Io l'ho già capito

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"Adesso tu mi spieghi perché prima quando sono entrato in stanza tu e Samu dormivate abbracciati"
Mi chiese un Ndg in una versione che non avevo mai visto, intento ad intingere un oreo nel latte
"Sembri me quando da piccola shippavo Leon e Violetta"
Lo presi in giro io.
Dirigendomi verso la dispensa per prendere altri biscotti
"Si, si, va bene, ma tu mi devi raccontare adesso"
Ritornò lui subito al punto.
Girando sulla sedia del bancone della cucina per seguire la mia figura.
Mi guardava trepidante.
Sorridendo.
Come se gli stessi per dire qualcosa che gli avrebbe cambiato in positivo la vita.
La verità era che io neanche mi ero accorta del fatto che ci avesse visti.
Come potevo accorgermi di altro quando ero nelle braccia di Samu dopo così tanto tempo?
Mi sentivo finalmente leggera.
Lo guardai anche io sorridendo.
Divertita dalla scena.
Ma anche per il pensiero di vederlo così curioso e interessato di qualcosa che sapeva contribuisse alla mia felicità.
Mi avvicinai a lui.
Gli presi il viso tra le mani e gli lasciai spontaneamente un bacio sulla guancia.
Come per ringraziarlo per la sua vicinanza in ogni momento.
Nicco diventava ogni giorno più importante.
Ero grata del fatto che facesse parte della mia vita
"Grazie"
Gli dissi, abbracciandolo.
Lui ricambiò
"Per cosa?"
Mi chiese
"Per tutto, non so come ricambiare"
Gli confessai io.
Lui mi scompigliò un pò i capelli in risposta ed io mi allontanai guardandolo male per questo gesto.
Lui rise guardandomi
"E insomma, mi vuoi raccontare o no?"
Mi chiese lui per l'ennesima volta trepidante
"Va bene, ma non urlare"
Gli intimai io dopo aver sentito il suo tono di voce fin troppo alto sia per il fatto che fosse oggettivamente presto e che alcuni ancora stessero dormendo che perché non volevo urlare tutto ai quattro venti
"Ci siamo chiariti"
Gli dissi e basta.
Iniziando ad aprire il mio pacco di biscotti.
Lasciando il mio amico con l'amaro in bocca
"E?"
Mi chiese lui facendomi segno di continuare
"E cosa?"
Gli chiesi io
"Come cosa? Quello è molto più di un chiarimento. Tra un pò vi montavate uno sull'altro"
Disse lui con nonchalance, tanto da lasciarmi a bocca aperta.
Io gli diedi uno scappellotto in risposta
"Quello sembrava"
Si giustificò lui
"Nicco"
Gli dissi io in tono canzonatorio
"Ci siamo semplicemente chiariti. Ci eravamo mancati"
Gli dissi tranquillamente.
Ed era proprio vero.
Ci eravamo mancati
"L'ho visto"
Disse lui, guardandomi con quello sguardo furbetto che mai gli avevo visto fare
"Dai, deficiente che sei"
Gli dissi io prima di versare il latte nella tazza e intingerci la mia gocciola
"Dico solo che dopo che vi siete detti le peggio cose, in una sera vi siete ritrovati a dormire insieme, così vicini, bah. Sarò strano io..."
Disse lui come se avesse inteso altro rispetto a quello che veramente era stato
"Si, sei strano tu. Siamo sempre stati così io e lui"
Mi giustificai io.
Anche troppo visto che io sapevo che era amicizia
"Mh"
Mi disse lui, con aria incerta
"Mh che?"
Gli chiesi curiosa portandomi l'ennesima gocciola alla bocca, mentre lui aveva iniziato ad alzarsi
"Il tempo mi darà ragione"
Disse lui, con l'aria di uno che la sapeva più del diavolo in persona
"In cosa?"
Gli chiesi io, volendo che fosse specifico
"Io l'ho già capito..."
Iniziò a canticchiare, al che lo guardai male
"Ma stai zitto e pensa a lavare la tazza, va"
Gli dissi divertita dalla naturalezza del suo soave canto di prima mattina
"Comunque parli del diavolo e spuntano le corna, arriva il tuo bello"
Disse lui, iniziando a fischiettare, come per far finta di nulla.
Quanto era stupido?
"Il mio bello?"
Dissi confusa, non capendo
"Girati"
Mi disse lui subito dopo, facendo un occhiolino prima di andarsene.
Era proprio tanto stupido.
Così avendo intuito dal fatto che se la stesse dando a gambe chi fosse la persona alle mie spalle, mi girai e mi trovai davanti la figura di un Samu a petto scoperto avvicinarsi a me.
Si stava stiracchiando.
Mentre si stropicciava gli occhi.
Si vedeva ancora il segno del cuscino sulla sua guancia.
Al che sorrisi a quella visione.
Era terribilmente bello anche di prima mattina
"Buongiorno di nuovo."
Gli dissi.
Lui non disse niente.
Si avvicinò ancora di più a me.
Mise le mani sui miei fianchi prima di regalarmi un sorriso che mi fece sciogliere e poi circondarmeli completamente.
Facendomi divaricare le gambe per stare entrambi più comodi nell'abbraccio.
Non me ne sarei mai abituata abbastanza.
E di questo ne ero sicura
"A che ora hai lezione?"
Mi chiese, staccando un braccio dalla mia schiena per allungarlo, prendere una gocciola e portarsela alla bocca
"Alle 9.00, tra un'ora, però penso di andare una mezz'oretta in palestra"
Gli dissi io il piano della mattinata.
Quel giorno mi avrebbero dato le nuove assegnazioni della settimana.
Non vedevo l'ora.
Volevo davvero mettere un punto decisivo a quel brutto capitolo della mia vita.
E adesso quello era l'altro passo che dovevo fare per riprendermi in mano la mia vita
"Io inizio alle 8.30, se vuoi andiamo insieme"
Mi propose lui ed io accettai volentieri
"Va bene, allora vado a prepararmi"
Gli dissi, staccandomi a malincuore dall'abbraccio
"Non ci mettere gli anni come sempre, eh, che sei bella anche se ci vai in pigiama"
Mi disse lui, facendomi arrossire, prima che io scendessi dalla sedia per dire
"Con chi credi di avere a che fare. Mi sono velocizzata tantissimo"
Senza proferire parola in merito all'ultima parte della sua frase.
Così andai in camera mia per prepararmi e vestirmi da palestra.
Non facendolo apposta arrivarono presto le 08.25.
Così corsi in salone dove c'era Samu davanti la porta con un borsone più grande di lui sulle spalle
"Lo sapevo che non eri cambiata"
Disse riprendendo l'argomento di prima in cucina
"Tempo al tempo, ti stupirò"
Gli dissi io in tono di sfida.
Mi erano mancate da morire anche queste cose.
Queste piccole cose.
Parole.
Che contribuivano per far sì che una semplice giornata si trasformasse in una bella giornata.
Facemmo il tragitto casetta-studi con il suo braccio intorno alle mie spalle.
Una volta arrivati lui scattò verso la sala.
Stava facendo ritardo per colpa mia, però mi aveva rassicurato che anche se fosse stato non sarebbe successo nulla e che era una cosa che aveva voluto lui.
Io mi diressi in palestra dove trovai l'altro Samu.
Samuelino lo chiamavano.
Con lui non avevo scambiato più di tanto parola.
D'altronde come anche con gli altri.
Non perché non volessi o perché mi facessero una brutta impressione...
Ma sempre proprio perché non ero nelle forze per farlo prima.
Adesso, però, volevo rimediare.
Mi sembravano tutte brave persone.
Con cui poter parlare tranquillamente.
E che ne so, magari anche diventare amici.
Così, per una volta, decisi di buttarmi
"Buongiorno"
Dissi contenta
"Buongiorno a te"
Mi disse il biondo.
Io gli riserbai un bel sorriso.
Che lui ricambiò nonostante stesse facendo degli esercizi che io neanche nel più lontano multiverso avrei potuto fare
"E questi sorrisoni di prima mattina? Sbaglio o ieri non stavi così"
Mi chiese lui, curioso.
Io rimasi sorpresa.
Dal suo tono anche lui sembrava avere la mia stessa intenzione.
Quella di conversare con me
"Oggi è una bella giornata, non credi?"
Gli dissi io, evitando imbarazzata di entrare subito nei dettagli della mia riappacificazione con l'altro Samu
"In effetti c'è un sole che spacca le pietre, ma non mi riferivo a questo"
Disse lui, guardandomi con la stessa espressione di Ndg di mezz'ora prima.
Avevo scritto in fronte "Fatemi un sorrisetto furbo"?
Facendomi assumere un'espressione confusa.
Come se già sapesse dove andare a parare
"E a cosa?"
Gli chiesi io, un pò cadendo dal pero visto che tutto mi avrebbe dovuto immediatamente capire la situazione
"Tu... Samu... Spoiler: vi ho visti stamattina accoccolati"
Mi confessò lui mettendosi le mani intorno alla bocca.
Come per non farsi vedere dalle telecamere.
Peccato che era tutto teatrale perché parlava ad alta voce
"Ma non ho capito, oggi c'era il pienone nella camera blu? Tu, Nicco, chi altro?"
Gli chiesi un attimo sorpresa e ironica
"Anche Gianma e Megan, se lo vuoi sapere"
Io mi misi le mani sul viso imbarazzata alle sue parole.
Lui iniziò a ridere.
La sua risata era talmente tanto contagiosa che non riuscii a controllarmi e scoppiai a ridere anch'io
"Vabbé, insomma... Raccontami un pò"
Mi disse lui, una volta che entrambi ci eravamo ripresi dalla ridarella che ormai durava da diversi minuti
"Abbiamo parlato e ci siamo chiariti"
Gli dissi io, omettendo di nuovo come era successo prima con Niccolò molti particolari
"E direi finalmente. Non ne potevamo più"
Disse lui in tono liberatorio
"In che senso?"
Gli chiesi curiosa.
"Non sai quante notti ci ha tenuti svegli con Gian e Ramon per parlarci di te"
Non lo avrei mai ammesso, ma un pò ci speravo.
Non che stesse male e avesse pensieri brutti a causa mia.
Ma che comunque anche lui come me non si 'vergognasse' in qualche modo di estraniare il suo legame con me
"Giulia non mi ha rivolto la parola... Giulia stava con Ndg... Quanto mi manca... Tutti i giorni e le notti così. Un'altra volta e penso che lo avremmo sedato pur di farci dormire"
Mi disse ed io non potetti fare a meno di sorridere sinceramente.
Potevo scommettere che in quel momento le mie guance erano rosse come un pomodoro
"Siete stati due allocchi"
Mi disse lui dopo qualche secondo.
E come dargli torto
"Però sono contento che vi siate ritrovati. Penso che tutti avessero intuito la tensione, ma si vedeva lontano un miglio che vi mancavate"
Mi confessò al che sorrisi di nuovo
"Eh si, però dai, adesso dimmi qualche esercizio da fare che tra un pò devo scappare a fare lezione"
Cambiai argomento io, tornando veramente all'argomento per cui ero entrata in quella stanza
"Io ti direi di iniziare con qualche addominale"
Mi disse lui.
Dopo aver sospirato e aver fatto qualche accenno di negazione con la testa, sorridendomi nel mentre.
Come quando qualcuno ha capito l'imbarazzo che provi e tu provi a cambiare argomento e lui anche se anche se non vorrebbe farlo, lo fa perché ha capito che sei un caso perso.
Perfetta descrizione
"Oddio ti prego no"
Lo supplicai io
"Plank?"
Mi propose lui dopo averci pensato qualche secondo
"Peggio mi sento"
Così nel mentre che decidevo un esercizio per me fattibile da fare, passarono 10 minuti.
Arrivò presto il momento di andare a lezione.
Così salutai Samuel e mi diressi verso la sala 1.
Stavolta c'era davvero Raffa ad aspettarmi
"Rolling in the deep" di Adele era il brano che dovevo preparare
"Lorella mi ha chiesto espressamente di farti cantare questo brano. Vuole vedere un cambiamento in te e pensa che questa canzone sia una bella sfida. Non tanto a livello tecnico perché la puoi fare tecnicamente, ma emotivo e espressivo"
Mi aveva detto lei.
Ed io ne ero più che felice.
Con quella canzone avrei dovuto per forza tirare fuori gli attributi se non volevo fare una figuraccia in puntata e adesso ero davvero spronata a farlo.
Avrei dato tutto.
Già conoscevo la canzone, così iniziammo a prepararla subito.
Dai primi minuti sentivo già la differenza con le settimane precedenti.
Era tutta un'altra cosa.
È proprio vero che tutto parte dalla testa oltre che dal cuore.
Perché adesso io lo volevo, la mia testa lo voleva, e ci stavo riuscendo.
Finalmente mi stavo ritrovando.
Ritornai in casetta più pimpante che mai.
Ero davvero felice.
E quando sono felice io vado al piano.
Mi venne quasi spontaneo una volta rientrata.
Lo trovai anche libero.
Cosa rara in casetta.
Così capii che era proprio il destino che voleva che ci andassi.
Mi sedetti ed iniziai a strimpellare e cliccare tasti a caso.
Senza una logica.
Fin quando non trovai un motivetto che non mi dispiaceva.
Anzi.
Al contrario di come stavo io, però, non era un qualcosa che mi trasmetteva positività.
Tutt'altro.
Ma iniziava davvero ad entrarmi nella testa.
Sentivo come il bisogno, un qualcosa che bolliva in me, che mi diceva di scriverci sopra.
In quel momento mi potevo davvero definire ispirata.
Mi sentivo davvero ispirata.
Non potevo scrivere d'altro se non di lui.
Proprio mi veniva impossibile.
Non sarebbe stato naturale.
Iniziai a pensare alla nostra situazione.
Ai miei pensieri a riguardo.
A tutte le cose che ci eravamo detti e ripensandoci alcune frasi in particolare mi rimbombavano in testa.
Continuava a martellarmi la mente soprattutto una
"Niente è come te e me quando siamo insieme"
Ed era proprio vero.
Questa era una delle frasi che lui mi aveva detto nella nostra ultima lite.
Una di quelle che mi facevano più male pensando poi a come l'avevo fatta finire io.
Le parole mi uscirono lisce come l'acqua.
Pensai che non c'era niente al mondo che mi era mai venuto più facile che scrivere quel testo.
Niente che mi fosse venuto così spontaneo.
Se non passare il tempo con lui.
In quelle parole c'era la mia essenza.
Ed io in un'ora avevo scritto una canzone.
E sapevo dentro di me che si era già guadagnata un posto d'eccellenza nel mio cuore.
Quando dicevo che Samu aveva un'importanza che faceva paura persino a me nella mia vita non scherzavo.
E quella ne era l'ennesima prova.
Quel motivetto che strimpellavo al pianoforte lo continuai.
E neanche facendolo apposta il testo gli si adagiava perfettamente.
Come un puzzle.
Come se entrambe fossero nate per stare insieme.
Un pò come me e Samu.
"Due respiri" era nata.
E già faceva parte di me

Spazio autrice
Ciao a tutti. Come state?
Vorrei davvero ricevere un riscontro da parte vostra.
Vorrei sapere cosa pensate della mia storia.
Se vi va, lasciate un commento e una stellina💓

Xoxo

G💕

just the way you are - Samu SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora