tanto amavo
"Neanche mi ci hai visto bene"
Disse lui
"Non mi serve, basta guardarti per capirlo">>

just the way you are - Samu SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora