Più andavamo avanti e più sembrava che la nostra situazione peggiorasse.
Ormai era chiaro a tutti che io e Samuele non eravamo stati soltanto semplici "compagni di classe".
Adesso c'era imbarazzo quando uno entrava in una stanza dov'era l'altro.
Adesso gli altri parlavano tra di loro quando per sbaglio ci scontravamo in casetta.
Adesso tutti sembravano fare più caso ai nostri comportamenti.
Adesso le domande curiose degli altri ad ogni nostro scambio di occhiate erano frequenti.
Stava iniziando a diventare davvero pesante riuscire a sopportare questo pensiero oltre a tutte le preoccupazioni legate all'esperienza che stavo vivendo.
Stava iniziando a diventare ingestibile.
E la cosa che più mi dispiaceva era che il lavoro andava male.
Non riuscivo più a concentrarmi.
A scrivere.
Le lezioni andavano malissimo.
Stavo perdendo il mio equilibrio.
E sapete cosa?
Dentro di me sapevo che fosse per tutte le preoccupazioni e i pensieri che mi assalivano il cervello.
Samu rimbombava nella mia testa ormai in ogni momento.
Anche la canzone che mi era stata assegnata non mi aiutava.
"Love me again".
Ogni parola mi ricordava lui inevitabilmente.
E posso dire con certezza che sia stata una delle cose più difficili che io abbia mai fatto cercare di fare qualcosa di buono a lezione quando in realtà volevo soltanto poter non fare nulla per quanto mi faceva male.
Oggi si registra la quarta puntata del pomeridiano.
Mi sono vestita come consigliatomi da Maddy, Ludo e Ramon C'mon c'mon.
Abbiamo iniziato a chiamarlo così nell'ultima settimana.
Non avevo raccontato di Samu neanche a loro.
Nonostante a volte provassero a chiedermi in modo cauto.
Ma non ho mai voluto.
So che però prima o poi mi toccherà farlo.
E anche a me va di condividerlo.
Voglio che anche loro capiscano perché io mi comporti in modo diverso da quando sto con loro a come sto magari quando siamo tutti insieme.
Voglio che capiscano perché questo periodo faccia così schifo.
In più ci si metteva anche la nostalgia di casa.
Sentivo la mia famiglia quasi tutti i giorni, ma la mancanza iniziava a farsi sentire fortissima.
Mi mancava Leti.
Mi mancava farle le treccine ai capelli la mattina.
Mi mancava aiutarla a fare i compiti.
E mi mancavano i suoi consigli sempre giusti che solo lei riusciva a darmi, nonostante fosse il più piccolo esserino con cui avevo interazione.
Mi mancava lei.
Poi i miei.
Neanche a dirlo.
Insomma, non stavo passando un momento tranquillo e questo ormai mi era chiaro.
Pensavo a questa seduta sul mio banco ormai a puntata inoltrata.
Il primo banco della parte destra.
A centro tra Megan e Madda.
Avevo Loredana Berté davanti a me che giudicava la gara di canto di oggi.
Le scorse sono andate abbastanza bene.
Facendo la media è risultato un 8-.
Quindi sono molto soddisfatta.
Oggi però mi sento strana.
Non sento la stessa carica delle altre volte.
Il motivo è sempre lo stesso.
Ed io non mi sopporto per questo.
Dopo il suo bell'8, Tommy risalì le scale, tornando al suo banco
"Giulia"
Mi chiamò Maria per esibirmi.
Io mi alzai prendendo la maglia per portarla alla mia insegnante.
Salutai Loredana e mi sistemai per cantare
"Cosa canti?"
Mi chiese lei
"'Love me again'"
Le risposi io tranquilla, pronta a cantare
"È una canzone difficile. L'intensità, il ritmo, l'interpretazione... Non è semplice"
Disse lei
"È vero, non è una canzone semplice da cantare, ma lei la fa d'incanto e adesso ce lo dimostrerà"
Aggiunse Lorella, al che io sorrisi lievemente senza dire nulla prima di iniziare a cantare.
Presi un bel respiro e pregai purché riuscissi a cantarla decentemente.
Questa canzone volevo farla bene"Know I've done wrong, left your heart torn
(So che ho fatto del male, ti ho lasciato il cuore lacerato)Is that what devils do?
(È quello che fanno i diavoli?)Took you so low, where only fools go
(Ti ho portato così in basso, dove vanno solo gli sciocchi)I shook the angel in you
(Ho scosso l'angelo in te)I told you once I can't do this again
(Ti ho detto una volta che non posso farlo di nuovo)"Finì di cantare.
Il pubblico applaudì.
Ma io sentivo di aver fatto una schifezza.
Davvero una delle esibizioni più brutte che io abbia mai fatto se non la peggiore.
Non mi stupii infatti quando una volta tornata al banco vidi il voto dato alla mia esibizione
"6-"
Vidi sul led.
Ero ultima.
Era la prima volta.
Tra il pubblico regnava il silenzio.
Io guardavo in basso.
Avevo deluso tutti.
Me stessa in primis.
Poi Lorella.
La mia famiglia.
Tutti
"Cosa è successo, Giulia? Ieri in prova era venuta benissimo e sono certa che tutti quelli che hanno assistito potrebbero confermare"
Io stetti in silenzio a guardare il mio banchetto.
Mi mordevo l'interno guancia e passavo continuamente la lingua sui denti senza sapere che fare
"Il microfono andava bene? Gli auricolari?"
Mi chiese Maria dopo aver visto che non avrei detto "a" in merito
"Andava tutto benissimo, Maria"
Le confessai io dispiaciuta
"E allora cosa è successo?
Mi chiese Lorella con interesse
"Non ho giustificazioni"
Dissi, continuando sempre a guardare il mio banco.
Mi vergognavo tantissimo.
Gli occhi iniziavano a pizzicare e visto che Maria si alzò velocemente per raggiungermi potetti constatare che forse era evidente a tutti.
Mi mise una mano sulla spalla ed io alzai lo sguardo su di lei.
Feci un grande respiro per cercare di tranquillizzarmi e per ricacciare dentro una lacrima che stava sfuggendo al mio controllo
"Può capitare, eh"
Mi disse lei premurosa, continuando a guardarmi confortante.
Magari fosse per l'esibizione, Maria
"Lo so"
Le dissi semplicemente
"E allora perché l'hai presa così? Non ce n'è motivo davvero. Sappiamo tutti che sei brava"
Mi disse lei, al che il pubblico fece un boato che mi strappò un sorriso
"Guarda anche loro"
Maria mi fece girare verso i miei compagni.
Che applaudivano.
Ma non solo.
Molti erano in piedi.
Mi girai anche verso i compagni della mia parte dei banchi.
Anche lui applaudiva.
Anche lui era in piedi.
Mi lasciai sfuggire una lacrima a quella scena
"Grazie"
Dissi soltanto.
Rivolgendomi a tutti
"È solo un periodaccio, ecco, ma non voglio che diventi una giustificazione. Avrei dovuto controllare le mie emozioni e invece ho lasciato che mi mangiassero viva"
Dissi sempre guardando la bionda che ancora mi accarezzava la spalla premurosa.
Mi riservò un piccolo sorriso di conforto
"Io non so adesso bene perché tu stia passando un momento un pò così, però comunque Maria potrei chiedere di farle rifare l'esibizione? Ero davvero contenta del lavoro che ha fatto questa settimana, quindi vorrei fargliela ricantare se è possibile"
Disse Lorella
"Certo, ma non cambierà il voto ricevuto, questo è chiaro, no?"
Disse la bionda, passando lo sguardo da me alla mia insegnante.
Io annuii.
Apprezzavo davvero quello che stava facendo per me Lorella.
Si vedeva che credeva in me ed io gliele ero grata
"Si, certo, il voto ce lo siamo già presi e ce lo portiamo a casa. Io voglio soltanto vedere 'Giulia' in questo brano, eh, che so che ci tieni tanto"
Disse lei, facendomi sorridere.
Così mi alzai e incoraggiata dal pubblico che urlava il mio nome presi posto al centro del palco.
Maria diede l'ok per far partire la base è così ricantai.
Cercai di staccare la mente.
C'ero solo io.
Che facevo quello che amo fare di più al mondo.
Cantavo.
Stavolta andò molto meglio.
Mi girai verso i miei compagni di viaggio alla fine.
Mandai loro un bacio volante.
Non lo sapevano, ma prima vedere loro e il pubblico tutti alzati mi aveva dato davvero la giusta carica per esibirmi al meglio.
Mi serviva
"Eccola, abbiamo ritrovato Giulia"
Disse Lorella, sorridendomi a 32 denti.
Io ricambiai.
Così, invitata da Maria mi ripresi la maglia e poi tornai al posto.
Si.
Mi era servito davvero tanto
"Gara di improvvisazione"
Disse Maria.
Giudicata da Elena D'Amario.
Non ho mai nascosto la fortissima ammirazione che provavo per lei.
E neanche il ballerino che stava per partecipare alla gara.
Neanche a dirlo, vinse.
Guadagnandosi un posto nell'esibizione finale dello spettacolo del 13 novembre della Parsons Company qui Roma.
Mi misi una mano sulla bocca incredula.
La compagnia Parsons era sempre stato uno dei suoi sogni.
E sapere che si sarebbe esibito con loro mi riempiva il cuore di gioia.
Come se poi non ne avesse abbastanza si guadagnò anche un 8 e mezzo nella gara del giorno.
E come dar torto al giudice.
La puntata terminò presto.
Io mi ripresi un pò da come stavo prima.
Il pensiero, però, continuava ad ossessionarmi.
Avevo comunque fatto una figuraccia davanti a tutta Italia.
Provavo a non pensarci, ma per me era impossibile.
Ludo, Madda e Nicco mi sono subito venuti vicino.
Per cercare di chiacchierare con me.
Di distrarmi.
Io, però, nonostante tutto non riuscivo a non pensarci.
Al fatto che non sia stata in grado di dividere il lato personale da quello lavorativo.
Di aver lasciato che i problemi con Samu mi soffocassero totalmente.
Una volta rientrati in casetta, mi venne istintivo gettarmi a capofitto nel bagno.
Mi chiusi la porta alle spalle.
Mi sfogai.
Uscirono tutte le lacrime che volevano uscire e che fino a quel momento ero riuscita a controllare.
Non mi importava di farmi sentire.
In altre situazioni me ne sarei preoccupata e avrei cercato di fare il meno rumore possibile.
Adesso non me ne importava minimamente.
Dovevo sfogarmi.
Non sarebbe servito a niente trattenermi.
Proprio quando mi stavo lavando il viso con un pò d'acqua fresca vidi dallo specchio la maniglia abbassarsi.
Rivelando la figura del mio amico
"Giulsi"
Aveva iniziato a chiamarmi così Nicco.
Disse mentre mi raggiungeva per abbracciarmi
"Non ti voglio vedere così"
Continuò lui mentre nell'abbraccio mi accarezzava i capelli
"Lo so, ma giuro che non ce la facevo più a trattenere le lacrime. Ho troppe cose nella testa"
Gli dissi io, al che lui continuò a fare ciò che stava facendo, per cercare di farmi tranquillizzare
"E perché scommetto che tutte queste cose hanno un nome ben preciso e che non c'è bisogno che io dica?"
Mi disse lui cauto
"Perché è così, non tutte, ma è così"
Gli confessai io.
Anche se non c'era bisogno che rispondessi
"Non sopporto più questa situazione"
Gli dissi
"E ci credo"
Mi disse lui, continuando subito dopo
"Vi dovete chiarire voi due. Lo capite che così vi fate solo del male e state entrambi una merda in continuazione?"
"Non posso farlo, Nicco"
Dissi io.
Sembrava rivivere la conversazione della volta scorsa.
Quando gli sono andata poi a parlare e lui mi ha sbottato non appena ha sentito il nomignolo "Nicco"
"Perché no?"
Mi chiese lui, stavolta molto più fermo e convinto di dovermi far cambiare idea
"Perché ogni volta va sempre peggio. Proviamo a parlarci e sembra che ci sia il ghiaccio in mezzo a noi"
Dissi io
"E tu scioglilo"
Mi disse lui tranquillo.
Ala fine di quella conversazione non cambiò esattamente nulla in me.
Ero soltanto consapevole che prima o poi avrei di nuovo parlato con Samuele.
"Parlato".
"Discusso" vorrei dire.
Ma di una cosa ero certa.
Quel giorno non sarebbe stato oggi.
Troppe emozioni tutte in una volta.
Decisi di andare a letto presto.
Proprio per far cessare la mia mente per qualche ora.
Non avevo proprio le forze mentali neanche per chiedere a qualcuno cosa avesse mangiato per cena.
Prima, però, come ormai era mio solito fare, decisi di dedicarmi qualche minuto da sola nel giardino sul retro.
Per respirare.
E guardare beatamente quelle stelle meravigliose.
Da casa mia ne vedevo pochissime.
Solo quelle più luminose.
Per le luci nella città che offuscavano il tutto.
Mi mettevano un incredibile tranquillità.
Ed è proprio in quel momento che entrò la persona che quei giorni mi teneva la mente occupata ogni secondo della giornata.
Non ci fu neanche bisogno di guardarlo.
Sapevo che fosse lui.
Dal profumo.
Non mi sforzai neanche con la coda dell'occhio.
Stette qualche secondo in piedi.
Io lo guardai per un istante per poi riportarlo alle stelle.
Avevo la testa poggiata al divanetto.
Un pò indugiando, visto che ci mise qualche secondo per decidere, si sedette accanto a me.
Lui non accennava a parlare.
Io, invece, gli dissi l'unica cosa che la mia mente era in grado di pensare in quel momento
"Non oggi"
Senza mai staccare gli occhi dalle stelle
"Cosa?"
Mi chiese lui, come per investigare
"Oggi mi ci manca solo litigare con te, Samu"
Gli chiarii il tutto, chiamandolo dopo troppo tempo come qui dentro tutti facevano, ma che io avevo imparato a non fare ormai.
Era venuto spontaneo
"Non voglio litigare"
Mi disse piano, con voce calma.
Quasi sussurrando.
Come se avesse capito la situazione e non volesse appesantirmi
"Neanche io, ma tanto so come finirà per come sto adesso e per quello che direi, quindi non oggi, perfavore"
Era più una richiesta che un favore.
Non avevo proprio la testa in quel momento.
Forse avrei detto cose di cui mi sarei pentita e sarei stata solo peggio
"Allora non dire niente. Parlo io"Spazio autrice
Ciao a tutti. Come state?
Quanto non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo, mamma mia.
Che mi dite? Suspence? Ahahahhahahah
Se vi va, lasciate un commento e una stellina💓Xoxo
G💕
STAI LEGGENDO
just the way you are - Samu Segreto
Fiksi Penggemar"Come curi una ferita profonda se l'unica persona che potrebbe curarla è la stessa che l'ha causata?" Samu e Giulia. Due anime complementari. Si ritrovano per caso ad amici dopo aver fantasticato per anni di andarci insieme. Il loro rapporto è più i...