Strani

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"Ho capito di essere innamorato di te in un momento ben preciso"

Iniziò lui.
Ma fermandosi immediatamente.
Diventando tutto rosso.
Io mi lasciai scappare una risatina di allegria.
Di pura felicità.
Lo vidi ritornare in se, mentre continuava a sorridere, e ricominciare

"Ho capito di essere innamorato di te in un momento ben preciso: la prima volta che hai mangiato la Nutella davanti a me, quando poco prima mi avevi confessato che non mangiavi mai niente davanti alle persone perché ti sentivi a disagio"

Lo guardai con gli occhi lucidi.
Questa cosa non la sapevo.
Non credevo che quel fatto che per me era così semplice, così naturale con lui, lo avesse segnato così tanto.
Mi sentivo il cuore battere all'impazzata
"È proprio questo che voglio sentire per il resto della vita"
Pensavo.
Volevo sentirmi così ogni giorno della mia vita

"Sei stata la prima, e direi anche l'unica, persona in grado di..."

Si fermò di nuovo.
Per lo stesso motivo
"Non ce la faccio"
Arrossisce ancora.
Ed io ne approfittai della pausa per stampargli un bacio sulla guancia.
Come se questo gesto gli avesse dato la giusta carica, riprese a leggere quel foglio.
Si.
Proprio quel foglio che avevo trovato nella busta insieme alla Nutella e che mi aveva detto di aspettare per leggere.
Ma chi se l'aspettava che si trattava proprio di ciò?

"Farmi passare tutto anche solo se la guardo"

Disse dopo aver fatto un sospirone.
Quasi come se facesse fatica a leggere

"Sai meglio di me che faccio cagare in queste cose, ma per te lo volevo fare. Anche se non so bene con quale scopo"

Iniziai a ridacchiare per le sue parole.
E nel mentre gli scompigliai anche i capelli.
Non aveva mai fatto una cosa del genere per nessuno.
Tanto meno per me

"Ogni volta che ti guardo è come se una scossa mi percorresse tutto il corpo.
E non ne potrei essere più felice.
Ma di una cosa mi pento: di averti detto che non siamo e che non siamo mai stati migliori amici. Lo siamo invece.
Da sempre.
Non sai quanto ci ho rimuginato sopra questi giorni e mi sento male pensandoci.
Perché tu prima di qualsiasi altra cosa sei la mia migliore amica.
Quella persona che anche se cade tutto, sai che ci sarà sempre.
Nonostante le litigate, le cazzate e i cazziatoni, ci sarà sempre.
Quell'ultima stella.
La più piccola, ma che brilla come le altre.
Se non di più.
Anzi.
Molto di più"

"Ambé"
Dissi io sorridendo.
Ironica.
Interrompendolo.
Cercando di renderlo meno agitato.
E a giudicare da come anche lui sorrise riprendendo subito a leggere, potetti intuire che ero riuscita nel mio intento

"Ti ringrazio perché fai parte delle mie giornate e dai una sfumatura di colore nuova ogni giorno.
Ci conosciamo da quando siamo piccoli, ma non smetti mai di stupirmi.
E questa è solo una delle infinite caratteristiche che amo di te.
E sappi sempre che anche se cerchi di fare quella che risolve le cose da sola, io sarò sempre qui a proteggerti.
Buon Natale, Nutellì"

Terminò.
Iniziando subito a guardarmi divertito.
Con quel sorrisetto sghembo.
Furbo e imbarazzato.
Io scoppiai nuovamente in una risata di pura felicità.
E non esitai un secondo di più a buttarmi completamente sopra di lui.
Eravamo sdraiati sul suo letto.
Che per quanto tempo ci passavo sopra, aveva quasi preso la mia forma.
Presi il suo viso tra le mani ed iniziai a giocarci.
Gli pizzicavo le guance e gli facevo fare smorfie strane.
Fino a fargli mettere la bocca a forma di pesce.
E stampargli un bacio a stampo.
E poi sorridere.
Me ne diede uno lui.
Per poi sorridere.
Lo guardai incantata.
Come mai avevo guardato nessuno.
Ero così fortunata ad averlo.
Passai lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra e nel giro di pochi secondi mi ritrovai di nuovo lì.
Stavolta soffermandomici molto di più di prima.
Tutto l'affetto che ci scambiavamo fisicamente non era niente in confronto a quello che stavo provando dentro di me.
Mi mise le mani sulla schiena.
Sotto la maglietta.
Quella mani fredde che mi mettevano i brividi.
E che navigavano tutta la mia schiena come se cercassero qualcosa.
Mentre io pensavo a mangiargli le labbra.
A torturargliele.
Erano davvero irresistibili.
Poi fece una cosa che mi fece sorridere.
Sapeva quanta difficoltà avessi a lasciami andare in queste situazioni.
Soprattutto dopo tutto quello che era successo nella mia ultima relazione.
Dire che mi aveva segnata era poco.
Ed infatti quando lo sentii spostare le sue mani sui miei fianchi, sorrisi spontaneamente.
Non che ci fosse qualcosa di sbagliato o di fuori luogo.
Ma diciamo che la situazione in cui ci trovavamo in quel momento era tutto tranne che così delicata da mettermi le mani sui fianchi dolcemente.
Così mi staccai dal bacio continuando a sorridere e a guardarlo.
Mentre prendevo le sue mani tra le mie.
Levarle dai miei fianchi.
E portarle leggermente più giù del mio corpo.
Lui mi guardò sorridendo.
Anche se un pò incerto.
E questa cosa mi faceva impazzire.
Annuii un pò con la testa.
Come per fargli capire che io stavo benissimo.
Che con lui stavo benissimo sempre.
Così iniziò ad accarezzarmi prima lentamente.
Ma poi iniziando ad essere un pò più aggressivo, in quel senso.
Ma il giusto.
Mi staccai di nuovo.
Per il fiatone.
Ridacchiai vedendo nuovamente le sue labbra tutte rosse
"E comunque va bene la cosa della migliore amica, ma qua io voglio stare insieme a te"
Dissi ironica.
Picchiettando sul suo petto qualche volta
"Vabbé, ma questo era ovvio"
Disse lui, come per tirarsela
"Ah, si? A me non l'ha chiesto nessuno"
Stetti al gioco.
Facendo la finta offesa
"Vuoi proprio sentirtelo dire, eh?"
Io annuii potentemente alla domanda sorridendo per la scena.
Così non fece passare neanche un secondo
"Ci mettiamo insieme?"
Mi strinse nel mentre il viso con le mani.
Io feci per pensarci un attimo e poi...
"Nah, non mi piace. Chiedimelo in modo più teatrale. Ci stiamo per mettere insieme, su. Un pò di impegno"
Sbuffò divertito.
Iniziai a ridere quando lo vidi inginocchiarsi, portarsi una mano sul petto, tossire un attimo per schiarirsi la voce, guardarmi dritto negli occhi e dirmi
"Luce dei miei occhi, mia unica regina indiscussa, vuole essere la mia ragazza?"
Iniziai di nuovo a ridere
"Si, messere, lo voglio"
Mi alzai dal letto.
Per dargli di nuovo un bacio.
Prima di abbracciarci di nuovo
"Certo, però, che merda. Ci siamo messi insieme il giorno di Natale"
Disse lui dopo qualche secondo
"Vabbé, possiamo usare il giorno che ci siamo baciati"
Conversazioni di alto livello, signori
"E tu ti ricordi che giorno era?"
Mi chiese lui
"Sinceramente che giorno fosse era l'ultima delle mie preoccupazioni quel giorno"
Gli dissi.
Ironica, ma alla fine anche seria.
Avevo così tanti pensieri che pensare a che giorno fosse neanche avevo il tempo
"Vabbé, ce lo facciamo dire dalla produzione, tanto che ti pensi? Io già mi vedo Maria che fa vedere il filmato in puntata"
Mi disse lui.
Con un tono misto tra il rassegnato e il divertito
"Oh cazzo, è vero, le telecamere. Oh cazzo, i microfoni"
Dissi, ricordandomi evidentemente solo in quel momento che eravamo registrati 24/7.
E che Queen Mary viveva di gossip
"Allora, facciamo che era il 7 dicembre"
Buttai io lì
"Si, dai, è una data carina"
Allungò la mano.
Ed io la afferrai come per stipulare un accordo.
Eravamo molto strani.
Ma io amavo il fatto che fossimo strani.
Strani rispetto a tutto.
Ma mai rispetto a noi stessi

Spazio autrice
Ciao a tutti. Come state?
Anche se è abbastanza corto, questo capitolo mi piace un sacco.
Voi che ne dite?
Se vi va, lasciate un commento e una stellina💓

Xoxo

G💕

just the way you are - Samu SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora