Sdraiata sul mio letto facevo il resoconto dei giorni appena passati
"Bella merda"
Pensavo.
Cercavo di staccare con i pensieri anche solo per un secondo.
Ma più mi sforzavo di non pensarci, più lo facevo.
Quindi mi arresi all'idea che mi avrebbero mangiato viva.
E io non l'avrei impedito.
Quei giorni li avevo passati completamente in confusione.
Domande su domande si facevano spazio nella mia testa.
A cui non riuscivo a dare per bene una risposta.
Mi coprii il viso con le braccia nella speranza che il letto mi inglobasse e mi portasse via di lì.
Mi sentivo strana.
Come mai prima d'ora.
La ragione della mia confusione in questi giorni mi ero impegnata al massimo per evitarla.
Si.
Lo so.
Neanche i bambini si comportano in questo modo.
Però nella mia testa non c'era alcun dubbio a cui io riuscivo a dare una spiegazione.
E io non sapevo minimamente come comportarmi in questo momento.
Avevo diverse cose da realizzare.
E non sapevo quando sarei riuscita a metabolizzarle.
E se sarei riuscita a metabolizzarle.
Ludo mi era stata tanto vicina dopo quella sera.
Lei era l'unica che sapeva ciò che era successo lì fuori.
E quindi con lei sentivo di potermi liberare da qualsiasi pensiero.
Samu mi mancava.
E non poco.
Anche se erano passati pochi giorni.
E anche se il motivo ero io.
Ma la cosa peggiore è che lo sapevo che lui ci stava male.
Non perché lo mostrasse esageratamente quelle poche volte che lasciavo che le nostre giornate si incontrassero per quei pochi secondi prima di darmela a gambe.
Ma proprio perché lo conoscevo.
E io anche sarei rimasta di merda se lui avesse fatto la stessa cosa.
E mi odiavo per questo.
Perché io lo stavo ignorando.
Ed era palese.
E non gli avevo dato alcuna spiegazione a riguardo.
Ma proprio perché neanche io ne sapevo il perché.
Mi sentivo così in colpa.
Ero sicura che diversi avessero notato il nostro distacco.
Ma a me non importava.
Volevo concentrarmi su di me.
O per meglio dire su quello che provavo.
Perché era un'incognita che non riuscivo a risolvere.
E per di più nel farlo stavo ferendo una delle persone più importanti della mia vita.
Se non la più importante.
Per quello che molto probabilmente era soltanto un mio capriccio.
Un impulso di un istante che ero riuscita a controllare.
Mi girai a pancia in sotto.
Con la faccia spalmata sul materasso.
Come se volessi lasciarci l'impronta
"Signorina"
Sentii una voce chiamarmi.
Ma non mi mossi da quella situazione
"Oi, signorinella"
Gianmarco si sedette sul mio letto iniziando un pò a scuotermi
"Mangiamo qualcosina?"
Mi chiese con la vocina da bimbo.
Io in risposta mugulai un
"Mhmh"
Per cercare di convincerlo.
E lasciarmi da sola.
Ma tanto ero la prima che riconosceva che fosse più falso di non so cosa
"Dai, ti ho già preparato il piatto di là, è sul bancone"
Mi disse lui premuroso.
Gian era diventato un fratello maggiore lì dentro.
Legavo con lui ogni giorno di più.
Come in quel caso, si prendeva cura di me
"Ancora 5 minuti, mamma"
Gli dissi facendolo ridacchiare
"Non accetto scusanti, ti metto in punizione se non alzi il culo da questo letto immediatamente"
Mi puntò lui il dito in faccia
"Quanto sei scurrile, mamma"
Continuai con quel gioco mettendomi seduta sul letto.
Lui poi si alzò e andò verso dove poco dopo, anche se non ne avevo per niente voglia, sarei andata anche io.
Una volta però arrivata in salone realizzai bene il perché voleva che andassi proprio in quel momento in cucina..
Passando davanti alle gradinate, notai la figura del ballerino con cui avevo parlato fino al minuto prima sdraiato con Megan che rideva sotto i baffi.
Io lo guardai male.
Samu era lì.
Al tavolo con Ludo, che mangiava.
E indovinate un pò?
C'era un piatto proprio lì sopra.
Con accanto forchetta e tovagliolo.
Per chi sarà mai stato, Gianmarco?
In quel momento la tentazione di fare retrofront era altissima.
Però, poi, incrociai lo sguardo con la persona che in quel momento volevo evitare.
E lì capii di non avere via di scampo.
Feci un bel respiro interiore prima di guardare male nuovamente Gian, per poi passarmi la lingua sulle labbra ed iniziare a camminare verso la direzione che non avrei voluto seguire.
Avevo lo sguardo basso.
Come se mi dovessi vergognare di qualcosa.
Ed in effetti era così.
Mi vergognavo di come lo stavo trattando
"Hey"
Sentii uscire flebile dalle sue labbra.
La mia intenzione era quella di prendere il piatto come se niente fosse e tornare sui miei passi.
Non potevo non rispondergli
"Hey"
Risposi io nell'imbarazzo più totale non sapendo cosa dire.
Così lasciai correre qualche secondo.
Più imbarazzanti forse non li avevo mai trascorsi.
Così presi il mio piatto con la mia forchetta velocemente sotto il loro sguardo confuso per poi girare le spalle senza dire niente nel tentativo di tornare da dov'ero arrivata
"Giuli, aspetta, rimani, c'è posto"
Disse Ludo.
Con tono speranzoso.
Mi girai.
Non potevo non fare altrimenti.
Anche lui mi guardava quasi supplichevole.
Mi grattai il collo per il nervosismo
"Emh, no, tranquilli, c'è Maddy che mi aspetta di là"
Dissi, inventandomi sul momento e quindi balbettando di conseguenza, mostrandomi completamente insicura, la prima cosa che mi venne in mente.
Penso che mai come in quel momento il destino mi sia andato tanto contro.
Tutti e tre ci girammo verso la figura della bionda che aveva appena fatto ingresso in casetta dalla porta principale.
Io mi schiaffeggiai mentalmente
"Maddy, eccoti, non ti trovavo"
Che attrice, ragazzi
"Ma come, sono sempre stata qui fuori"
Disse lei ovvia.
Facendo crollare definitivamente la mia copertura.
Io sbattei gli occhi per qualche secondo incredula.
Non potevo aver avuto così tanta sfortuna tutta insieme.
Dai, non era possibile
"Emh, andiamo di là?"
Cercai di scappare da lì.
Davvero penosa questa scena.
Tutta colpa di Gianmarco.
E tutta colpa mia.
Quasi corsi via da lì.
Mi risparmiai di vedere le facce degli altri due.
Mi facevo pena da sola.
Davvero.
Ridicola.
Io e tutto quello che era successo.
Inutile dire che la bionda mi tartassò di domande.
Io però non avevo voglia di pensare ancora di più a quella situazione.
Ma promisi a me stessa di dirglielo uno di questi giorni.
Dopo aver guardato Maddy provare un passo che non le riusciva semplice, andai a farmi una doccia.
Come se già non me la fossi fatta quella stessa mattina.
Ma d'altronde ero l'unico posto in cui non poteva entrare nessuno per ovvi motivi.
Approfittai di quel momento anche di un pò di skincare.
Applicai la maschera sul viso.
Misi creme su creme.
Avevo proprio bisogno di rilassarmi un pò.
Mi guardai il viso.
Lo trovai carino.
Forse per qualche istante.
Sorrisi un pochino al pensiero.
Però ebbi l'impressione che mancasse qualcosa.
Senza pensarci un attimo presi le forbici che erano nel cassetto.
Presi un pò di ciuffi come capitava davanti al viso.
E mi improvvisai parrucchiera.
Diedi qualche sforbiciata di qua e di là.
Non chissà quanto.
Mi ero fatta una pseudo frangia.
Ma non con tanti capelli.
Giusto qualche ciocca per dare movimento.
Beh.
Per non aver mai tagliato dei capelli non era andata neanche troppo male.
Pensai.
Però erano ancora bagnati.
Male che sarebbe andata, mi sarei affidata a Fede nella speranza che sarebbe riuscita a rimediare al danno fatto.
Mi asciugai i capelli.
E dovevo ammettere che non mi dispiacevano affatto alla fine.
Non mi dispiacevano su di me.
E ne ero sorpresa.
Alla fine era giusto qualche ciuffetto sulla fronte e un pò più accorciati ai lati
Uscii di lì.
Dopo essermi resa conto di aver passato anche fin troppo tempo in bagno.
Mi misi qualcosa di più comodo.
E di caldo.
In quell'oretta ero riuscita a distrarmi un pò.
Non stavo pensando a lui.
A quello strano impulso che avevo sentito.
A quanto mi odiassi per comportarmi così nei suoi confronti.
E nonostante quello fosse il luogo che probabilmente più me lo ricordava, visto era successo tutto lì, decisi di andare nel giardino sul retro.
D'altronde, era anche uno degli unici posti che riusciva a farmi stare tranquilla.
Aprii la porta-finestra.
Completamente inglobata dal mio cappotto e dalla coperta di pile che mi ero messa intorno per non avere freddo.
Presi un bel respiro profondo facendo un passo verso fuori.
E sentendo immediatamente il freddo entrarmi da uno spiraglio dei pantaloni e lasciarmi tanti brividi a fior di pelle
"Taglio nuovo?"
Sentirono le mie orecchie.
Riconoscendo la voce nell'immediato, mi girai subito.
Non mi ero accorta che ci fosse qualcuno qui fuori
"Mhmh"
Risposi mugolando.
Io feci immediatamente per andarmene
"Non volevo disturbarti"
Dissi accompagnando tutto
"Tu non disturbi mai"
Mi disse lui
"Tanto volevo solo prendere una boccata d'aria"
Dissi con un finto sorriso sul volto.
Non avrei convinto neanche i muri.
Lo guardai un altra volta per qualche secondo in silenzio imbarazzata prima di annuire nella mia testa ed impugnare la maniglia della porta-finestra.
Quando stavo per tirarla giù, però, mi fermai
"Ma ti ho fatto qualcosa per caso?"Spazio autrice
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just the way you are - Samu Segreto
Fanfiction"Come curi una ferita profonda se l'unica persona che potrebbe curarla è la stessa che l'ha causata?" Samu e Giulia. Due anime complementari. Si ritrovano per caso ad amici dopo aver fantasticato per anni di andarci insieme. Il loro rapporto è più i...