Ok.
Sono all'entrata degli studi.
Insieme ai miei genitori e a Leti.
Non potrei chiedere di meglio.
Sono ad un passo dal realizzare il mio sogno.
Farò di tutto per riuscirci.
Dipende tutto da me e dalle mie emozioni.
Non ho mai preso lezioni o altro.
È una passione nata per caso.
Scoperta per caso.
Anzi.
Che mi aveva fatto scoprire lui.
Ma più ci pensavo, più mi disconcentravo.
Così decisi di non pensarci.
Aveva questo potere su di me.
Ancora dopo tutto questo tempo.
E non riuscivo a sopportarlo.
Era ancora una ferita aperta.
Che non ero riuscita a sanare completamente.
E di tanto in tanto ero io stessa a farla pizzicare.
Come succedeva sempre
"Nome?"
Scossi la testa per ritornare alla realtà, non accorgendomi del body guard davanti alla porta d'ingresso
"Giulia"
Dissi io frettolosamente, senza rendermi conto che questo è uno dei nomi più comuni in Italia e che non sarebbe servito all'uomo che avevo davanti per identificarmi
"Il cognome, signorina"
Disse con tono quasi scocciato
"Ah, emh... Medici"
Mi limitai a dire io, sentendomi leggermente colpevole di aver fatto sprecare del tempo a quel signore che chissà da quante ore si trovava lì sotto il sole di quella giornata di settembre a spuntare i nomi dei ragazzi che gli si presentavano davanti
"Medici, Medici... Eccola. Canto! Vada pure verso quella porta lì insieme ai suoi accompagnatori"
Disse, colpendo leggermente con la sua penna, per poi darne un tratto accanto a quello che presumo fosse il mio nome, senza mai alzare lo sguardo, ma indicandomi un'altra porta poco più in fondo dove si trovava un suo collega
"Grazie mille"
Mi limitai a ringraziarlo ed a sorridergli.
Sentivo di avvicinarmi al mio sogno sempre di più.
Passo dopo passo.
Sempre di più.
Le gambe mi tremavano.
Le sentivo formicolare.
Eccomi qui.
Dopo tutte le ore passate a cantare ininterrottamente...
Dopo tutte le notti passate a sputare parole sconnesse l'una all'altra su un foglio...
Dopo tutti i provini che temevo di non essere in grado di superare...
Sono qui.
E sento che tutti i miei sforzi siano stati ripagati già soltanto ad essere riuscita ad entrare dentro queste mura.
Significa che qualcuno ha creduto in me.
Non so chi, ma so soltanto che è così.
Ed io gliene sarò eternamente grata.
A chiunque sia stato a scegliermi tra tutta la miriade di ragazzi che ogni anno provano a fare domanda per fare le audizioni.
Non so se riuscirò ad entrare.
So soltanto che è ormai da un anno che non faccio altro che pensarci.
E penso che sia arrivato finalmente per me il momento di staccarmi dal passato e ricominciare da me.
Con la musica affianco.
"Addio a quello che è stato e benvenuto a quello che sarà"
Mi trovo adesso in una stanza dove vedo che non ci sono tantissime persone.
Saremo in 6.
Esclusi i rispettivi accompagnatori.
Suppongo.
Infondo noto un tavolino con sopra alcuni di quelli che penso essere mp3.
Così, essendo stata informata già qualche giorno prima dei rispettivi dispositivi che ognuno di noi avrebbe avuto nell'attesa di entrare, mi avvicinai al tavolino e afferrai quello dove vedevo su scritto il mio nome.
Così lo misi e accendendolo potetti notare che l'unica base presente era proprio quella del mio pezzo.
Non era proprio definibile come una base a tutti gli effetti.
L'avevo fatta io a casa da sola.
Smanettando sul computer.
Ma devo dire che il risultato non mi dispiaceva affatto.
Iniziai a camminare senza rendermene conto.
Come facevo sempre quando ero agitata.
Non riuscivo a stare ferma.
Dovevo muovermi in qualche modo.
L'ansia mi avrebbe mangiata viva sennò.
Vedo che oltre a me nella stanza ci sono due ragazzi che suppongo essere dei ballerini di latino americano.
Facevano anche quelle mosse con la testa che ho sempre ritenuto tanto buffe quanto belle ed affascinanti.
C'era poi una ragazza.
Mora e magra.
La vidi scaldare la schiena alla sbarra.
Quindi dedussi che fosse una ballerina classica.
E per quanto io poco me ne intenda di questo stile rispetto ad altri, mi sembra molto brava.
Ma davvero.
Scrutando gli altri due ragazzi che avevo inquadrato come possibili candidati al banco, potetti notare che uno era forse il più concentrato tra tutti.
Aveva dei lunghi capelli biondi.
Bellissimi davvero.
Amavo i miei mori, ma glieli invidiavo.
Poi il mio sguardo passò però ad un ragazzo.
Gli tremavano le gambe e si vedeva.
Quando alzò lo sguardo non potetti fare a meno di riconoscere la sua incredibile somiglianza con Frank Matano.
E per poco non mi prese un colpo
"Oddio"
Urlai quasi, facendomi sentire da tutti i presenti che involontariamente si girarono verso di me.
Mi misi subito dopo una mando sulla bocca per l'imbarazzo del mio gesto.
Ma che poi pensandoci, credevo davvero che avrebbero messo Frank Matano in una stanza a caso con 6 ragazzi a caso ad Amici?
Allora arrivai alla conclusione che fosse sicuramente un gemello.
Fu proprio lui a prendere la parola, visto che aveva notato che nel mentre il mio sguardo non si era spostato da lui.
Neanche avevo messo piede nello studio che avevo già fatto la mia prima figuraccia.
Si levò una cuffia e poi sentì un
"Tutto bene?"
Uscire premuroso dalle sue labbra.
Mi diedi un leggero pugno mentalmente.
Ok che sono la regina delle figuracce.
Nessuno mi batte.
Però, dai, non era possibile.
Di già
"Si, si, scusa, Frank, non volevo disturbarti"
Potrebbe sembrare che l'abbia fatto apposta.
Vi piacerebbe.
E piacerebbe anche a me.
Ma purtroppo l'ho detto davvero.
L'avevo chiamato "Frank".
Già mi stavo scavando da sola una fossa.
Nel mentre avevo lo sguardo di tutti ancora a dosso.
Mi avranno di certo presa per pazza, ma in questo momento il mio unico interesse è quel ragazzo che era rimasto perplesso dalla mia uscita.
Così, realizzando il fatto che forse niente sarebbe stato più imbarazzante, mi avvicinai a lui e senza chiedergli nulla mi sedetti accanto a lui iniziando a parlare talmente veloce da mangiarmi le parole
"Scusami, davvero. Nella vita reale non sono così, lo giuro. È solo che sono molto agitata, non so neanche come ti chiami, a momenti non so neanche come mi chiamo io in questo momento e..."
"Hey, hey, tranquilla"
Disse lui ridendo forse per la mia goffaggine che si percepiva anche soltanto sentendomi parlare.
Coinvolse anche me nella sua risata
"Comunque posso chiederti chi è 'Frank'?"
Chiese curioso dopo qualche secondo di silenzio divertito, continuando a ridere
"È che mi ricordi troppo Frank Matano e, cavolo, scusa, non so neanche se questa cosa ti dia fastidio. Davvero, scusami, non volevo interromperti"
"Davvero, stai tranquilla. Mi serviva una distrazione da tutto questo adesso, quindi grazie"
Disse lui, interrompendomi.
Per tranquillizzarmi
"Di che, figurati.
È una dote naturale per me fare figuracce nei momenti meno opportuni"
Dissi scherzando, facendolo scoppiare a ridere
"E per la cosa di Frank, comunque, volevo dirti che si, lo so. Me lo dicono in tanti. Non sai in quanti per strada mi hanno chiesto una foto insieme.
'Sei il figlio di Frank?'"
Disse lui dopo qualche istante riprendendo la conversazione di poco prima
"E tu cosa facevi?"
Chiesi divertita visto il suo atteggiarsi ironicamente nel dire l'ultima frase
"Accettavo ovviamente"
Disse lui con tono ovvio, tanto da farmi ridere
"L'avrei fatto anche io"
Risposi io con lo stesso tono
"Comunque non mi da fastidio. Perché dovrebbe?"
Mi chiese poi, diventando un attimo più serio
"Non so. Non mi piace dire qualcosa su qualcuno senza prima conoscerlo e capire se c'è qualcosa che lo infastidisce, quindi..."
Dissi, cercando di spiegarmi al meglio.
Quel ragazzo mi guardava sorridendo.
E io più lo guardavo più ero certa che c'è l'avrebbe fatta, se già non l'aveva fatto.
La sua personalità si percepiva a chilometri di distanza.
Io l'avevo già capito.
Faccio giusto in tempo a sorridergli nuovamente che improvvisamente vediamo il televisore accendersi e proiettare la scritta 'Amici".
Per poco non mi sentii svenire.
Forse è stato quello il preciso istante in cui mi sono resa conto di essere davvero lì.
Non era uno scherzo.
Almeno credo.
Speravo con tutta me stessa che non spuntassero fuori quelli de "Le Iene" da un momento all'altro.
Guardai istintivamente il ragazzo con cui avevo scambiato quattro chiacchiere fino a qualche minuto prima che si trovava al mio fianco per cercare un pò di conforto.
Cosa che ricevetti da un suo sorriso abbozzato.
Chi meglio di lui e degli altri 4 ragazzi presenti potevano capirmi?
Continuai a chiacchierare con quel ragazzo per buoni 10 minuti.
Intanto continuavano ad entrare altri ragazzi nella stanza.
Riuscivo a scorgere una scintilla speciale dai loro occhi.
Improvvisamente, però, la porta si spalancò per l'ennesima volta.
Fu in quel preciso momento che sbiancai, letteralmente.
Già soltanto guardando il suo modo di camminare me ne accorsi.
Avevo bisogno di sentirmi dire che fosse tutto uno scherzo.
Un brutto, bruttissimo, scherzo del destino.
Stava ancora giocando con noi.
Mi portai istintivamente una mano sul viso per coprirmi la bocca spalancata.
Gesto che non passò inosservato al ragazzo accanto a me.
Che nonostante in quel momento fosse in secondo piano per me, potetti notare con la coda dell'occhio la sua espressione confusa mentre mi guardava.
Sentivo gli occhi pizzicare.
Non era davvero possibile una cosa del genere.
Tra tutte le possibili edizioni che ci sono state e che ci saranno di questo programma ci siamo ritrovati a voler entrare entrambi lo stesso identico anno.
Incredibile
"Hey, ma va tutto bene?"
Mi chiese premurosamente il ragazzo.
Al che io mi girai verso di lui con aria sconvolta non dicendo nulla.
Per poi tornare con lo sguardo sulla direzione di qualche secondo prima.
Vederlo lì era un colpo al cuore.
Ma parlavo troppo presto.
Tutto quello che avevo provato fino a quel momento non era niente a confronto di quello che avrei sentito dentro di me qualche secondo dopo.
I suoi occhi marroni si erano posati su di me e non sembravano volersi staccare.
Ci pensai io, però.
Non potevo reggere quel contatto.
Era decisamente troppo per me.
Mi voltai verso il ragazzo.
Che ancora mi guardava preoccupato.
Non emisi fiato se non per dire 4 semplici, ma quanto efficaci, parole
"Io devo andare via"Spazio autrice
Ciao a tutti. Come state?
So che questi capitoli iniziali saranno un pò lenti, ma sono essenziali per porre delle basi solide per la storia.
Cosa ne pensate di questa particolare conoscenza della protagonista?
Avete capito di chi si tratta? Anche se è abbastanza ovvio ahahahhahah, ma ve lo chiedo comunque.
Se vi va e se il capitolo vi è piaciuto, lasciate una stellina ed un commento💗G💕
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just the way you are - Samu Segreto
Fanfiction"Come curi una ferita profonda se l'unica persona che potrebbe curarla è la stessa che l'ha causata?" Samu e Giulia. Due anime complementari. Si ritrovano per caso ad amici dopo aver fantasticato per anni di andarci insieme. Il loro rapporto è più i...