Sta meglio a te

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"Cara Giulia, sto notando in te diversi miglioramenti"

"Ooooo"
Urlai subito io alle parole di Maria dall'altoparlante.
Incredula

"Intravedo un briciolo in più di personalità che prima non riuscivo a vedere. L'ultima assegnazione che ti ho dato, la canzone di Stromae, ha convinto tutti, tant'è che Rudy ti ha anche dato come voto 10"

Sorrisi ripensando a quel momento che mi aveva dato una carica incredibile.
Avevo preso un 10 da Rudy Zerby in un pezzo che era 100000 volte lontano dal mio

"A me, invece, non avevi convinto. Non eri te stessa. Non vedevo 'Giulia'"

Spalancai gli occhi quando Maria riprese a leggere.
E un pò mi sentii cadere le braccia

"Riagganciandomi a questo, ho deciso di assegnarti un altro compito. Nella speranza di vedere finalmente la vera te in un pezzo diverso dal solito e anche abbastanza complicato per una serie di aspetti tecnici che, però, credo tu possa fare. Fammi vedere chi sei.
Buon lavoro,
Arisa"

Maria smise di parlare.
E io attorcigliai la bocca.
Non trovando le parole giuste
"Ti fa cantare in arabo"
Disse Gian, facendo ridere sia me che tutte le persone che erano sulle gradinate.
Io mi strofinai le mani sul viso.
Non sapendo proprio cosa aspettarmi da quel compito
"Com'è che prima hai spalancato gli occhi?"
Mi chiese Maria quando ancora avevo le mani sulle guance.
Ci pensai un attimo e poi iniziai
"Quando mi dice 'non vedevo Giulia' mi infastidisce, ma ti spiego anche perché. Lì dentro, nel pezzo di Stromae, io ci ho messo tutta me stessa e ho anche faticato per trovare un modo per esprimere la personalità in un pezzo tanto distante da me. Quel pezzo è completamente l'opposto di tutto ciò che io faccio. È esplosivo e intenso, ma in una maniera diversa da dall'intenso che penso di avere io nei miei pezzi. Quindi quando mi dice che dentro quella canzone non ha visto me, io mi sento... Non ferita, un po' sminuita"
Sentii Maria dall'altro capo dell'altoparlante mugolare come in segno di aver capito il mio discorso, prima di dirmi
"Vuoi sentire la canzone?"
Chiese poi lei
"Vai, spara la bomba, Mari"
Le dissi, carica.
Vedendo subito dopo sullo schermo della tv comparire il classico schermo blu con scritto
"Assegnazione canto per Giulia"
Mi aspettavo veramente di tutto.
Poteva essere rap?
L'avrei fatto volentieri.
Un'altra in francese?
Anche quella.
Ma quando sullo schermo vidi
"'Bang bang' di Ariana Grande, Jessie J e Nicki Minaj"
Spalancai gli occhi incredula
"No raga"
Mi portai anche le mani alla bocca
"Vi giuro, preferivo una canzone in aramaico"
Dissi io nella più totale sincerità.
Quella canzone era di una difficoltà estrema.
Ma per davvero.
Non stavo esagerando
"Giu, ma la fai bene"
Mi disse Wax serio.
Cercando di confortarmi
"Ma in confronto fare 'Tous les mêmes' era come bere un bicchiere d'acqua"
Continuai a disperarmi
"Secondo me anche ti viene una bomba"
Mi disse Angelina.
Con la quale nelle ultime settimane avevo iniziato ad approfondire il nostro rapporto.
Eravamo molto simili sotto molti punti di vista.
Sul palco non mostriamo le nostre insicurezze.
Nella vita di tutti i giorni, ci facciamo mangiare da queste.
Mi dava consigli veri.
Che apprezzavo tantissimo ogni volta.
Stava davvero diventando un'amica
"La so a memoria questa canzone. Ha dei ritmi che io non so tenere, e certi aspetti tecnici e vocali assurdi, che sono difficili anche per dei professionisti"
La tragicità aveva sempre fatto parte di me, purtroppo
"Ma poi vi pare che io nella vita canterò mai una canzone come 'bang bang' da qualche parte?"
La buttai io di più sul ridere
"Io già ti ci vedo sul palco, invece, lo sai?"
Mi disse sempre il rosso.
Anche lui, ogni giorno diventava sempre più una colonna portante per il mio percorso.
Presi un bel respiro.
E poi sbuffai.
Come per cercare di liberarmi dallo stress che provavo
"She got a body like an hourglass but I can give it to you all the time..."
Provai a cantare la prima frase del brano.
Me la sentii malissimo
"Oh, ci sta un sacco"
Mi disse Cricchetto
"Ma ci sta un corno. Ma perché non posso avere un compito normale"
Mi lamentai di nuovo io
"Questo è proprio fuori da ogni mia caratteristica"
Continuai
"La voce per farla ce l'hai però"
Riprese la parola Cricca
"Si, quello si, ma ci sono certi scatti ritmici, poi la velocità... È complicatissimo"
Mi rimisi le mani sul viso.
E quando le levai fu Angelina a prendere parola
"Che sia difficilissima non lo mette in dubbio nessuno, ma cerca di prenderla in modo positivo. Di tua spontanea volontà, non ti saresti mai approcciata ad un pezzo così. Magari poi ti aiuta anche nel tuo. Se fai questo, fai tutto tutto"
Io annuii alle sue parole.
L'unico modo per non lasciarmi schiacciare era fare come diceva lei
"Eh per forza, devo prenderlo così. Me la faccio sotto al solo pensiero, ma lo voglio fare. E anche bene. Devo tirare proprio fuori gli attributi"
Arrivai io alla conclusione.
Maria che non aveva più detto parola da prima riapparve per dirmi
"C'è Lorella che ti aspetta in sala 5, già sapeva del compito. Se vuoi andare, lei già sta lì"
Io non esitai a dirle
"Corro"
E fu proprio quello che feci.
Non mi preoccupai neanche di andare nella mia stanza e prendere il mio cappotto.
C'era il bomber marrone di Samu appeso all'attaccapanni in salone.
E visto che lui era a lezione, sapevo che non gli servisse.
Nel tragitto verso lo studio.
Rimuginai tanto sulle parole di Angelina.
Ed arrivai alla conclusione che aveva la più totale ragione.
Parlai proprio di questo con Lorella infatti
"Giulietta"
Mi accolse lei con un grande sorriso sul viso
"Ciao Lori"
La salutai io
"Allora?"
Mi chiese lei, col tono di chi già sa
"Che bomba, cioé, sono spaventatissima perché è un pezzo difficilissimo"
Le dissi subito io
"Si, è vero, è molto difficile. Infatti, fosse stato qualcun altro avrei rifiutato il compito. Credo che possa farti del bene. E poi, se lo fai come puoi fare tu, te lo porti anche a casa in maniera dignitosa"
Mi disse lei.
Dandomi tanta carica.
Parlare con lei mi aiutava sempre.
Sapere di avere una persona che crede così tanto in te è uno stimolo enorme
"E poi, può essere una buona cosa in vista del serale"
Continuò poi.
Al che io dissi
"Questo sicuramente"
Trovandomi pienamente d'accordo
"Con tutti i guanti di sfida e le assegnazioni che ti daranno, penso che questa te la ricorderai come una passeggiata"
Mi disse lei.
Ironica.
Facendomi preoccupare.
Ma anche ridacchiare
"E di quello che ha detto Arisa, che ne dici?"
Mi chiese poi lei.
Io ci pensai un attimo
"Boh. Voglio soltanto riuscire a convincerla"
Ed era davvero così.
Prima del serale ci sarei riuscita.
Era una sfida che avevo fatto con me stessa e che non avevo intenzione di perdere
"Tu fai il tuo, pensa a farlo bene... Se le piacerà bene, sennò fa niente. Non si può piacere a tutti, ricordatelo sempre"
Mi disse poi la mia insegnate.
Ed in risposta io annuii
"Avrai comunque imparato tante cose. Questo pezzo ti aiuta con la gestione del fiato, della tenuta della velocità del pezzo e del ritmo, oltre che riuscire a saper usare abilmente la voce, che tu hai"
Era proprio questo che intendevo quando dico che Lorella mi sprona tantissimo.
Perché mi da quelle dritte giuste senza giri di parole.
Era qualcosa che apprezzavo tantissimo
"Grazie, giuro, parlare con te mi da sempre un sacco di carica, davvero"
Mi sentii di dirle.
Dal più profondo del cuore
"Sono contenta. Dai, ti voglio con la testa apposto questa settimana, che ci serve, mh?"
Mi disse lei poi alla fine
Così ci salutammo
"Se non ci vediamo, buon anno, Lori"
Le dissi ormai alla porta
"Giulietta, capodanno è domani, speriamo di non rivederci, sennò significa che è successo qualcosa"
Mi disse lei ridendo.
Ed io risposi con lo stesso tono
"Anche tu hai ragione"
Al che fu lei a terminare la conversazione dicendomi
"Buon anno anche a te"
E mandandomi un bacio volante che ricambiai.
Ero fortunata ad avere un'insegnante come lei.
Con la quale potermi confidare in totale tranquillità.
Mentre ci pensavo mi dirigevo in sala relax.
Canticchiando la canzone del compito.
Ed iniziai a pensare che sarebbe stata una bella sfida alla fine.
Entrai e vidi che non c'era nessuno.
Effettivamente era sera.
Era quasi ora di cena e tutti erano in casetta.
Così canticchiando nella mia testa mi diressi verso i bagni.
Dove, al contrario di quello che credevo, davanti a me trovai una figura celestiale.
Era di spalle.
E a giudicare dal fatto che lo fosse potetti intuire che non mi avesse sentita entrare.
Lo osservavo dallo stipite della porta estasiata.
Vidi sulla panca la sua maglia.
Così la presi.
E giusto per non fargli prendere un colpo, diedi due colpi di tosse per fargli sapere della mia presenza.
Quando lo vidi girarsi
"Copriti, scostumato"
Gli dissi mentre gli lanciai la maglia in piena faccia.
Lo vidi scuotere la testa e sorridere sornione
"Come se ti dispiacesse"
Mi disse lui afferrandola prepotentemente
"E tutta questa confidenza da dove nasce?"
Gli chiesi io ironica,facendo qualche passo in più verso di lui.
Fino a trovarmelo ad un metro di distanza
"Ah, boh, dimmelo tu"
Con il braccio mi attirò con un movimento secco a lui.
Mi prese dai fianchi.
E da lì mi tenne stretto a sé.
Mentre io attorcigliai le braccia intorno al suo collo e gli riservai qualche bacio.
Che lui non esitò a ricambiare.
Era così bello.
A giudicare dalle gocce che gli vedevo cadere piano piano dalla fronte e da quella sensazione di umido che sentivo con le mie braccia sul suo petto potevo scommettere che avesse appena finito lezione.
Ed era ancora più bello del solito.
E diciamo che il fatto che fosse a petto nudo non aiutava per niente il controllo dei miei freni inibitori.
Mi faceva impazzire.
Davvero.
Ancora non riuscivo a credere che lui.
Proprio lui.
Fosse mio.
Che fosse il mio ragazzo.
Iniziai ad accarezzargli la nuca e a tirargli un pò i capelli in quella zona mentre continuavamo a baciarci.
Una combo che in quelle settimane che stavamo insieme avevo capito che amasse particolarmente.
Che lo esaltava particolarmente, mettiamola così...
Come si dice in questi casi?
A buon intenditor poche parole.
Continuai così finché non lo sentii mugolare.
Al che mi venne istintivo ridacchiare sulle sue labbra.
Così lui si staccò di getto.
Lasciandomi con gli occhi spalancati.
Dentro di me avevo una voglia matta di ridere per la reazione che aveva avuto al mio gesto
"Basta, esci da qui"
Disse ad occhi chiusi.
Sorridendo furbo.
Come se stesse cercando di riprendere il controllo
"Perché?"
Feci la finta innocente.
E lo vidi passarsi immediatamente la lingua sulle labbra mentre mi guardava.
E non disse nulla.
Era così...
Non sapevo neanche come definirlo.
Era troppo per questo mondo.
Anche se avessi voluto non sarei riuscita a controllarmi.
E lui lo stava iniziando a capire.
Lo vidi guardare verso l'alto per qualche secondo.
Per poi respirare.
Così, da brava provocatrice quale sono, non mi arresi.
Mi avvicinai ancora.
Mettendogli di nuovo le braccia intorno al collo.
E con aria di sfida gli chiesi sussurrando
"Non mi hai risposto"
Alle mie parole di passò la lingua sui denti.
Cosa che mi fece sorridere
"Che stronza"
Lo sentii sussurrare a sua volta.
Al che iniziai a ridere.
Avevo realizzato di avere un certo effetto su di lui ormai da un pò.
Ma non mi ci sarei mai abituata davvero
"Ci sono delle telecamere..."
Disse guardandomi dritto negli occhi
"Dei microfoni..."
Disse mentre si prese il suo tra le mani, per rendere più evidente il tutto
"E diciamo che adesso non sono nelle condizioni di riuscire a controllare le mie azioni. Ti basta come risposta?"
Rispose lui con quel sorrisino.
Tutto di lui mi faceva uscire pazza.
Niente mi faceva sentire così.
Decisi di allentare la presa.
Alla fine tutto quello che diceva era vero.
E non potevamo spingerci oltre per ovvie ragioni.
Anche se non nego che non mi sarei tirata indietro.
Ma funzionava così
"Com'è andata a lezione?"
Gli chiesi dopo avergli dato un ultimo bacio casto e andando a sedermi sulla panca.
Dimenticandomi completamente del motivo per cui ero entrata lì dentro.
Ovvero andare in bagno
"Bene, c'era Emmanuel. Mi ha insegnato una coreo hiphop troppo bella. Dopo te le faccio vedere"
Mi disse lui.
E neanche rendendomene conto, iniziai a sorridere spontaneamente.
Amavo quando mi mostrava le sue coreografie
"E tu? Non avresti dovuto finire lezione due ore fa?"
Mi chiese lui.
Sorrisi di nuovo.
Pensando al fatto che aveva imparato i miei orari del giorno
"Si, ma non sai l'ultima. Compito di Arisa"
Sparai io
"Davvero? Quindi canti in russo stavolta?"
Chiese lui ironico
"Giammo ha detto la stessa cosa"
Dissi facendolo ridere
"No, peggio. Devo cantare 'Bang bang'"
Dissi io subito.
Iniziando a ridere da sola.
Non so se per l'esaurimento o per il classico "ridere per non piangere".
In entrambi i casi comunque quello voleva dire.
Lo vidi spalancare gli occhi
"Minchia"
Disse lui
"Ma dai su che ti viene una bomba"
Mi disse lui con fare ovvio
"Mh, non lo so, Mielino"
Gli dissi io con la bocca un pò storta
"Già ti vedo sul palco..."
Disse lui chiudendo gli occhi
"Che vai di qua e di là coi tacchi"
Disse lui in tono tranquillo.
Io spalancai gli occhi
"Coi tacchi?"
Se avessi avuto dell'acqua in bocca, l'avrei sputata sicuramente.
Al che anche lui rimase sorpreso dalla mia reazione
"Si, oh. Se non li usi per quel pezzo quando?"
Mi disse ovvio
"Li ho già usati per 'Please don't stop the music'"
Dissi anche io ovvia
"Proprio per questo te lo dico. Ti devo ricordare come ti sentivi dopo esserti esibita quel giorno?"
Sorrisi ripensando a quanto erano vere le sue parole.
Ricordo che quella sera mi ero sentita benissimo con me stessa.
Esibirmi con i tacchi equivaleva a rompere tutti i limiti mentali che mi ero imposta precedentemente.
Mi ero sentita come se fossi in cima al mondo
"Eri una dea"
Mi disse lui.
Facendomi arrossire all'istante
"Ma davvero, eri proprio nella da vedere sul palco. Era tutto così naturale"
Rincarò la dose lui.
Facendomi diventare ancora più simile a un pomodoro.
Io sorrisi in modo spontaneo
"Fammi un altro complimento e me ne vado via"
Dissi io ironica.
Dentro di me sapevo che avesse colto dalle mie parole quanto in realtà fossi grata di tutto ciò che mi stesse dicendo
"Comunque sbaglio o questo cappotto mi appartiene?"
Disse lui, cambiando discorso
"No, adesso è mio"
Incrociai le braccia sotto al petto.
Prima di essere raggiunta da lui
"Ma io non direi proprio"
Disse lui ridacchiando.
Evidentemente per il fatto che dentro quella giacca ci navigassi dentro.
C'entravo due volte per davvero.
Lui sembrò guardarmi meglio.
Quasi squadrarmi sorridente prima di dire
"Te la regalo, sta meglio a te"

Spazio autrice
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Xoxo

G💕

just the way you are - Samu SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora