Tornai in casetta da quella chiacchierata con Lorella completamente nuova.
Rinata.
E sapevo che me lo si leggeva in faccia.
Era sera.
Non mi levai neanche la giacca che avevo addosso.
Avevo bisogno di riprendermi la mia vita.
E quindi anche le mie amicizie lì dentro.
Cercai Ndg.
Ed una volta trovato gli dissi di seguirmi.
Andai a cercare poi anche Madda e Ludo.
Che trovai nella nostra stanza.
Si sedettero tutti e tre sul mio letto.
Io li guardavo con un pò di amarezza.
Consapevole di essere stata io a spezzare più o meno il nostro rapporto.
All'inizio non dissi nulla.
Mi fiondai solo anche io sul mio letto per abbracciarli nel modo più sincero possibile.
Anche loro mi strinsero.
Quando ci staccammo mi misi sul letto accanto.
Quello di Maddalena.
E senza che nessuno dicesse altro presi io la parola
"Mi dispiace tanto, ragazzi"
Dissi proprio sinceramente
"È un lato di me completamente tossico, sia per me che per gli altri. Quando sto male tendo ad estraniarmi da chiunque. E so che per come sono fatta io però è peggio di qualsiasi altra possibile reazione. E mi dispiace da morire di essermi allontanata così senza darvi una spiegazione. Ma davvero, credetemi se vi dico che ero e sono ancora completamente nel pallone e non so come uscirne"
Dissi, loro mi ascoltavano attenti e basta.
Volevano ascoltarmi.
Ma per davvero
"Qui dentro ho detto solo a Nicco per bene ciò che è successo con Samu, e giuro che diverse volte ho provato a dirlo anche a voi. Solo che parlarne di nuovo, avrebbe significato dover ricordare tutto di nuovo. E visto che già non facevo altro tutto il giorno, non volevo rifarlo. Soprattutto ad alta voce. Non so cosa mi sia successo ultimamente, ma davvero mi trovo in estrema difficoltà perché questa cosa non mi sta portando da nessuna parte sia nel campo umano che quello della musica"
Madda mi prese una mano tra le sue ed iniziò ad accarezzarla per calmarmi
"Vi sto facendo tutto questo pippone incredibile per dirvi che mi dispiace per come mi sono comportata, con voi tre specialmente. Mi siete stati vicini dall'inizio e io per il mio primo problema vi ho trattato così"
Loro non dissero nulla.
Si limitarono a guardarsi per un attimo complici per poi buttarsi loro stavolta su di me.
Ne ero felice.
Era segno che mi avessero "perdonata"
"Non nego il fatto che mi avrebbe fatto piacere se me ne avessi parlato, ma non per me, per te. Perché non ti fa bene. E dispiace anche a me non aver insistito, di non essermene accorta, ma ti vedevo così distaccata all'improvviso ed iniziavi a startene sempre sulle tue. Non eri tu e non ne capivo il perché"
Mi disse la bionda
"Si, Giuli, chiedilo a Madda quante volte ci siamo chieste cosa stesse succedendo. Penso che nessuna delle due avesse pensato che fosse per un problema propriamente tuo. Pensavamo che ti fossi allontanata di botto per noi"
Mi faceva male sentire quelle parole.
Sapere che anche loro hanno un pò sofferto quel mio gesto mi faceva male.
Ero però contenta del fatto che me lo stessero dicendo e che non stessero risparmiando nulla perché significava che volevano davvero tornare al nostro rapporto di prima.
Nicco lo sapeva.
E anche se con lui non c'era gran che da chiarire, chiesi scusa anche a lui.
Per quanto mi aveva sopportato in quei giorni
"Cretina, non azzardarti a scusarti"
Mi aveva solo detto, limitandosi a sorridermi e a prendermi l'altra mano tra le sue
"Quanto vi voglio bene, non ne avete idea"
Confessai ai miei amici.
Amici.
Li ritenevo davvero degli amici.
E per me non era una cosa comune
"E noi a te"
Mi disse Ludo.
Ci riservammo un altro più che sincero abbraccio
"Tonando a noi..."
Iniziai io, lasciandoli un attimo nel dubbio
"Gossip del momento? Dov'è Ramon c'mon, ho bisogno di aggiornamenti"
Dissi io facendoli ridere
"È tornata Giulia"
Disse Madda, facendo sorridere anche me
"Un aggiornamento posso dartelo io"
Disse Ludo.
Io mi misi una mano intorno all'orecchio attenta facendoli ridacchiare di nuovo
"È fresco fresco, di ieri sera"
Continuò lei, al che vidi la bionda farsi più rossa.
La guardai con gli occhi socchiusi per poi riportarli sulla mora, facendole segno di continuare
"Maddy e Mattia si sono baciati"
Disse lei tutto d'un fiato, lasciandomi a bocca aperta
"Cosa?"
Chiesi io urlando leggermente
"Cioé, tu e Mattia?"
Lei annuì ancora rossa
"Tu e quel Mattia?"
Continuò ad annuire lei, divertita
"Tu e quel Mattia che fa così con la testa?"
Imitai il ballerino con l'unica mossa di latino che sapevo fare, facendoli scoppiare a ridere.
Quella risata per me era rinascita.
Sentivo di star tornando sui miei passi.
Era stata la cosa migliore parlare con loro subito.
Mi aveva dato proprio la giusta spinta.
Dopo aver concluso la seduta di gossip, ognuno continuò a fare quello che stava facendo prima del mio arrivo.
Io invece mi ricordai della mia mezz'ora di telefono quotidiana.
La prima cosa che feci fu chiamare mia mamma.
Volevo parlare con lei.
Con papà.
Con Leti.
Adesso che stavo tornando in me.
Sapevo quanto non stessero tranquilli in questi giorni per via di come mi vedevano al telefono.
Anche io se fossi stato in loro non mi sarei sentita tranquilla al 100%.
Ma neanche al 20%, in realtà
"Amore mio"
Mi disse lei, facendomi sorridere
"Ciao mamma, come stai?"
Le chiesi
"Bene, amore, tu?"
Mi chiese lei, speranzosa.
Glielo si leggeva dagli occhi
"Meglio, davvero"
La rassicurai io, facendole fare un respiro di sollievo.
Le raccontai di quella giornata.
Di Lorella.
Del suo discorso.
Che mi aveva aiutato tantissimo.
E lei ne era felice.
Mi passò poi papà.
Anche a lui raccontai tutto
"Comunque qui c'è una peste che vorrebbe dirti qualcosa"
Mi disse lui.
L'immagine che vidi passò dal volto di mio padre a quello della gnoma della casa
"Tata"
Mi disse lei sorridendo fortissimo.
Cosa che feci anche io
"Dimmi, Leti"
La incoraggiai io a parlare
"Mi fai un regalo?"
Mi chiese lei.
Il giorno dopo sarebbe stato il suo compleanno.
E a me dispiaceva troppo non poterlo festeggiare con lei.
Le avevo fatto un macchinario, semplicissimo da usare, che faceva le trecce.
Visto che io adesso non ero lì e né mamma né papà sapevano fargliele, visto che le adorava
"Certo che ti faccio un regalo. Domani qualcuno diventa grande e io le ho fatto un regalo che spero che le piacerà tantissimo"
"Tata io voglio un altro regalo"
Mi disse lei subito dopo, facendomi assumere un espressione confusa
"Certo Leti, cosa vuoi?"
Le chiesi io.
Aspettandomi il vestito di Elsa.
O di Minnie.
O quelli che lei definiva come "i trucchi come i miei", da grande.
Mi aspettavo di tutto.
Tranne quello che poi mi disse
"Che tu e zio Lele smettete di litigare"
Il mio cuore si fermò per un attimo.
'Zio Lele'.
Quando dicevo che Leti era 20 passi avanti a tutti non scherzavo.
E anche in quel caso lo aveva dimostrato.
Leti sapeva sempre cosa dire.
Diceva la cosa giusta.
Senza sforzarsi.
Nonostante avesse meno della metà dei miei anni.
Io rimasi di stucco.
Non ci pensai molto a rispondere
"Anche Tata non vuole"
"E allora perché non smettete di litigare?"
Mi disse lei.
Fu in quel momento che veramente sentii qualcosa di forte dentro di me.
Come una scossa elettrica.
Un impulso.
Qualcosa che mi diceva di andare da lui.
Leti era ancora al telefono.
Andai in giro per la casetta con l'intenzione di cercarlo, ma ormai avevo capito com'era fatto.
Lo trovai in camera sua.
Mentre provava un pezzo.
Bussai alla porta prima di dire
"Hey"
Facendolo girare verso la mia direzione.
Lui un pò sorpreso si fermò di botto per dire
"Hey"
In modo tranquillo
"Non voglio disturbarti, ma qui c'è qualcuno che vorrebbe dirti una cosa"
Gli dissi io, entrando nella stanza.
Lasciandolo lì.
Confuso.
E ancora un pò col fiatone.
Gli passai il telefono.
Un pò titubante.
Non sapendo se effettivamente era stata la mossa giusta.
Lui lo prese senza pensarci ed immediatamente tutto gli fu più chiaro
"Zio Lele"
Sentì la voce contenta di Leti e mi si riempii il cuore.
Lo vidi sorridere come ormai da troppo tempo non gli vedevo fare.
Sorrisi anche io, un pò malinconica pensandoci
"Topolina, come stai?"
Disse con quella vocina che usava sempre quando parlava con lei.
Sorrise ancora di più.
Io sorrisi di rimando.
Stavolta di pura felicità.
Si adoravano.
Per Leti, Samuele era come un fratellone.
E per Samuele lei era la sorellina che non aveva mai avuto
"Male, zio"
Gli disse lei, stavolta invece con tono triste
"E perché, amore?"
Le chiese.
Incamminandosi verso il suo letto per sedersi.
Ma non prima di avermi guardato un attimo.
Come per farmi cenno di fare come lui.
Così dopo avergli chiesto con lo sguardo il permesso e avendo capito la sua risposta affermativa, lo imitai.
Mettendomi di fronte a lui.
All'altro lato del letto
"Non voglio che tu e tata litigate"
Tata era il nomignolo con cui mi chiamava da quando non sapeva dire neanche come si chiamava.
Non appena lo disse, fu inevitabile scontrare i nostri occhi.
Aveva sparato la bomba.
Io stavo tremando.
Tutto dipendeva da quello che avrebbe detto adesso.
Lui mi guardò di nuovo dopo aver passato di nuovo uno sguardo sul telefono.
Non sapevo decifrare quello sguardo.
Non riuscivo a capire cosa stesse pensando
"Dillo a tata, Leti"
Disse lui, rivolgendosi a lei.
Anche se avevo capito che era come se stesse parlando a me.
Continuava a guardarmi
"Gliel'ho già detto"
Sentii dall'altro capo del telefono
"E lei cos'ha detto?"
Disse lui subito dopo non staccando mai gli occhi da me
"Ha detto che neanche lei vuole, quindi perché non fate pace?"
Io lo guardai accennando un sorriso.
Speranzosa.
Lo vidi guardarmi per un altro secondo.
Per poi fare un bel respiro e riprendere a parlare
"Leti, ma sbaglio, o adesso è l'ora di vedere Topolino? Sono quasi le 8, è tardi, poi bisogna andare a ninne"
Disse lui, facendo finta di guardare l'orologio.
Sapevo che fosse un pretesto per poter parlare finalmente io e lui.
Io e lui da soli
"Prometto che domani ti chiedo che puntata era, tanto le abbiamo già viste tutte e me le ricordo, eh"
Disse lui, facendola ridere di cuore
"Va bene, zio, domani ti racconto benissimo"
Così dopo averle mandato un bacio, guardò me prima di ripassarmi il telefono.
Io lo presi.
Salutai Leti e attaccai, promettendole anche io di chiamarla il giorno dopo.
Il giorno del suo compleanno.
Lanciai il telefono sull'altro letto e mi misi a gambe incrociate.
Iniziando poi a guardarlo.
Concentrandomi completamente su di lui
Come per cercare di capire cosa stesse pensando.
Il suo volto e i suoi occhi non lasciavano trasparire molto ancora.
Non avevo minimamente pensato a cosa dirgli adesso.
La telefonata con Leti era stata completamente improvvisata.
Adesso dovevo solamente staccare la mente.
E lasciare spazio al cuore
"Tata non vuole litigare"
Dissi io.
Usando le parole di Leti.
Lui mi guardava come per capire cosa fare.
Se perdonarmi o mettere definitivamente un punto a tutto questo.
Ed io speravo vivamente di no.
Perché io avevo bisogno di lui.
Quelle settimane mi avevano dato l'ennesima dimostrazione del fatto che io non riuscissi a trovare la felicità se non sapevo di avere lui al mio fianco.
Lo guardai speranzosa.
Allo stesso tempo, però, me la stavo facendo sotto.
Non sapevo se sarei stata in grado di resistere ad un altro colpo.
Lui ingoiò la saliva.
Si leccò le labbra.
Per poi schiuderle dopo qualche secondo.
E pronunciare le parole che aspettavo come mai in vita mia avevo aspettato qualcosa
"Vieni qua, stupida"
Sorrise e aprì le braccia, permettendomi di buttarmici dentro.
E di lasciar andare tutte quelle lacrime che avevo.
Ma che adesso sapevano soltanto di felicità puraSpazio autrice
Ciao a tutti. Come state?
Io descriverei questo capitolo con una parola: F I N A L M E N T E.
Voi che dite?
Ve lo aspettavate?
Io non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo.
Ci terrei davvero a sapere ciò che pensate.
Se vi va, lasciate un commento e una stellina💓Xoxo
G💕
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just the way you are - Samu Segreto
Fanfiction"Come curi una ferita profonda se l'unica persona che potrebbe curarla è la stessa che l'ha causata?" Samu e Giulia. Due anime complementari. Si ritrovano per caso ad amici dopo aver fantasticato per anni di andarci insieme. Il loro rapporto è più i...