Senza parole

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"Mi accompagni fuori?"
Gli dissi quando avevamo finito di mangiare.
Quel giorno era stato davvero importante.
Mi sentivo invincibile.
Non avevo detto di questa cosa neanche a lui.
Ma adesso che era pronta, volevo che fosse il primo a saperlo.
Con un pò di difficoltà, arrivammo al giardino sul retro della casetta.
Con un pò di difficoltà perché per l'ansia tra che provavo non guardavo troppo dove camminavo.
E quindi andai a sbattere contro la maniglia di una porta.
Ma ormai me ne succedeva una al giorno.
E mi sembrava strano che Maria non avesse ancora fatto vedere un video a riguardo
"I lividi di Giulia"
Si potrebbe chiamare.
Tornando a noi.
Arrivammo quindi fuori.
Come era nostra abitudine fare, ci sedemmo sul divanetto.
Uno accanto all'altro.
Era da qualche giorno che iniziava a fare più freddino.
Io avevo un piumino.
Lui aveva la sua giacca di pelle marrone.
E quella giacca voleva dire soltanto una cosa: l'inverno era arrivato.
Mi ricordo ancora di tutte le volte che gliel'ho rubata quelle mattine che tornavo a casa quando rimanevo a dormire da lui.
Avevo dei bei ricordi associati a quella giacca.
Lui si accese una heets.
Gli rubai qualche tiro.
Ma non accennavo a parlare.
Il silenzio era colmato soltanto dal rumore dell'aria e dal fumo che facevamo uscire dalle nostre labbra.
Non sapevo perché non stessi parlando.
Con lui non avevo problemi a parlare.
Di alcuna cosa.
Quella volta, però, era diverso.
Stavo per esporre una parte di me.
Tanto importante.
E anche se era Samu che avevo davanti e non qualcun altro, sentivo comunque un formicolio nello stomaco.
Perché ci tenevo tanto
"Allora?"
Mi disse lui dopo che espulse un altro pò di fumo.
Come per incitarmi a parlare.
E dopo essersi girato verso di me per guardarmi.
Quel bagliore di luna che gli illuminava il viso lo rendeva ancora più bello del solito.
Per quanto fosse possibile.
Non era nelle mie facoltà riuscire a staccargli gli occhi di dosso.
Lo vidi sogghignare.
Al che io abbassai lo sguardo un pò imbarazzata.
E per cercare di portare l'attenzione su altro mi presi coraggio ed iniziai quel che gli dovevo dire
"Allora..."
Dissi, mentre lui spense la heets
"È passato esattamente un mese da quando ci siamo chiariti"
Gli dissi.
E dal suo viso sembrava che si immaginava che dicessi questo
"Mhmh"
Disse lui, sempre senza mai staccare gli occhi da me
"Diciamo che io potrei aver fatto una cosa"
Dissi, per poi riportare di nuovo lo sguardo su di lui.
Come per vedere la sua reazione alle mie parole
"Mh"
Mugulò
"Ok?"
Gli chiesi per conferma
"Di che tipo?"
Mi chiese lui in risposta.
Confuso.
Ed in effetti come dargli torto?
Non avevo capito neanche io le mie parole
"Una cosa"
Ribadii
"E dimmi cos'è"
Disse lui divertito
"Eh, aspetta, quanto sei impaziente"
Dissi, facendogli fare dei segni di negazione con la testa.
Sempre però sorridendo
"Dai, su, dimmi. Che hai fatto?"
Mi chiese ormai impaziente e curioso di sapere.
Mi feci rossa.
Lo sapevo che finiva così
"Oh, mi stai facendo preoccupare"
Mi disse lui ironico
"Che c'è che sei rossa"
Continuò subito dopo visto che non accennavo a parlare.
Io in risposta mi coprii il viso con le braccia.
Come se avessi poi bisogno di coprirmi da lui.
Che mi conosceva meglio di me stessa
"Hai mangiato la Nutella di nascosto?"
Mi chiese lui senza un apparente motivo.
Al che io lo guardai confusa e divertita allo stesso tempo
"No, non ho mangiato la Nutella di nascosto. Ma poi ti sto parlando di un mese fa, stupido. Che c'entra la nutella"
Dissi ridendo.
Facendo ridere anche lui
"Che ne so, non mi stai facendo capire niente"
Mi disse in risposta.
Al che sbuffai divertita.
E realizzai che tanto non ce l'avrei mai fatta a dirlo ad alta voce.
Che poi neanche a dire che gli avessi fatto un torto.
O qualcosa di brutto in generale.
Anzi.
Ma non so cos'era che mi bloccava.
Sta di fatto che comunque qualcosa che mi bloccava c'era.
Quindi, mi alzai.
Sotto il suo sguardo confuso
"Aspetta qui"
Gli dissi soltanto.
Lui mi guardò soltanto storto
"E dove vado sennò"
Simpatico, Samu, simpatico.
Iniziai a fare una piccola corsetta per raggiungere la mia destinazione.
Andando in contro a Gianmarco.
Non scherzo quando dico che la mia sbadataggine non è paragonabile a quella di nessuno.
Arrivata in camera trovai due belle figure troppo occupate per accorgersi di me
"Ma dai, ma proprio sul mio letto dovete limonare duro?"
Dissi io, alla coppietta bionda della cosa.
Madda e Matty.
Non aspettai neanche una loro risposta che presi il computer e me ne andai.
Non che mi avessero ascoltato.
Erano tornati con uno con la lingua dell'altro in bocca nell'immediato.
Consapevole della stabilità che mi contraddistingueva, decisi di evitarmi la corsetta per tornare lì.
Avrei detto sicuramente ciao ciao al mio computer.
Arrivai fuori
"Metti queste"
Dissi soltanto.
Passandogli un paio di cuffiette.
Lui mi guardò storto
"Vuoi capirci qualcosa? Mettile"
Ribadii.
Al che lo vidi fare ciò che gli avevo detto.
Anche se poi, una volta seduta, ci ripensai
"Anzi, dammene prima una"
Gli dissi
"Anzi, no"
Dissi ancora
"Anzi, si, va"
Ci ripensai di nuovo
"Ma che hai, oh"
Mi disse lui ridendo.
Non mi ero mai comportata così con lui.
Faceva strano anche a me.
Però mi divertiva vederlo così incredulo e indeciso
"Tu stai zitto"
Gli dissi io sorridendo, nervosa.
Zittendolo.
Non aspettai un secondo di più.
Aprii i miei file.
Con un intento preciso
"Due respiri"
Disse lui appoggiandosi alla mia spalla socchiudendo un pò gli occhi per leggere ciò che c'era scritto sullo schermo.
Con il tono di chi non sa ciò che sta succedendo
"Io mi sto seriamente spaventando"
Mi disse di nuovo
"Aspetta"
Gli dissi soltanto.
Prima che le note di quella canzone che tanto amavo iniziavano a rimbombare nelle nostre orecchie.
Quella che ormai avevo scritto un mese fa.
Anche se era rimasto con il mento sulla mia spalla, percepivo che diverse volte si era girato verso di me.
Venendo ricambiato una o forse due volte al massimo.
Per l'imbarazzo.
In quel momento mi sentivo nuda.
Davanti a lui.
Completamente.
Nuda.
Continuava a girarsi verso di me.
Soprattutto quando cantavo
"Niente è come te e me insieme"
Sembrava che si risvegliasse ogni volta che passava per le nostre orecchie quella frase.
Quando finì, lo vidi sbattere le palpebre ripetutamente
"E questa?"
Mi disse con aria contenta.
Mi coprii con le braccia il viso.
Di nuovo.
Sicuramente ero diventata un peperone.
Di nuovo.
Alzai, fintamente, timorosa lo sguardo, portandolo su di lui, prima di dirgli
"Volevo che fossi il primo ad ascoltarla"
Lui mi guardava e non diceva nulla
"Non ne ho parlato con nessuno"
Continuai io.
Lui mi guardava e continuava a non dire nulla.
Come se aspettasse che finissi di dire ciò che avevo da dire
"Prima ti ho detto che è passato un mese..."
Dissi.
E vidi iniziare a formarsi sul suo volto un sorriso.
Che cercava, invano, di trattenere.
Aveva capito.
Si vedeva.
Ma era come se volesse sentirselo dire
"E diciamo che ho scritto questa canzone esattamente il giorno dopo"
Gli confessai.
Il suo sguardo si addolcì completamente
"E diciamo anche che l'ho scritta di getto"
Continuai sempre io.
Senza mai venire interrotta
"E anche che l'ho dedicata a qualcuno"
Dissi velocemente.
Quasi mangiandomi le parole.
Come se non si fosse capito dove stessi andando a parare
"Mh, davvero?"
Mi disse lui.
Con tono ironico
"Non l'avresti mai detto, eh ?"
Dissi io.
Ridendo.
"E questo qualcuno deve essere importante"
Disse lui dopo qualche secondo.
Io lo guardai
"Più di chiunque altro"
Dissi mettendo fine a quel giochino.
Tornando seria.
Fu in quel momento che non ci dicemmo più altro.
Si buttò completamente su di me.
Stringendomi fortissimo tra le sue braccia.
Io mi sentivo piccola dentro queste.
Ma protetta.
Mi sentivo bene con lui.
Ma bene davvero
"Grazie"
Mi disse soltanto.
Al che io deglutii
"È bellissima"
Mi disse lui sussurrando.
Come se volesse che quelle parole rimanessero tra di noi.
Unicamente tra di noi.
Come se non volesse farsi sentire da nessun altro se non da me
"Giuro... Non so che dire. Sono senza parole"
Disse lui.
Scuotendo un pò la testa.
Come se stesse cercando di tornare in sé.
Facendomi ridere per la scena
"Mi hai messo in difficoltà. Non so che dire davvero"
Si fece rosso.
Ed io ne ero felice.
Avevo scritto quella canzone per lui.
E sapere che gli avesse fatto quell'effetto, lasciava senza parole anche me
"Lo so che lascio senza fiato, però dai, Samuele, contieniti"
Cercai di smorzare la tensione con la mia arma preferita per affrontare qualsiasi situazione: la mia amata ironia.
Al che però, aspettandomi anche dall'altra parte una risposta con il mio stesso tono, mi sentii strana quando dalla sua bocca uscì
"Questo è impossibile"
Perché non stava scherzando.
E si percepiva a chilometri di distanza.
Mi stava guardando in un modo che non sapevo bene come definire.
Fisso.
Attento.
Preciso.
Non sapevo cosa fare.
Cosa dire.
Quella senza parole adesso ero io.
Che in quel momento riuscivo soltanto a pensare a quella specie di brontolio che sentivo nello stomaco.
Non mi era mai successo prima d'ora

Spazio autrice
Ciao a tutti. Come state?
Mi piace un sacco questo capitolo.
Davvero tanto.
Voi che dite?
Se vi va, lasciate un commento e una stellina💓

Xoxo

G💕

just the way you are - Samu SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora